Le malattie croniche sono tutte quelle patologie spesso invalidanti che presentano sintomi costanti nel tempo e per le quali le terapie farmacologiche non sono quasi mai del tutto risolutive.Le malattie croniche più diffuse sono ad esempio la scerosi multipla, il morbo di Parkinson, il diabete, l’artrite reumatoide, AIDS, i tumori maligni, le malattie cardiovascolari, le demenze (come la demenza vascolare), le malattie respiratorie croniche, la tubercolosi, la condizione di chi è in attesa di trapianto, la fibrosi cistica, iperparatiroidismo e ipoparatiroidismo, il lupus eritematoso sistemico (LES) e tutte le malattie autoimmuni, l’anemia emolitica, l’insufficienza renale cronica, l’epilessia, la fibromialgia e molte altre.
Le malattie croniche e disagio psicologico
Dal punto di vista psicologico, la malattia cronica comporta un profondo e radicale cambiamento della propria vita e della percezione di sé. Questo cambiamento determina la ricerca di un nuovo significato di se stessi, della vita, della propria identità. Chi si ammala deve necessariamente e inevitabilmente ridimensionare le proprie abitudini, la propria quotidianità, le aspettative sul futuro, i propri progetti.
I pazienti inoltre subiscono un enorme cambiamento del ruolo all’interno della famiglia e della società. L’inizio di un percorso di cura stabile e continuativo nel tempo, come una chemioterapia o la dialisi, modifica le abitudini personali e familiari. Questo è fonte di stress psicologico ed emotivo che condiziona negativamente la persona a livello sociale, familiare, lavorativo, ma soprattutto a livello psicologico ed emotivo.
Infatti le persone che soffrono di patologie croniche peggiorano inevitabilmente anche il loro stato di salute psicologica. Spesso, chi vive l’esperienza della malattia, manifesta un’intensa sofferenza psicologica, depressione, ansia, attacchi di panico, elevato stress che rendono ancora più difficoltoso affrontare la nuova condizione di vita ed il decorso della malattia.
Lo stress fisico, mentale ed emotivo coinvolge inoltre non solo il singolo individuo ma tutta la famiglia e tutte le persone che se ne prendono cura (i caregivers). Le principali cause di disagio psicologico nei pazienti con malattie croniche sono:
- il senso di perdita della funzionalità del proprio corpo
- la dipendenza dalla terapia, dagli operatori medici e dai familiari, determinando la perdita, in parte, della propria autonomia
- un impatto diverso sulla vita sociale e sessuale
- il senso di rabbia e frustrazione, la paura e l’angoscia legata alla perdita di controllo sulla propria vita e al cambiamento esistenziale che la patologia comporta.
Il trattamento dei comuni sintomi ansioso-depressivi in questi casi è complesso, perché alcuni farmaci antidepressivi potrebbero interferire negativamente con le cure. Ecco perché è fondamentale un intervento psicologico da avviare parallelamente alla terapia medico/farmacologica. Il supporto psicologico rappresenta un’ulteriore risorsa per accrescere il Benessere della persona poichè permette di:
- Favorire il processo di ACCETTAZIONE e di adattamento alla nuova condizione di vita.
- Gestire e regolare le proprie emozioni di rabbia, paura, angoscia e frustrazione. E’ necessario attraverso un lavoro terapeutico imparare a saper accogliere, accettare, ascoltare e vivere tutte le emozioni, anche quelle più spiacevoli, per imparare poi a saperle gestire nella quotidianità.
- Contenere i sintomi di sofferenza psicologica, quali ansia e depressione (sono i più frequenti).
- Favorire l’aderenza ai piani di cura e la partecipazione attiva del paziente alla sua vita.
Inoltre consente di:
Migliorare le capacità relazionali.
Poiché l’isolamento sociale risulta essere una reazione di chiusura al mondo esterno molto frequente, è necessario continuare a coltivare i rapporti con gli amici e con gli altri familiari per aumentare la rete sociale e il bacino di risorse.
Accrescere l’autostima.
La condizione di malattia cronica spesso può condurti a non credere più in te stesso e nelle tue capacità. Ma nonostante tutto, tu vali! Tutti abbiamo le nostre abilità da riconoscere, da mostrare e da utilizzare per raggiungere i nostri obiettivi, soddisfare i nostri sogni e i nostri desideri. Anche tu puoi!
Lo psicologo può aiutarti a ricercare le tue risorse interiori e le tue capacità più nascoste per farle emergere e utilizzarle al meglio. Può aiutarti a riscoprirti, a ritrovarti a reinventarti.
Fornire un supporto genitoriale.
I genitori sono spesso le persone più vicine alla persona disabile che vivono quotidianamente tutte le situazioni più critiche e problematiche. Per questo è importante agire e intervenire anche sui genitori attraverso attività psico-educative, con l’obiettivo di:
- accrescere le competenze genitoriali, la resilienza, l’autostima, l’autoefficacia
- gestire eventuali problemi comportamentali del proprio figlio malato
- ridurre lo stress fisico e mentale
- aumentare le strategie di coping
- accrescere il benessere psicofisico.
- accrescere il benessere dell’intera famiglia
Come possono essere strutturati gli interventi di tipo psicologico?
Sostegno psicologico individualequindi rivolto alla singola persona o al singolo genitore (caregiver).
Gruppi di auto-aiutoper favorire la condivisione, il confronto con persone che affrontano lo stesso problema.
Laboratori espressivi e creativi. Si tratta di laboratori di gruppo condotti e mediati da un terapeuta. Si utilizzano l’Arte, la creatività e l’atto creativo come strumenti per esprimere le proprie emozioni e paure. Sono uno strumento di crescita personale, di autoconoscenza, di consapevolezza di sè.
Inoltre potrebbe essere molto utile attivare interventi psicologici in ambito domiciliare.
A volte la risposta alla diagnosi o al processo di cura può essere fortemente disfunzionale, portando il paziente a rifiutare il contatto con i medici curanti. E’ un intervento all’interno del setting domiciliare che aiuta la persona a contenere la sofferenza psicologica e a riattivare le risorse necessarie per fronteggiare gli eventi.
Quindi attraverso un percorso di sostegno psicologico il paziente può imparare ad esprimere il proprio disagio e le proprie emozioni con modalità più funzionali, può ridurre la sintomatologia-ansioso depressiva, può fronteggiare i cambiamenti del corpo, dell’identità, della percezione di sé, le eventuali difficoltà relazionali e sessuali e sentire di avere un ruolo più attivo migliorando la qualità di vita.
Importantissimo è anche alleggerire il carico emotivo dei familiari e dei partner, che diventano così una delle risorse a disposizione del paziente, ma non l’unica, per il suo sostegno emotivo.
A cura di: Margherita Giordano, psicologa clinica
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirci su Facebook: Pagina ufficiale di Psicoadvisor o sul nostro gruppo “Dentro la psiche“. Puoi anche iscrivervi alla nostra Newsletter. Per leggere tutti i miei articoli ti invito a visitare questa pagina.