Indubbiamente il mondo frenetico nel quale viviamo, caratterizzato dall’ impossibilità di prendersi del tempo di qualità, di ascoltarsi ed anche di ammalarsi, incide considerevolmente sulla salute dell’ apparto locomotore, designato al nostro sostegno e movimento. Esiste senza dubbio una tipologia di disturbi che va ad agire sul sistema locomotore.
La distinzione, seppur delicata, è presente e va fatta in relazione a sintomatologie come: affaticabilità, tensione muscolare, limitazioni motorie, formicolii che potrebbero anche essere legati a comorbidità rispetto ad altre patologie (artrosi, reumatismi, ecc.), ma che in alcuni casi possono essere espressione di un disagio psichico che si riflette sul corpo.[/caption]
Il bersaglio muscolo-scheletrico
In un indagine psicosomatica condotta su PubMed i blocchi, i colpi della strega, le contratture acute, sono un segnale di allarme psicosomatico determinato dalla necessità di rallentare la propria corsa, pur non potendolo fare. Ma, nonostante il nostro corpo ci parli, dinnanzi a questi disturbi ci si limita ad ingurgitare miorilassanti ed antinfiammatori, per la stessa impossibilità a fermarsi che l’ha creata.
Altrimenti sei licenziato, sei giudicato meno performante e quindi meno necessario; richiedendoci di tornare a funzionare al più presto e meglio di prima. Hai un dolore al gomito? Utilizzalo comunque. Hai un’infiammazione alla sciatica? Ignorala. Hai una dolore al collo? Prendi un analgesico e fattelo passare. Qualsiasi siano i nostri problemi all’apparato locomotore, avremo sempre un beneficio da una riduzione dei conflitti, da un alleggerimento delle responsabilità, da un aumento della libertà espressiva e d’azione.
Quel che serve ai muscoli e alle ossa, serve anche all’anima
L’ascolto dei sintomi è fondamentale, perché se soffriamo di dolori psicosomatici, è probabile che il nostro corpo ci voglia dire qualcosa. Il nostro apparato locomotore, infatti, è molto chiaro nel darci segnali che magari ci stiamo muovendo in maniera errata nella nostra vita, che facciamo scelte in contrasto con la nostra natura, o più semplicemente che stiamo reprimendo rabbia, ansia, paura, tristezza.
Insomma, come fare a capire se siamo di fronte a un disturbo psicosomatico o meno? La prima cosa da fare è analizzarci, e capire se e che cosa stiamo vivendo in modo sbagliato, ma anche capire se i sintomi hanno delle cause esterne, prima che interne: insomma, bisogna fare chiarezza e comprendere il perché del nostro male.
Ed è proprio quando è complesso arrivare a un perché che entra in gioco la psiche: provate a parlare con il vostro medico, provate delle cure, delle soluzioni mediche, eppure non cambia nulla… questo è il momento in cui verrebbe da rassegnarsi, e invece bisogna tenere duro e continuare a ricercare le cause, ma magari dentro di noi. L’importante, in questi casi, è ricordarsi che spesso quello di cui ha bisogno il nostro corpo è la stessa cosa di cui ha bisogno la nostra mente.
Vertebre e ricordi dolorosi. Le nostre ossa somatizzano la sofferenza emotiva
Spesso ogni dolore è correlato a uno specifico sentimento o stato d’animo. Giusto per fare qualche esempio: le spalle o il collo, sono il luogo dove somatizziamo i pesi che portiamo addosso, le situazioni irrisolte, i momenti di stallo.Il dolore alle ginocchia, invece, è legato molto alla mancanza di fiducia, di sostegno, di amore. Così come l’anca somatizza il più delle volte una decisione che si è tenuta in stand by per troppo tempo. Insomma, ogni situazione è a sé: incominciare un viaggio alla scoperta di sé stessi, in ogni caso, non potrà che farvi bene.
Siamo spesso portati a credere che i dolori fisici e i problemi psicologici siano due cose separate tra loro, e che facciano parte di due “sfere” del nostro corpo diverse: del resto, un gruppo lo curano dei professionisti, i medici, un altro altri professionisti, gli psicologi.
In realtà ormai sappiamo da anni che non è così: infatti il nostro corpo è uno, e ciò che influenza la nostra psiche si ripercuote inevitabilmente sui nostri organi. Gli stimoli esterni causati dalle situazioni che viviamo portano il nostro corpo non solo a modificare la nostra mente, ma anche a produrre ormoni, molecole che tramite il sangue modificano la funzione di alcuni organi.
Per questo motivo, il nostro stato psicologico può avere un effetto concreto sui dolori che viviamo, come quelli articolari e muscolari: ecco perché diverse situazioni possono causare questi dolori, che si risolvono non tanto con gli antinfiammatori (che tolgono solo il dolore impedendoci di sentirlo, bloccando le vie nervose di trasmissione), quanto con la psicoterapia, che va invece a curare il problema di fondo. (ulteriori approfondimenti portale di psicoterapia psico.it) Anche perché con gli antidolorifici il problema si risolve solo temporaneamente, se non si toglie la causa che sta alla base di quei dolori.
1. L’ansia e i dolori muscolari
L’ansia è una delle situazioni che porta più spesso ad avere dolori muscolari. Quando siamo ansiosi, infatti, percepiamo una situazione di pericolo, e il corpo si prepara a scappare da quel pericolo. Per essere pronti, l’afflusso di sangue ai muscoli aumenta e questi rimangono costantemente contratti, portando in questo modo ad avere, alla lunga, dei dolori, come se avessimo fatto un’attività sportiva molto prolungata.
2. Lo stress e i dolori cervicali
Quando siamo stressati tentiamo di difenderci da una situazione che non è ottimale per noi, e anche se non ce ne accorgiamo ci mettiamo in una posizione di difesa, inarcando le spalle e flettendo il corpo. Questa posizione, non ottimale per il nostro organismo, fa irrigidire i muscoli del collo, e con essi le articolazioni intervertebrali che, con il passare del tempo, causano il dolore cervicale.
3. La depressione e le contratture
La depressione porta ad una minor percezione del dolore, perché il corpo cerca di adattarsi ad una situazione che non stiamo vivendo bene. Quando siamo stressati il corpo ci fa sentire meno dolore, e questo succederebbe sia con dolori forti (se qualcuno ci colpisse), sia con dolori meno forti.
Quando ci sediamo in una posizione scorretta, per esempio, sentiamo dolore e tendiamo a spostarci; tuttavia, se siamo stressati percepiremo meno dolore del solito, e questo ci porterà a rimanere “bloccati” in quella posizione. Se si bloccano i muscoli, in contrazione permanente, avremo una contrattura.
4. La paura e i dolori alla schiena
Altra situazione simile è quella in cui abbiamo una paura costante di qualcosa (prendere una decisione, paura di affrontare le situazioni) e uno dei sintomi fisici può essere il dolore alla schiena.
Questo accade perché quando abbiamo paura il nostro corpo si prepara a combattere o a scappare, e assume (anche se non ce ne rendiamo conto) una posizione di combattimento in cui la schiena viene inarcata in avanti. A lungo andare, la contrazione costante della schiena porta proprio a dolori in questa parte del corpo.
5. La rabbia e i problemi lombari
Anche la rabbia costante, manifesta o repressa, può portare a dolori e uno dei più frequenti è la lombalgia. Quando si ha rabbia tendiamo a non sentire il dolore, a muoverci costantemente e a cercare di superare i nostri limiti, anche con movimenti azzardati (magari siamo seduti su una sedia, ma ci muoviamo “a scatti”). Questo può provocare movimenti improvvisi della spina dorsale che provocano quindi i dolori lombari, fino addirittura a sfociare nell’ernia al disco che dipende dall’incapacità di rilassarsi tenendo la zona lombare sotto costante stimolo.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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