I gioielli, da sempre elementi di grande importanza nella storia di uomini e donne, hanno da sempre accompagnato lo sviluppo delle società, fin dai tempi più antichi. Basta fare una passeggiata nei più importanti musei del mondo per rendersi conto che l’essere umano non ha mai fatto a meno dei gioielli e dei monili, più o meno preziosi, realizzati con ossa e denti di animali oppure con gemme meravigliose e rare, per esprimere e comunicare messaggi precisi.
Rappresentazione dei monili nell’antichità
A partire dalla preistoria, il gioiello ha rappresentato un fondamentale prodotto di artigianato dai numerosi significati, superando la pura e semplice rilevanza estetica e di abbellimento del corpo e riguardando sia l’uomo sia la donna. I monili creati a partire da elementi animali fungevano, ad esempio, da ostentazione di successo e vigore nell’arte della caccia, mostrando autorevolezza attraverso veri e propri trofei di battaglia per la sopravvivenza.
Le donne celebravano il dono della fertilità indossando ghirlande e collane realizzate con sassolini e conchiglie, simboleggiando il legame vitale e creativo tra il corpo e gli elementi terrestri. Più tardi, il gioiello aveva il compito di dimostrare il prestigio sociale e la ricchezza economica, distinguendo chi lo indossava dalle classi più povere della società.
Ma il prestigio e la forza non erano gli unici messaggi veicolati attraverso un monile: un accessorio prezioso, come un elmo o uno scudo spesso ornati con pietre e cristalli, poteva avere una funzione di protezione del corpo; una spilla pregiata serviva a tenere chiuso un caldo mantello; una pietra preziosa fungeva da amuleto, da simbolo religioso, da terapia magica, catartica e spirituale per guarire molti disturbi, fisici e mentali, oppure da reliquiario ed accompagnamento verso il mondo dell’aldilà durante i riti funebri.
Il significato simbolico di un gioiello, da sempre rappresentato anche dalla sua forma e dal suo colore, è sempre stata legata, in ogni caso, alla dimensione del corpo e della corporeità, al legame tra uomo e natura, corpo e terra, portando però con sé, in ogni epoca storica, anche una valenza spirituale, emotiva, psicologica e persino magica o sovrannaturale. D’altra parte, il termine stesso (“gioiello”, da “gioia”) non può che rimandare alla dimensione affettiva e sentimentale, rivelandosi una sorta di punto di incontro tra corpo e mente e tra corpo e spirito.
Quando un gioiello entra letteralmente nel corpo
Un gioiello non ha valore senza un corpo che lo indossa e lo sfoggia, il suo pregio non si ferma al semplice atto di possederlo e custodirlo, ma necessita di un “pubblico” che possa ammirarlo, desiderarlo, invidiarlo (che si tratti di un pubblico esterno e reale o, semplicemente, di un pubblico interiore, esprimendo il bisogno di auto-ammirarsi), ed al tempo stesso non può non comunicare aspetti profondi ed intensi della personalità e dell’emotività di chi lo sceglie con cura e lo porta su di sé.
Mentre l’abito funge da “involucro” per il corpo, infatti, un gioiello mantiene un legame più forte con la pelle, un contatto più intenso. In alcuni casi, un gioiello entra letteralmente a far parte del corpo, fondendosi con esso in modo concreto e carnale, a partire dal piercing che buca una parte del corpo ed entra al suo interno. Fino ai più semplici orecchini che attraversano i lobi delle orecchie, i piccolissimi strass applicati sui denti, i gioielli adesivi per il viso che non sono più accessori da indossare, bensì vere e proprie estensioni del proprio corpo.
Se alcune culture, più o meno antiche, arrivavano persino a deformare il corpo umano per inserire al suo interno oggetti decorativi e simbolici (come nel caso della tradizione del disco labiale tra le donne delle tribù africane), l’odierna società occidentale vede nella decorazione – talvolta anche invasiva o dolorosa – del corpo umano una vera e propria arte, espressa non solo con gioielli ed accessori, ma anche con dipinti sulla pelle, tatuaggi ed incisioni che fanno da “gioielli artistici” per ornare il fisico.
Molte celebrità del cinema e dello spettacolo hanno persino indossato al collo, negli ultimi anni, una piccola ampolla contenente una goccia di sangue del proprio amato, dettando moda tra i propri fans. Il corpo stesso si fa gioiello, ed il gioiello si incarna, diventando parte del corpo.
Il significato psicologico dei nostri gioielli
Un gioiello può dire al mondo chi sentiamo di essere, chi desideriamo essere, quanto denaro possediamo o vorremmo possedere e sfoggiare, a quale punto della nostra vita e del nostro sviluppo personale e sociale siamo giunti. Pensiamo, ad esempio, al valore comunicativo di un ciondolo personalizzato o inciso, come i famosi charms dalle forme più varie che indicano un matrimonio, la nascita di un figlio, la fine di un corso di studi, un evento importante della nostra storia personale.
Osservando il nostro corredo di gioielli simbolici, una persona a noi estranea può conoscere, nell’arco di pochi secondi, informazioni e dati importanti e molto personali della nostra vita intima. Forse si potrebbe ipotizzare che noi stessi, indossando un ciondolo che celebra la nascita di un figlio o un traguardo speciale di studio e lavoro, stiamo comunicando all’esterno una precisa ed intensa necessità psicologica di dire qualcosa di noi, oppure di dimostrare qualcosa e persino di nasconderci o proteggerci attraverso queste comunicazioni silenziose.
Il gioiello come l’oggetto transizionale
Prendendo in prestito alcuni concetti della Psicologia dello Sviluppo, si potrebbe definire il gioiello una sorta di “oggetto transizionale” attraverso il quale effettuare un importante passaggio nella propria storia di sviluppo ed evoluzione personale. L’oggetto transizionale, in Psicologia, rappresenta un oggetto che accompagna la delicata fase di separazione tra il bambino e la madre, per il superamento della fusione con la figura materna e lo sviluppo di una personalità autonoma.
L’oggetto transizionale fa da “mediatore” simbolico e garantisce sicurezza, come nel caso dell’orsacchiotto di pezza che sostituisce la madre durante la notte, o della copertina di tessuto morbido stretta a sé dal bimbo per sentirsi avvolto e protetto. Pian piano, il bambino impara a crescere facendo riferimento non più all’oggetto esteriore, che si tratti di un orsetto, di una bambola, del cuscino preferito, ma ad una figura interiore, interiorizzata, di una madre sufficientemente buona, un porto sicuro che mantiene viva la sua luce anche in sua assenza.
Un monile prezioso come un ciondolo o una collana, indossata al collo femminile e vicino al seno (ed al cuore), potrebbe in questo senso rimandare al rapporto con una figura materna simbolica, alle sue cure indispensabili per la sopravvivenza all’inizio della vita, specialmente quando un gioiello non è solo un oggetto prezioso ma anche una speciale eredità che mantiene il legame con un’antenata amata che non c’è più o, più in generale, con un passato idealizzato (nel caso di un gioiello vintage o antico).
La parte del corpo accompagnata dal gioiello può rivestire un significato simbolico
L’anulare sinistro che indossa la fede nuziale esprime il legame con il cuore ed i sentimenti d’amore; il polso ed il braccio potrebbero simboleggiare il luogo dell’appartenenza a qualcosa o qualcuno (nell’atto di legare il gioiello attorno al corpo, come un paio di manette, e di richiudere un gancetto d’argento come un lucchetto).
Il seno femminile, luogo per eccellenza della maternità al quale applicare una spilla preziosa o una lunga collana, può rimandare anche all’elemento della sessualità, in accordo con le teorie psicoanalitiche dei codici sessuali. La forma di un gioiello può richiamare, ad esempio, un significato sessuale preciso: le forme allungate, come quelle di ciondoli ed orecchini oblunghi, rievocherebbero la forma fallica maschile ed un simbolo di potenza ed autorità, mentre quelle morbide ed arrotondate starebbero a significare la dimensione femminile di accoglienza, unione, assieme anche alla scelta dei materiali, più o meno preziosi e naturali, e dei colori.
Quando si sceglie per sé un gioiello speciale, come un ciondolo dalla forma particolare o una pietra preziosa colorata, senza dubbio esprime una parte di sé
Come se proiettasse sul piccolo oggetto prezioso un aspetto della propria personalità solitamente silenzioso ma che parla attraverso ciò che il monile rappresenta: un piccolo animale, una lettera, un simbolo, uno spettro dei propri desideri, il riflesso che vorrebbe vedere allo specchio, qualcosa di sé che non riesce a dire con le parole. Da bambini siamo soliti disegnare, con matite e pastelli, ciò che sentiamo dentro di noi. Da adulti, forse, in qualche modo, lo indossiamo.
Quale può essere il significato segreto di un gioiello che viene donato?
Pensiamo, ad esempio, ad un gioiello particolarmente costoso, molto pregiato, forse troppo rispetto alle possibilità economiche di chi ha deciso di acquistarlo e regalarlo: all’interno di una relazione sentimentale potrebbe rivelarsi un segno di impegno emotivo da parte del donatore nei confronti della propria partner, come un vero e proprio investimento nella storia d’amore. Ma anche un modo per mostrare potere e prestigio così da colmare un inconscio sentimento di inferiorità nei confronti della persona amata. Opppure ancora un tentativo di compensare il senso di colpa per una propria mancanza o un grave torto all’interno della relazione.
Talvolta un gioiello enormemente costoso può mascherarsi da regalo per nascondere la propria, vera natura. Quella di un oggetto elegante con il quale abbellire il proprio partner-trofeo, un “accessorio umano” da mostrare al mondo nel suo nuovo splendore, così da sfoggiare il proprio vigore, esattamente come la collana creata con i denti dell’animale appena cacciato da parte dell’uomo preistorico.
E se il gioiello è acquistato per sé?
Quando invece decidiamo di regalarci un gioiello, anche costoso, con l’aiuto delle proprie risorse, potrebbe esprimere una necessità di fare i conti con sé, con la propria immagine interiore. Il gioiello acquistato per sé può essere il filtro mentale di come una donna sente di essere, un simbolo concreto di sé e dei propri aspetti psicologici ed emotivi preponderanti. L’auto-regalo prezioso può poi rivelarsi il simbolo di una conquista personale, di una sofferta ma finalmente raggiunta e sentita autonomia.
L’auto-regalo, infatti, elimina la dimensione relazionale, elude lo scambio tra due persone, focalizzando l’attenzione su di sé quasi come un atto di alienazione. Anche questa dimensione unidirezionale, però, in alcuni casi potrebbe comunicare, senza volerlo, un messaggio verso l’esterno: “ti dimostro che non ho bisogno di te”, forse perché l’assenza fisica o emotiva dell’altro è spaventosa da affrontare e si avverte la necessità di “esorcizzarla”, oppure per reagire alla propria difficoltà interiore di relazionarsi con l’altro.
A cura di Maria Lupoli, psicologa ed esperta di psicologia della moda
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