Probabilmente le emozioni vissute durante e dopo la quarantena sono tante e contrastanti. Alla voglia di tornare ai propri ritmi si contrappone la paura di imbattersi in nuove problematiche. Al desiderio di socializzazione si alterna la necessità del distanziamento. Il bisogno di esprimersi si confronta con l’ansia derivata da ciò che non si conosce.
I dubbi sono tanti, le soluzioni sembrano poche. Si passa dall’eccessiva tutela ad atteggiamenti che rischiano di sconfinare nell’irresponsabilità. La propria salute e la tranquillità devono essere preservate, ma se per paura di essere avvelenati si smette di nutrirsi, vuol dire che si stanno iniziando a costruire difese talmente alte che diventano incompatibili con una sana ripresa.
Come ogni cambiamento, sarebbe meglio viverlo gradualmente senza fare salti nel vuoto che creerebbero solo ulteriore tensione. C’è chi è talmente abituato a togliere, a rinunciare ai propri desideri che considera meno difficoltoso adattarsi a situazioni di privazione, iniziando a percepirle come proprie scelte.
Tornare a scegliere
La difficoltà adesso consiste proprio in questo, riuscire a poter ascoltare i propri bisogni e tornare a fare le proprie scelte. Alcuni dovranno superare la paura per tornare a riprendersi le proprie abitudini, i propri spazi, altri hanno perso i loro riferimenti, si ritrovano ad aver messo tutto in discussione, per cui non è ancora chiaro da dove ripartire e in che modalità.
Si parla di ritorno alla normalità post quarantena, ma bisogna innanzitutto stabilire cosa si intende. Riguarda ciò che si viveva prima della pandemia? Veramente andava tutto così bene? Probabilmente no o almeno non per tutti.
Come tornare (o iniziare) a stare bene con se stessi e con gli altri?
Le distanze durante la quarantena sono cambiate, ci si è adattati a nuove modalità che in alcuni casi sono diventate talmente confortevoli da temere di allontanarsene. Ci si è costruiti un riparo, più o meno solido, più o meno ampio, in cui ci si può sentire protetti, tanto che lasciarlo non è poi così automatico come ci si aspettava (per un approfondimento, vedi: sindrome della capanna). Adesso non bisogna avere fretta, ognuno ha i suoi tempi, i suoi modi, ciò che conta è farne buon uso. Cogliere l’occasione per muovere i propri passi verso ciò che si vuole veramente.
Non è facile concedersi del tempo per conoscersi fino in fondo, per valutare se ciò che si sta facendo va bene o no, si è più abituati ad attendere valutazioni dall’esterno, ma i primi a cui dover dar conto siamo noi stessi, nonostante sembri più facile ignorarsi.
Eliminati i rumori di fondo si può dare ascolto a se stessi e questo può essere il momento della ripartenza, non sarà necessariamente semplice né rapido, ma basta iniziare a muoversi verso i propri obiettivi.
Il valore del tempo
L’occasione che ci è data oggi è quella di poter avviare un profondo cambiamento, quanto tempo dedichiamo alle persone e alle cose che amiamo? Quanti pensieri sono finalizzati alla corsa per il guadagno, per l’acquisto dell’ultimo status symbol del momento, per lottare contro il tempo?
Di solito il nemico più grande resta lui, non ne abbiamo mai abbastanza, passa in fretta e noi inermi non sappiamo contrastarlo. Spesso viene utilizzato come un alibi per non occuparsi di qualcosa che fa paura, lo si riempie di momenti e attività futili proprio per non sentire l’incedere del richiamo ad altro, per continuare a rimandare. Eppure dovremmo essere noi a decidere come impiegarlo. Magari adesso abbiamo l’occasione di ristabilire delle priorità. Il tempo deve tornare ad essere un nostro alleato.
Se si inizia a dare valore a ciò che conta davvero all’interno della propria vita forse si inizia a trovare il coraggio per portare avanti scelte che fino ad oggi non si è riusciti a prendere, responsabilità verso se stessi che si sono rimandate.
Lavoro, amore, passioni, tutto ciò che ci riguarda profondamente e che a volte si porta avanti più per abitudine che per convinzione. Non sto suggerendo una rivoluzione, ma probabilmente in ogni vita ci sono piccoli cambiamenti che vale la pena di prendere in considerazione. Pensare di non essere eterni non deve spaventare, ma deve far riflettere su ciò che si vuole realmente vivere senza continuare a rimandare. Adesso tornare a ri-uscire potrebbe avvicinare al farcela.
Lucia Cavallo, Psicoterapeuta
specializzata in terapia Familiare Sistemica Relazionale
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