Le tattiche del manipolatore affettivo

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L \\\'Autore di questo articolo è uno psicologo o psicoterapeuta.

Sophie Lambda è un’autrice e illustratrice francese. “L’amore non basta! Come sono sopravvissuta a un manipolatore” è il suo primo libro, pubblicato in Italia nel 2021, edito da Laterza. Attraverso quest’autobiografia, Sophie ci racconta con estrema chiarezza tutti gli stadi emotivi che si attraversano quando si ha una relazione con un manipolatore. 

All’inizio, i loro comportamenti sono molto simili a comuni manifestazioni d’amore. E Sophie racconta proprio questo: “Tutte le parole che volevo sentire, lui me le diceva, moltiplicate per mille. Quelle che non mi aspettavo, ancor di più. Mi faceva tornare bambina, e io mi sentivo nuova di zecca, come se non avessi mai conosciuto il dolore. Era qualcosa di pazzesco, smantellava ogni mia certezza, tutto quello che pensavo di sapere, non somigliava a niente di ciò che avevo provato prima.”

Ma un po’ per volta la maschera cade e avviene una vera e propria impresa di distruzione da parte del manipolatore. La nostra parte razionale ci imporrebbe di fuggire al più presto, ma la vittima si sottomette al suo carnefice (senza esserne consapevole).

Le conseguenze sono molteplici: perdita della stima e della fiducia in se stessi, ansia, sensi di colpa, paura, mancanza di sicurezza in pubblico, senso di vergogna e isolamento. E sul piano fisico: comparsa di disturbi del sonno, somatizzazione, malessere generale, depressione, idee suicide, ecc. Sophie Lambda descrive le tre fasi tipiche da cui si passa se si ha avuto la sfortuna di amare un manipolatore:

IDEALIZZAZIONE: “Love bombing”

Il manipolatore possiede un talento naturale per il mimetismo comportamentale, e questo spiega perché si ha davvero la sensazione di aver incontrato la propria anima gemella. In seguito, raggiunge il suo obiettivo grazie a determinate azioni mirate a guadagnarsi la fiducia dell’altro:

Sostegno, incoraggiamento, adulazione: «Il tuo fumetto è troppo, troppo fico, topolina mia! Ce la farai! È pazzesco! Sono così fortunato ad averti nella mia vita!»
Complimenti, valorizzazione: «Sei così bella! Non ti rendi conto! È incredibile sono troppo fortunato»

Premura, piccoli gesti: «Non ho soldi per portarti al ristorante, però ci tenevo a mangiare con te, quindi ho comprato un pacco di pasta, due scaloppine e della panna di soia, visto che sei intollerante al lattosio»
Progetti per il futuro: «Ti prometto che quando saremo grandi ci compriamo una casa, oppure ci trasferiamo a NY. Poi quando sarai pronta facciamo un piccolo topolino».

LA SVALUTAZIONE

I manipolatori sanno adattarsi alla loro vittima, possiedono un’acutezza psicologica molto accentuata, sanno bene in che direzione scoccare le loro frecce in modo che colpiscano proprio lì. Una delle armi preferite dei manipolatori è la colpevolizzazione. Marcus era capace di rinfacciarmi le cose orribili, anche le peggiori, che era riuscito a farmi, spacciandole per reazioni normali al MIO comportamento.

È un trucchetto per deresponsabilizzarsi e discolparsi da tutto il male che si è capaci di fare. Ad esempio: «Ti ho tradito perché mi sentivo solo per colpa della tua gelosia. Ho visto dei messaggi del tuo ex su Facebook, quindi per disperazione sono andato a letto con una collega.

Ho bevuto troppo perché ero arrabbiato per colpa tua.» Siccome, di natura, sono una che tende a mettersi molto (troppo) in discussione, quell’idea alla fine mi è germogliata in testa, ha messo radici. Un’altra tecnica del manipolatore è il gaslighting, si tratta di una tecnica che mira a far dubitare la vittima della sua stessa percezione, dei suoi valori, della sua memoria.

E siamo ormai ben oltre la semplice bugia. Conserva delle briciole di realtà, le mescola con un sacco di bugie diverse. I fatti sono vecchi di qualche settimana, la bugia è credibile, difficile controbattere. A volte le bugie sono così complesse che diventa impossibile smontarle, o anche solo descriverle, spiegarle.”

LO SCARTO

Spesso i manipolatori hanno fretta di farci cambiare vita, trasferimento matrimonio, gravidanza sono spesso eventi scatenanti che anticipano tutto il peggio che ci aspetta. La fase finale dello scarto non prevede necessariamente una rottura perchè il manipolatore ha sempre bisogno di giocare. Al contrario, si tratta di una fase che arriva quando la vittima comincia a essere stanca, meno vivace. E questo, per il manipolatore, è assai noioso.

Allora, per non perdervi definitivamente, ecco che riuscirà a fermarsi esattamente prima della rottura finale, facendovi vivere qualche momento di felicità e promettendovi che cambierà. È un’altalena di emozioni che non la smette di oscillare e si rivela molto violenta, finendo per indebolire enormemente il morale della vittima.

E così allo scarto, che già farebbe da solo abbastanza male, si aggiunge il fatto che esso arriva dopo un evento scatenante, che ha richiesto al partner un grosso investimento: matrimonio, trasferimento, gravidanza ecc.

6 commenti su “Le tattiche del manipolatore affettivo”

  1. Ma sono sempre personalità malate perché non si è avuto nell’infanzia una crescita psico-emotiva giusta quindi si è sviluppata una nevrosi o psicosi che ha disturbato la personalità?

  2. Buongiorno Fabrizio,
    devo dire che il suo è un interessante punto di vista… ma, leggendo l’articolo, noterà che le caratteristiche sono “brillanti solo all’apparenza”, perché lo stesso manipolatore colto è descritto come una persona arrogante, quello altruista è descritto come un ipocrita, il seduttore come un adulatore per necessità… insomma, se non ci si sofferma in superficie, direi che non ha alcuna aurea da invidiare 😀 😉 almeno secondo me!

  3. Nelle descrizioni il manipolatore è sempre una persona migliore di noi (più colto, più bello, più spigliato, più gentile ecc.) e questo dovrebbe perlomeno farci riflettere.
    Siamo sicuri che non sia la sua aura a metterci a disagio?
    Attribuiamo intenzionalità a ciò che ci ferisce ma prima di definire “manipolatore” ci accertiamo che il dittatore non sia (ad esempio ) il nostro datore di lavoro che si lamenta a ragione delle nostre mancanze? che il seduttore non sia semplicemente chi ha preferito un’altra? che l’altruista non sia qualcuno che con noi si è stancato di dare senza mai ricevere? può essere un caso un caso che una “vittima” abbia problemi, e trovi sempre un manipolatore? nella vita sentimentale? con gli amici? nella vita sociale? lavorativa? come genitore? anche dal punto di vista probabilistico, non vi sembra un po’ troppo???
    Quest’articolo è (l’ennesimo) esempio di come, spesso per ruffianeria, si sposti il problema della debolezza o dello scarso valore sul mondo che ci circonda, o meglio, i problemi dei “deboli” sull’oggetto della loro invidia.

  4. Ciao Alessandra, la manipolazione è un insieme di atteggiamenti che prevede, tra gli altri strumenti, anche il ricatto. In pratica il ricatto è solo uno degli strumenti che usa il manipolatore… altri possono essere la coercizione, l’intimidazione, il gaslighting, la menzogna…. Insomma, il repertorio è lungo! 🙂

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