Ecco come reagisce il nostro corpo alle sensazioni quotidiane: la mappa somatica delle emozioni

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor
Il corpo è lo scrigno del nostro vissuto emozionale conscio ed inconscio, tutto è registrato nelle memorie cellulari fin dai primi mesi di gestazione

A differenza dei pensieri, le emozioni si caratterizzano per essere percepite a livello corporeo. Le nostre emozioni ci parlano attraverso il corpo, ognuna dando vita a una sensazione su una diversa parte del corpo ed è attraverso tali sensazioni che possiamo percepirla consciamente. Vi è mai capitato di dire frasi del tipo: “Vedo tutto nero.” “Sono rosso di vergogna.” “Ho il cuore spezzato!” “Sento un brivido lungo la schiena.” Si potrebbe andare avanti con esempi all’infinito, eppure non sono tutte cose inventate dalla nostra mente per descrivere quello che proviamo.

Che in queste descrizioni non vi sia letteratura spicciola, ma fisica, ce lo dice una ricerca condotta all’Università di Turku, in Finlandia, che ha sottoposto 700 volontari alla lettura e alla visione di film con l’obiettivo di far sorgere determinati sentimenti (rabbia, paura, disgusto, felicità, tristezza, sorpresa, atteggiamento neutrale, ansia, amore, depressione, disprezzo, orgoglio, vergogna, invidia) e di annotare poi in quali parti del corpo si sentiva una variazione delle sensazioni.

Incrociando i diversi riscontri, i ricercatori hanno poi formulato un’ infografica dove il modo in cui le parti del corpo sono stimolate da ciò che proviamo è strato tradotto in maniera topografica attraverso una scala cromatica. Interpretarla è semplice: quando un’emozione schiaccia il tasto “on” di una determinata regione del corpo, essa è rappresentata da un colore caldo, il rosso o il giallo, al crescere dell’intensità; quando invece ci fa sentire spente o inibite alcune zone, ecco che queste saranno tradotte in colori freddi, come il blu e l’azzurro. I risultati della ricerca sono stati pubblicati il 31 dicembre 2013 nella rivista scientifica Proceedings of The National Academy of Sciences.

Cosa ci dice l’infografica

Charles Darwin fu tra i primi a studiare le radici biologiche delle emozioni e la loro fisiologia, e le descrisse osservando i muscoli attivati e le reazioni vegetative come la produzione di lacrime, le modifiche del respiro, del ritmo cardiaco ecc. Darwin sostiene che sono “programmi innati” attraverso i quali si comunica agli altri componenti della specie situazioni di rischio, di benessere, di minaccia, indispensabili per la sopravvivenza.

Nella figura qui sotto, si può osservare la mappa per sei emozioni di base. L’attivazione più alta è rappresentata dal colore giallo, seguita dal rosso. Il nero rappresenta neutralità, mentre blu e celeste rappresentano deattivazione.
RABBIA
L’emozione della rabbia concentra tutta l’energia nella parte alta del corpo, in una sorta di bomba di astio e collera pronta ad esplodere, lasciando invece neutra la parte dall’addome in giù (ad eccezione di una piccola reazione dei piedi). In particolare risultano “infuocate” le mani e questo spiegherebbe il motivo per cui quando perdiamo le staffe ci viene l’istinto di battere i pugni ad esempio sul tavolo per scaricare la rabbia che sentiamo.

PAURA
La sensazione di paura spesso ci paralizza e siamo incapaci di reagire (le gambe e le braccia sono infatti inattive). L’energia determinata dall’adrenalina, si concentra in particolare nella parte superiore del corpo, testa e petto, soprattutto a livello del cuore. Quando abbiamo paura o siamo spaventati da qualcosa infatti, il nostro battito cardiaco accelera vertiginosamente e sembra quasi che il cuore ci salti fuori.

DISGUSTO
Quando qualcosa ci disgusta proviamo un vero e proprio senso di nausea. Ciò si vede chiaramente osservando la grande concentrazione di energia a livello della gola e degli organi addominali

FELICITA’
Come si può vedere, la felicità è l’unica emozione a irradiarsi per tutto il corpo, concentrandosi particolarmente sul petto e sulla testa. Quando siamo felici e di buon umore infatti, sprizziamo, come solitamente si dice, gioia ed energia da tutti i pori! E’ una sensazione di positività e benessere talmente grande ed incontenibile che il corpo la irradia ad ogni sua singola cellula vitale

TRISTEZZA
La tristezza invece si caratterizza per una deattivazione degli arti. Quando siamo tristi e preoccupati per un problema che ci affligge, il nostro corpo reagisce spegnendo l’energia vitale da gran parte di esso. Da qui la famosa espressione pessimistica del “vedo tutto nero”. Tuttavia, pur essendo un’emozione negativa, la tristezza è passeggera poiché presenta una scintilla di energia a livello del cuore e della mente: la prova che non può piovere per sempre e che prima o poi torneremo a sorridere (cosa che invece accade con molta più difficoltà quando si è depressi, come vedremo tra poco).

SORPRESA
La sorpresa ci coglie inaspettatamente e ci risveglia dal torpore della routine. Ecco perché il corpo che prima era neutrale e di colore nero, tutto ad un tratto come un faro nella notte, il sentirsi sorpresi di fronte ad un determinato fatto o azione, accende energia a livello del cuore e della mente, lasciandoci appunto stupiti e di stucco.

APATIA
Quando siamo apatici e non proviamo alcuna emozione in particolare, il nostro corpo lo esprime chiaramente, rivelando un colore nero con punte di freddezza (blu) a livello dei polmoni e degli arti superiori ed inferiori.

 Qui sotto invece possiamo osservare la mappa per sei emozioni più complesse

ANSIA
La sensazione di ansia concentra la maggior parte dei suoi effetti nella zona toracica, quasi a voler identificare un qualcosa che ci opprime il petto e il cuore, lasciandoci incapaci ed impotenti di agire. Gli arti superiori ed inferiori appaiono infatti inattivi e questo spiegherebbe appunto l’immobilismo generato dall’ansia.

AMORE
Ancora una volta, l’amore risulta l’unica emozione più globale (anche se meno distribuita rispetto alla felicità). Provoca una tempesta esplosiva ed intensa di emozioni a livello della parte alta del corpo (testa, torace, arti) e fino al bacino e agli organi sessuali. Anche l’addome è pervaso da un turbinio di energia e questo spiegherebbe il senso di vuoto allo stomaco con le famose farfalle che sentiamo in presenza di qualcuno che ci piace. La parte delle gambe invece, è inspiegabilmente neutra: da qui si evince la tipica sensazione di camminare sospesi e con le gambe molli, che proviamo quando siamo vicini alla persona di cui siamo innamorati

DEPRESSIONE
La depressione, come si osserva, è simile alla tristezza con l’aggiunta di un’ulteriore deattivazione delle aree del petto, della testa e della gola, tanto che il corpo appare oltre che neutrale ad ogni stimolo (soprattutto a livello del cuore e dell’addome colorati di nero) anche freddo ed immobilizzato (colore blu azzurro) quasi a voler simboleggiare uno stato di ibernazione mentale dalla quale risulta difficilissimo uscire. Tra tutte le emozioni, la depressione è in assoluto la più negativa e difficile da mutare, proprio per la sua mancanza di reattività agli stimoli, cosa che invece la differenzia dal sentimento di tristezza, per il quale come abbiamo visto, pur essendo il corpo inattivo.

DISPREZZO
Quando proviamo disprezzo per qualcuno l’unica zonadel corpo coinvolta è la testa mentre tutto il resto del corpo risulta neutro, in particolare l’apparato sessuale che dimostra ancora maggior freddezza.

ORGOGLIO
Quando ci sentiamo orgogliosi il nostro petto si gonfia di orgoglio a tutti gli effetti. E’ infatti nella parte superiore del corpo (testa e cassa toracica) che si concentra tutta la nostra energia in un crescendo di soddisfazione e compiacimento per il risultato che abbiamo ottenuto o per la grande azione che abbiamo compiuto. Essere orgogliosi ci fa quindi stare bene perché è un’iniezione di adrenalina e benessere che nutre cuore e mente.

VERGOGNA
Ciò che salta subito all’occhio osservando la reazione del corpo quando prova un sentimento di vergogna, è la grande energia concentrata a livello del volto e delle guance in particolare. Ecco spiegato il motivo per cui quando ci vergogniamo abbiamo le guance rosse! Il resto del corpo è inattivo e anzi quasi freddo: è quindi talmente forte l’energia che si concentra a livello del volto che tutto il resto rimane immobile.

INVIDIA
Il sentimento dell’invidia ci infuoca letteralmente il volto e leggermente il cuore, quasi a voler dimostrare che è un’emozione che parte quasi totalmente dalla nostra mente. Sentire ciò che ha da dirci può far paura per due motivi: perché temiamo il dolore o perché temiamo di perdere il controllo

LE EVIDENZE SCIENTIFICHE

Gli scienziati hanno realizzato che non vi sono sostanziali differenze tra le percezioni degli individui di origine europea rispetto a quelle degli asiatici, e questo incentiva l’ipotesi sull’origine biologica delle emozioni e sulla loro indipendenza dal linguaggio e dagli schemi di apprendimento. È stato così confermato che le emozioni e i loro corrispondenti modelli di sensazione corporea hanno una base biologica universale. Dalla felicità all’indifferenza, dall’invidia all’innamoramento, il nostro fisico reagisce in maniera differente con manifestazioni oggettive e largamente condivise. Resta assodato che un solo studio non basta per affermare la certa validità dello stesso. È però certamente un enorme passo in avanti e una spinta per esplorare più a fondo le magiche e favolose aree della mappa delle emozioni.

A questo punto il prossimo passo per gli scienziati sarà capire perché, e come, ogni emozione innesca risposte fisiologiche di questo tipo. Ovvero perché la mente in autonomia gestisce il corpo in modi così specifici. In effetti, una mappa delle emozioni ancora più approfondita e dettagliata, proprio per questa sua caratteristica di universalità, potrebbe essere un grande aiuto nell’interpretazione di stati di ansia, di depressione e di tutte quelle malattie collegate a disturbi dell’umore, da sempre molto difficili da capire in tempo.

COSA POSSIAMO FARE?

Essendoci una così stretta correlazione tra azione ed emozione, essere consapevoli dei propri sentimenti ci dà la possibilità di agire e non re-agire di fronte a difficoltà, sperimentando comportamenti nuovi ed adeguati alla situazione, mettendo da parte automatismi e schemi mentali che a volte non funzionano. Lavorare con le emozioni significa:

1) Accoglierle attraverso l’accettazione incondizionata: ogni cambiamento del nostro modo di pensare e sentire, avviene se prima vi è stata una sorta esperienza emozionale, conseguente al prodursi di uno stato di profonda accettazione incondizionata di sé e del problema che si sta affrontando.

2) Riconoscerle, nominarle, esprimerle, condividerle, ma non inviarle: un lavoro di riconoscimento, nominalizzazione, espressione e condivisione delle emozioni. Non è sempre facile questo percorso, spesso le emozioni sono divenute sintomi fisici, dolori, contrazioni, sensazioni disturbanti, stati di stress ed indicibile stanchezza, tuttavia è la strada giusta verso la Consapevolezza di sé.

Le emozioni, quindi, sono collegamenti bidirezionali tra mente e corpo: per questo motivo la prima fase della salute fisica dovrebbe essere quella di prestare attenzione, attraverso l’osservazione sia dei sintomi fisici che emotivi, alle sensazioni della persona. Comprendere il sentire del corpo attraverso l’interpretazione emozionale aiuta a capire i meccanismi psico-neuro-endocrino-immunologici attivati dalla richiesta emotiva del soggetto. La cura dovrebbe includere sempre l’aspetto emozionale dell’individuo, visto che le emozioni sono programmi adatti alla sopravvivenza dell’essere vivente; non accoglierle come percorso di cura sarebbe come escludere un parte importante verso la guarigione.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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