Lo psicanalista Peter Schellenbau, di tendenza junghiana, ha descritto nei suoi libri quella che secondo lui è la più grave ferita che si possa infliggere all’essere umano. Parlava della mancanza d’amore. Stando ai testi di Peter Schellenbau, quando ti senti sola, incompresa, non amata o amata troppo, stai solo rivivendo quella ferita. Molte delle frustrazioni che vivi oggi sono il segno di una vecchia ferita mai rimarginata e ancora dolorosa, l’impronta di un bisogno d’amore rimasto inappagato. È una verità che vale anche per chi è stato amato troppo o meglio, per chi è stato amato nel modo sbagliato. La carenza d’amore si cela dietro molte maschere.
Chi da bambino, in un modo o nell’altro, è stato vittima di una carenza d’amore, troverà difficile, da adulto, amarsi sotto lo sguardo di un’altra persona: continuerà a sentirsi non amato, inadeguato e non all’altezza, anche quando è vero il contrario. Prima di introdurti il libro dello psicanalista Peter Schellenbau, farò le mie considerazioni personali segnalandoti quelle che sono le vere ferite che si porta dietro chi ha vissuto la carenza d’amore in una delle sue tante sfaccettature.
Le 5 ferite dei non amati
E’ condivisibile il pensiero che la mancanza di amore possa essere la più grave ferita che si possa infliggere al genere umano. Quando la mancanza d’amore tocca gli estremi e incontra dinamiche particolari, può anche sfociare in disturbi della personalità o in gravi disturbi del comportamento così come ho già parlato nel mio articolo “Tipi di mamma e ripercussioni in età adulta“. In questo paragrafo non parlerò delle origini dei disturbi di personalità ma solo di quelle che secondo me sono le 5 principali feriti che chi non ha ricevuto amore, nel modo giusto, si porta dietro fino all’età adulta.
#1. Il rifiuto del Sè e l’amore condizionato
Questa è indubbiamente la ferita più grande: il rifiuto del sé. In realtà, non è la mancata accettazione in sé ad arrecare danni ma tutto ciò che ne consegue. La mancata accettazione ti spinge alla fondamentale incapacità dell’amore incondizionato.
L’amore condizionato pone sempre limitazioni e riserve, la mancata accettazione di sé preclude ogni via per la felicità e rende impossibile ogni genuino cambiamento. Il rifiuto di se stessi è la peggiore trappola. Ogni cambiamento deve passare per l’accettazione del sé. Puoi migliorare solo se accetti la tua condizione attuale. Questo ti spiega perché spesso non riesci a portare a termine i tuoi piani e perché il tuo peso ideale resta solo… un’ideale!
#2. Rigidità mentale e autocritica
Non significa che sei rigida di pensiero o che non riesci ad accettare cambiamenti di programma. Significa che sei rigida con te stessa e prigioniera di determinati schemi. Sono questi schemi che ti portano a prenderti troppo sul serio e a diventare il peggior giudice di te stessa. La tua autocritica, però, non è costruttiva proprio perché tende a sabotarti.
#3. Somatizzazione
Più che una ferita, questa, sembrerebbe una condanna.
Molte affermate teorie riferiscono che le malattia psicosomatiche nascono dall’incapacità di esprimere e riconoscere le emozioni, nonché i propri stati interiori.
L’ammutinamento emotivo vissuto da bambina, fa sì che le emozioni disturbanti (mancata accettazione, frustrazione, rabbia, rancore…), invece di salire a galla, allo stato consapevole, trovano un’immediata espressione in una sorta di linguaggio organico. In altre parole, se le emozioni non vengono convalidate, dovranno pur “manifestarsi” in qualche modo e lo fanno attraverso disturbi psicosomatici, anche insospettabili.
Prima di essere accusata dai tipici lettori diffidenti, cito qualche autore di tali teorie: Paul MacLean (1949, 1954, 1977). Jurgen Ruesch (1948). Marty e de M’Uzan (1963). Emanuel Sifneos (1972). Nota bene: si può essere inclini alla cosiddetta “depressione mascherata“.
#4. Paura del giudizio e ipersensibilità
Frasi pungenti, frecciatine, critiche… tu le cogli tutte perché sei molto sensibile e tendi a leggere tra le righe le allusioni altrui. La tua sensibilità è collegata alla paura del giudizio. Non sempre si è consapevoli di questo timore che nei casi più estremi può portare all’isolamento. Chi teme lo sguardo altrui al punto da isolarsi e a limitare i rapporti umani, spesso sta solo fuggendo da se stesso.
#5. Sensazione di ingiustizia
Quel mancato riconoscimento, quella mancata attenzione e quella carenza d’amore che caratterizza l’infanzia, generano dolore, rabbia e sensazioni di ingiustizia. La frustrazione cresce e dirompe, si rischia di diventare rancorosi, nostalgici o eccessivamente attaccati al passato. La rabbia e il senso di ingiustizia nascono come risposta ai torti ricevuti in passato. Si tratta di una “difesa inconscia” che non censente di vivere serenamente il percorso della vita.
Le mancanze che invalidano la vita dei non amati
La ferita dei non amati si trasforma in una serie di mancanze che non si percepiscono come tali ma si vivono, silenti, nel quotidiano. Tali mancanze generano ansie, insoddisfazioni, paure, rabbia, rimorsi…. ma dato che non è facile individuarle diventa difficile porre rimedio.
La sensazione di stare bene con se stessi, la capacità di tollerare i fallimenti senza necessariamente cadere in un abisso senza fine, la capacità di scegliere persone con le quali stare bene e creare buone relazioni…. Sono queste le mancanze che generano frustrazioni. Queste mancanze si potranno colmare solo attraverso l’autoconsapevolezza e l’accettazione del sé.
La ferita dei non amati, il libro
La Ferita dei non amati non è l’unica pubblicazione di Peter Schellenbaum sulle conseguenze della carenza di amore in età infantile. Molto interessante è anche il testo “Il no in amore”. Il “No in amore” è diretto a chi vive il rapporto di coppia in modo morboso e totalitario. E’ diretto a chi tende a vivere l’amore come dipendenza affettiva e non come condivisione felice. Per concludere l’articolo ti segnalo le introduzioni a entrambi i testi. Quella che segue è tratta dalla Ferita dei Non Amati.
Molti di noi si sentono incompresi, soli, abbandonati, non amati o amati troppo poco. Sentimenti che spesso hanno origini lontane: in un’esperienza amorosa non felice, magari vissuta nell’infanzia, che si è radicata profondamente influenzando tutte le successive relazioni affettive. Attraverso il racconto di innumerevoli casi e le intuizioni che ne derivano, Peter Schellenbaum suggerisce come analizzare a fondo e riportare in superficie questa esperienza, per potersene liberare e recuperare tutta la nostra capacità di amare ed essere felicemente amati.
Il libro La ferita dei non amati di Peter Schellenbaum si può acquistare su Amazon al prezzo di 8,08 euro con spese di spedizione gratuite. Per tutte le info ti rimando alla pagina ufficiale del libro: La ferita dei non amati
“Ti amo da morire” è l’inizio della passione. Ossia: ti amo a tal punto da perdermi in te, identificarmi con te, dimenticarmi di me. È il momento del “sì” incondizionato, quando tutto (apparentemente) accomuna gli amanti: gusti, valori, passioni. Ma basta poco e quel “sì” diventa una prigione.
Ci si ribella, ci si oppone, ci si fa del male: l’unità si frantuma e la ‘coppia felice’ si separa. Perché l’amore nella coppia sia una continua crescita di entrambi, bisogna imparare a dire “no” mentre si ama. Cioè delimitare i propri spazi, conquistarsi momenti di libertà e autonomia, ricordarsi di sé quando si pensa all’altro. Facile a dirsi, ma questo libro suggerisce come fare. Con esempi, suggerimenti, riflessioni illuminanti.
Anche questo secondo testo è disponibile su Amazon al prezzo di 5,95 euro e spese di spedizione gratuita. Per tutte le informazioni ti rimando alla pagina ufficiale del libro: Il no in amore.
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