La fatica di farli crescere: rapporto genitore-figli

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Psicologa Psicoterapeuta, specializzata in terapia Familiare Sistemica Relazionale. Autrice di libri.
Mentre educhiamo i nostri figli, anche noi genitori continuiamo a crescere ed evolverci…

Perché oggi i modelli educativi funzionano meno? Che fine hanno fatto? Oscilliamo tra i seguaci “dei no che aiutano a crescere” agli estremisti del metodo montessoriano, con poca conoscenza dell’effettiva applicazione e valenza dei principi educativi.

Tra proibizionismo e liberalismo oggi vince la confusione, la mancanza di educazione, i ragazzi hanno voglia di cercare, di sperimentarsi, ma farlo in una società senza regole e confini non permette loro di sviluppare creatività e crescita, le esperienze restano infruttuose e a volte pericolose quando poi portano a conseguenze negative, spesso frutto di un fallimento generalizzato, familiare, istituzionale e sociale.

Il passaggio da un’infanzia iper protetta a un’adolescenza mal tollerata, getta i ragazzi in una crisi ancora più grande di quella che li attraversa come inevitabile passaggio di vita. Oltre alla confusione oggettiva dovuta ai cambiamenti fisici e psicologici della loro fase di vita, si ritrovano a dover sostenere aspettative lievitate nel corso dell’infanzia. Bambini prodigio su tutti i fronti (oggi l’agenda di un bambino non ha nulla da invidiare a quella di un manager all’apice del successo) rischiano di diventare adolescenti smarriti con nuove ansie da prestazione.

Cosa possono fare i genitori

Anche i genitori, tra modelli interventisti e assenteisti, sono in balia degli eventi e spesso incapaci di instaurare una relazione vera e forte, presi da sensi di colpa, di inadeguatezza e conseguente perdita di autorità.

Il problema sta nella relazione, le regole che valevano in passato oggi non sempre riescono ad adeguarsi, soluzioni un tempo adeguate ormai diventano inefficaci, a volte controproducenti. Solo in una relazione basata sull’ascolto, senza pregiudizi o paure, possono affondare radici utili per una sana crescita.

Nel libro della psicoterapeuta Asha Phillips “I No che aiutano a crescere” l’attenzione è posta su limiti e regole utili per l’educazione dei bambini. Saper dire No al momento giusto è necessario per uno sviluppo sano della personalità dei piccoli.

All’importanza dei No si affianca quella dell’ascolto, i genitori hanno il compito di adeguare un modello educativo al bambino o al ragazzo che hanno di fronte, capire le sue esigenze e sentire la possibilità di negare o di concedere. Nella valorizzazione della relazione si può trovare la libertà della propria affermazione senza dover andare incontro a un’autolesionismo (tagli, disturbi alimentari, dipendenza da sostanze, gioco, internet) per esprimersi.

Ascolto e accoglienza

L’espressione e l’accoglienza delle emozioni è indispensabile sin da piccoli. Aiutare un bambino a riconoscere, prima di tutto, e poi ad affermare le proprie emozioni consente una conoscenza e una consapevolezza di sé che permette una progressiva individuazione.

Non è necessario entrare in contrasto con le regole per ricercare affermazione e autonomia. Ciò che cambia con la crescita sono i modelli a cui si fa riferimento, legati a nuovi bisogni, ma questo non è necessariamente in contraddizione con i valori e gli insegnamenti che i genitori dovrebbero fornire. Un ragazzo che perde riferimenti stabili nella crescita vuol dire che non ha nuovi modelli da seguire, non si sente riconosciuto e accettato, per cui fatica a trovare la sua nuova identità.

Per essere sostenuti in questo passaggio i figli hanno bisogno che i genitori, in grado di affrontare a loro volta le emozioni che questo cambiamento comporta, possano sperimentare emozioni positive nei loro confronti fornendo quindi un nuovo modello funzionale, stabile ed emotivamente sicuro.

La crescita dall’infanzia all’età adulta

La crescita dall’infanzia all’età adulta, e anche oltre, è un costante cambiamento e adeguamento a esigenze personali, relazionali e sociali, un percorso che accompagna ogni individuo nella ricerca di sé, della sua affermazione e soddisfazione.

Esprimere le proprie emozioni e riconoscersi nelle relazioni significative della propria vita consente di proseguire ogni passaggio in modo evolutivo, senza arresti o rinunce.

Quando in questo percorso si creano blocchi o la soddisfazione viene cercata in situazioni patologiche bisogna interrogarsi su quale sia l’ostacolo che impedisce il passaggio a una nuova fase, a un cambiamento.

Affermare se stessi e la propria identità è un impegno costante che a ogni età può comportare difficoltà se non si crede in se stessi, per questo durante la crescita è necessario sentirsi riconosciuti e accettati all’interno di relazioni sane e appaganti.

Lucia Cavallo, Psicoterapeuta 
specializzata in terapia Familiare Sistemica Relazionale


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