Fai questi cambiamenti nella vita di tuo figlio prima che sviluppi un malessere emotivo

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Gli esperti nel campo della psicoanalisi concordano sul fatto che la qualità delle cure ricevute durante l’infanzia possa determinare, in maniera tangibile, la comparsa di malesseri nella sfera psichica. Anche se in modo inconsapevole, molti bambini sono vittime di una tragedia silenziosa che si consuma dentro le quattro mura, sotto gli occhi degli stessi genitori. Parliamo di una devastazione emotiva che s’insinua silenziosa ma tagliente: lascerà delle cicatrici indelebili che il bambino scoprirà di avere solo in età adulta. In una società dove tutto viene svolto in maniera frenetica, a farne le spese sono i bambini. Molti genitori, in buona fede, non offrono al proprio figlio le basi per un’infanzia sana e felice e finiscono per minare il sano sviluppo della personalità.

Il vero significato dell’educazione

Per un bambino, è il rapporto che instaura “con i grandi” la principale fonte di stress psichico, soprattutto quando si tratta degli adulti a cui è legato da vincoli emotivi. Consapevolmente o meno, in ogni famiglia viene interpretato liberamente il concetto di educazione. Ma cosa vuol dire educare? In genere si pensa che educare significhi insegnare al proprio figlio a non dire parolacce, a comportarsi bene a casa di estranei, a mangiare tutto, ad ubbidire, a parlare e muoversi in maniera civile….

Certo è giusto che un bambino si comporti bene e non dica parolacce ma il vero compito di un genitore (oltre che di un insegnante) è prestare le giuste attenzione ai reali bisogni del piccolo e molti genitori (e insegnanti) dimenticano che il bambino ha un gran numero di bisogni emotivi, oltre che fisici.

Ogni genitore desidera che il proprio figlio sia felice

A volte, però, un genitore, preso dagli impegni della vita quotidiana si dimentica di verificare quali siano i reali bisogni del figlio. Risultato? Genitori “digitalmente distratti”, genitori indulgenti o troppo poco indulgenti, ore di sonno non adeguate al fabbisogno del piccolo, vita sedentaria dentro casa, stimolazioni continue,  gratificazioni immediate o assenza di gratificazioni…. sono i fattori che creano un terreno fertile per una gran varietà di malesseri psicologici.

E se venisse a mancare l’autorità rassicurante del genitore?

La confusione dovuta dalla mancanza di veri  punti di riferimento, come l’autorità rassicurante del genitore, crea nel bambino dei disagi che non sempre manifesta apertamente e che, con il tempo, potrebbero trasformarsi in malattie psicosomatiche. Ed ecco che dietro un mal di pancia, un mal di testa, un cattivo rapporto con il cibo, la difficoltà di apprendimento, aggressività e ansie, a volte si possono  nascondere delle richieste di aiuto, che, se non comprese, possono alterare lo sviluppo sociale, affettivo e mentale del bambino, influenzando l’adulto che diventerà.

Come evitare che tuo figlio possa sviluppare un disagio emotivo

Un altro errore molto comune a tanti genitori sta nel voler proteggere il figlio a ogni costo. Prendiamo un caso tipico: tuo figlio ha un problema a scuola, riceve rimproveri e prende un brutto voto. In queste circostanze, molti genitori finiscono per screditare l’autorità scolastica (l’insegnante) al fine di tranquillizzare il bambino.

Frasi del tipo “è solo un brutto voto, la maestra non ha capito niente… il tuo compito è bellissimo” oppure “ah, la maestra ha detto che sei scostumato e alzi la voce? Non la pensare… quella non capisce niente” sono frasi molto comuni e altrettanto dannose.

Se hai dubbi sull’integrità dell’insegnante, puoi affrontarla in disparte, tuttavia, se tuo figlio prende un brutto voto o ha problemi di condotta, il tuo coprirlo può essere solo deleterio. Tranquillizzando tuo figlio, non fai altro che metterlo sotto una campana di vetro nella quale tuo figlio non avrà abbastanza spazio per crescere e, quando inevitabilmente lo farà, finirà per romperla, mandandola in frantumi e rischiando di farsi molto male. Vuoi davvero che tuo figlio paghi le spese causate dal tuo bisogno di proteggerlo?

Solo un genitore attento può essere in grado di assicurare il corretto sviluppo del piccolo. Cosa fare dunque?

  • Fissa dei limiti, e ricordagli che tu sei il suo genitore, non il suo migliore amico.
  • Assicuragli  uno stile di vita di bilanciato, il che significa garantirgli tutto ciò di cui ha bisogno, non solo ciò che vuole.
  • Non temere di dire “No!” Se si tratta di qualcosa di cui non ha realmente bisogno.
  • Non trascurare la sua alimentazione, non limitarti ai cibi veloci, preconfezionati, magari non hai tempo per cucinargli cibi salutari ma ti assicuro che gli stai solo arrecando un danno che potrebbe ripercuotersi durante la crescita. Assicuragli, pertanto, un’attenta e bilanciata alimentazione.
  • Trascorri almeno un’ora al giorno in uno spazio verde: portalo in bici, fai una passeggiata, fagli osservare la natura. Metti via i cellulari durante i pasti.
  • Organizza almeno una volta a settimana giochi da tavolo.
  • Fai svolgere a tuo figlio piccoli lavori domestici. Puoi, per esempio, chiedergli di apparecchiare la tavola, di buttare la spazzatura, di ordinare la cameretta, di mettere i giocattoli al loro posto.
  • Assicurati che tuo figlio dorma un numero sufficiente di ore in una camera priva di dispositivi tecnologici.

Attenzione però, tale mansioni non devono essere gestite come un’imposizione. Abitualo pian piano a responsabilizzarsi magari con qualche piccolo premio.

Non proteggerlo dai piccoli fallimenti

In questo modo, imparerà a superare le grandi sfide della vita. Come ti ho già accennato, se ha preso un brutto voto non dare la colpa alla maestra e non sgridarlo, spiegagli semplicemente che deve imparare a sviluppare le sue potenzialità. Spiegagli che un cattivo voto ci può stare,  invitalo pertanto a impegnarsi di più con i compiti.

Offrigli opportunità di “annoiarsi”, perché è proprio nei momenti di noia che si risveglia la creatività. Comunica con tuo figlio in modo positivo. Sappi che il nostro cervello non funziona con le negazioni. Se io ti dico: non pensare al giallo, tu avrai pensato al giallo! Perciò, piuttosto che dire a tuo figlio: “Non scrivere sul muro col pennarello” prova a dire: “alla mamma piace il muro così com’è, colora su un foglio”.

Puoi persino allenarlo alla felicità

Allena la mente di tuo figlio a vedere le cose belle: la felicità non è un nuovo cellulare, il nuovo giocattolo… non è qualcosa  che deve arrivare. La felicità può essere già dentro tuo figlio se lo alleni a cercarla. Spingilo a ricercarla tutti i giorni. Non è difficile, anzi è più semplice di quanto tu possa immaginare. A tal proposito ti propongo un esercizio che puoi fare con tuo figlio prima che si addormenti. Conosci l’esercizio delle 3 w? Stanno per what went well?, in inglese significa: cosa è andato bene?

Questo semplice esercizio consiste nel chiedere a tuo figlio di raccontarti qualcosa di bello che gli è capitato durante il giorno. Le emozioni positive lo aiuteranno pian piano a vedere il mondo in maniera altrettanto positiva. Dopo aver messo il piccolo a letto, puoi fare un esercizio simile anche tu, lo trovi nell’articolo: 5 minuti al giorno per costruirsi una vita felice. Ricorda, un genitore soddisfatto e gratificato riuscirà meglio in tutti i suoi ruoli.

La vita ci riserva anche eventi negativi

Certo, la vita può essere crudele anche con un bambino, eventi tipici molto dolorosi possono riguardare la morte del nonno, di un genitore, la separazione dal papà…. in queste circostanze non bisogna mai fingere che vada tutto bene. Piuttosto allena tuo figlio ad affrontare le situazioni spiacevoli o meno gradite e insegnagli che è importante reagire.

Allena tuo figlio a tollerare le situazioni a lui scomode. Tuo figlio, per esempio, non ama stare fermo? Chiedigli di fingere di essere la guardia di un castello per cinque minuti. Accetterà e, a poco a poco, si abituerà a tollerare un’esperienza fastidiosa.

A detta degli esperti, tuo figlio presenterebbe un ritardo nell’apprendimento?

Non allarmarti subito,  non giungere a conclusioni affrettate sulle sue potenzialità e capacità cognitive. Piuttosto impara a rispettare i suoi tempi e i suoi modi di conoscere, esprimersi e relazionarsi. Conosci Albert Einstein? Costui ha mostrato la sua genialità solo all’università, Sapevi che era carente  in tutti i precedenti corsi di studi, soprattutto in matematica? E nonostante oggi si dica che fosse dislessico, niente e nessuno allora, fortunatamente, gli ha impedito di credere in se stesso e di diventare ciò che tutti noi conosciamo.

Ricorda… il rispetto verso un bambino passa soprattutto attraverso l’attenzione e il riconoscimento dei suoi bisogni, bisogni che si modificano continuamente in rapporto all’età e alle caratteristiche del suo universo psichico e interpersonale.

Concludo, miei cari lettori, con questa poesia dedicata al rapporto mamma – figlio. Stampatela nella memoria: “Figlio mio, vivi in modo da non doverti vergognare di te stesso, dì la tua parola in modo che ciascuno debba dire di te che ci si può fidare; e non dimenticare che dare gioia ci dà anche gioia. Impara a tempo che la fame dà sapore ai cibi, e rifuggi la comodità perché rende insipida la vita. Un giorno dovrai fare qualcosa di grande: a tale scopo devi diventare tu stesso qualcosa di grande.” di F. Nietzsche

Se apprezzi i mei contenuti…

Ho scritto un libro che non parla di maternità ma approfondisce gli stadi di sviluppo della nostra mente, in pratica ti spiego come sei diventato quello che sei oggi in base ai tuoi vissuti di ieri e l’educazione ricevuta. S’intitola «Riscrivi le Pagine della Tua Vita». In ogni pagina ti spiego come analizzare il tuo passato per scrivere al meglio il tuo presente, svincolandoti dai copioni che ti ingabbiano. Se hai voglia di metterti in gioco, è il libro giusto per te. Lo trovi nella tua libreria di fiducia o su Amazon.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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