Perché in molte famiglie esiste il figlio preferito

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor


La verità è scomoda: il figlio prediletto esiste. Questa spinosa verità interessa chiunque abbia dovuto dividere (ho volutamente scelto la parola “dividere” e non “condividere”) l’affetto dei genitori con un fratello o una sorella.

Figlio prediletto, introduzione

I pinguini sono animali che fanno simpatia un po’ a tutti. Non tutti, però, conoscono delle scabrose verità sull’istinto materno di questa specie.

La mamma pinguino depone le uova e, prima ancora di iniziare la cova, decide di schiacciare quelle più piccole e portare avanti solo l’uovo più grosso. Il mondo animale, al quale anche noi umani apparteniamo, ha a cuore solo la sopravvivenza, sì, ma la propria.

Così, se per la mamma pinguino sono le dimensioni che contano, per la mamma umana entrano in gioco un gran numero di fattori emotivi che inevitabilmente la porteranno se non a scegliere un figlio preferito, ad applicare una disparità di trattamento tra i figli andando a prediligere o comunque agevolando il cammino di uno talvolta anche a discapito dell’altro o degli altri figli.

Avviso ai fratelli minori: quello che sospettavate è vero, la vostra sorella o il vostro fratello maggiore è… quello preferito!

La maggior parte delle mamme lo negheranno e porteranno il segreto fino alla tomba, ma il figlio preferito esiste. Lo conferma anche una ricerca condotta dall’università della California che ha dimostrato che almeno il 70 per cento dei papà e il 60 per cento delle mamme riconoscono di avere una predilezione per un figlio: che solitamente è il primo, il figlio maggiore!

Avviso ai fratelli maggiori: quello che ha rilevato la ricerca appena citata non sempre è vero. Nella specie Homo sapiens sapiens così come in molte altre specie animali, entra in gioco la compassione. Così, un figlio più debole può essere identificato dai genitori come più bisognoso di cure e, per questo, investito di più amore e “letto dal fratello” (più grande o più piccolo che sia) come figlio prediletto… perché, nella realtà dei fatti, lo è!

Che impatto ha vivere all’ombra di un figlio prediletto?

Qui gli psicologi della Purdue University non hanno dubbi: «La sola percezione di un trattamento sfavorevole è negativa», ha un impatto negativo sullo sviluppo emotivo del bambino meno favorito.

Lo status del figlio meno favorito che- dimostra uno studio dell’università di Denver – può provocare, in età adulta e durante l’intero sviluppo, sintomi come ansia, disistima e depressione. Non è difficile intuire, per il figlio meno favorito, anche l’innescarsi di problemi di attaccamento con la difficoltà nell’instaurare rapporti di coppia sani e basati sulla reciprocità affettiva.

Il figlio prediletto, al contrario, avrà più fiducia in sé e potrà acquisire un attaccamento sicuro…. Attento! Non è tutto ora ciò che luccica! In casi estremi, esiste un grosso rovescio della medaglia e il figlio prediletto potrebbe dover pagare anche lui forti conseguenze. Il figlio prediletto potrebbe aspettarsi lo stesso trattamento ricevuto dal caregiver anche dagli altri! Ecco che possono nascere anche qui squilibri dell’autostima con tendenze narcisistiche, problemi legati a un’iper-protettività o difficoltà nel raggiungere la piena autonomia e nel distaccarsi, in modo sano, dallo stesso caregiver.

Figlio prediletto e legame tra fratelli

Quando nella famiglia c’è un figlio prediletto, possono sorgere diverse dinamiche, ognuna con scenari e caratteristiche proprie.

Purtroppo, quando si vive una disparità di trattamento tra i fratelli, i fratelli, seppure consanguinei, possono instaurare relazioni molto complicate tra loro. Questo capita anche in quelle famiglie che all’apparenza sembrano molto amorevoli.

Ricordi la favola di Hansel e Gretel dei fratelli Grimm?
In breve, vi è una matrigna cattiva che maltratta i due bambini fino ad arrivare ad abbandonarli nel bosco. I due fratelli, identificando nella matrigna un nemico comune, si coalizzano e stringono un forte legame.

Cosa c’entra tutto questo con il figlio prediletto e il figlio sfavorito? Che quando vi è un figlio prediletto, è inevitabile che il figlio posto in secondo piano cominci a sperimentare una forte sensazione di ingiustizia e non riesca a legare, in modo sano, con il fratello che, in qualche modo, gli sta sottraendo attenzioni e affetto. Si crea una inevitabile crepa tra i due fratelli che tenderanno a sentirsi sempre più diversi tra loro. In casi estremi, il figlio posto in secondo piano potrebbe sentirsi addirittura totalmente estraneo alla famiglia.

I Fratelli rivali

Talvolta può innescarsi la dinamica della competizione. In questo caso i fratelli si percepiscono come rivali e il premio di questa rivalità è indubbiamente il più ambito per un bambino piccolo: l’amore materno.

La triste realtà è che in alcune famiglie non vi è nessun vincitore, perché, a monte, la madre è incapace di trasmettere amore in modo coerente e sano e i fratelli si percepiscono a vicenda come favoriti e vivono se stessi come sfavoriti.

Il figlio modello e la pecora nera

Osservando molte famiglie, mi sono ritrovata di fronte a scenari davvero difficili da interpretare, in cui una madre, mon solo mostravano la preferenza per un figlio a discapito di un altro ma addirittura la legittimava.

In altre parole, una mamma può preferire un figlio perché l’altro viene etichettato come “peggiore” o addirittura “lento, pigro, stupido…”. In questo scenario vi è un figlio modello, ovvero quello prediletto, e poi una pecora nera, cioè un capro espiatorio.

Il figlio modello non potrà mai fare nulla di sbagliato agli occhi della madre. Al contrario, il capro espiatorio, per quanto possa sforzarsi, non riuscirà mai a fare nulla di buono agli occhi della madre.

In questo caso, spesso, il figlio modello è vissuto come un’estensione della madre mentre la pecora nera tenderà a viversi come un ospite sgradito in casa. In questo scenario anche il figlio modello è una vittima della madre, solo che il capro espiatorio non lo sa e innescherà un legame di forte competizione con il figlio modello oppure si sentirà, a priori, sconfitto e assumerà una posizione accomodanteaccudente e sottomessa così come nella visione del genitore.

Sorelle, fratelli e fratello e sorella. La differenza tra i sessi conta

La ferita del figlio non amato può prendere diverse connotazioni in base al sesso del consanguineo. Per esempio: per una sorella messa in secondo piano, è più “facile, seppur doloroso” accettare “la sconfitta” quando a essere prediletto è un fratello (di sesso opposto). Diventa molto più difficile, invece, quando quella preferita è un’altra sorella. In pratica, a parità di sesso, la disparità di trattamento è vissuta in modo amplificata. Il dolore sembra intensificarsi quando un figlio viene messo da parte in favore di un altro figlio dello stesso sesso.

Perché una madre sceglie proprio quel figlio preferito? Un esempio pratico

Giovanni è il fratello maggiore di Maria. Da piccoli, Giovanni e Maria facevano le cose di tutti i bambini: giocare insieme, litigare, farsi i dispetti… insomma, le cose che in genere si fanno tra fratelli. Con il passare del tempo, Maria ha iniziato a sperimentare i primi torti e ad avvertire le prime ingiustizie in famiglia.

Al fratello spettava la bici più bella, i giocattoli più costosi, alla domenica si preparava sempre il suo piatto preferito e anche i dolci che prepara la mamma erano “quelli che piacciono a Giovanni”. Maria ha vissuto sulla sua pelle cosa significa “essere il figlio messo da parte“, quello escluso, mentre Giovanni, crogiolandosi nel ruolo del “cocco di mamma”, neanche si è accorto di ciò che stava accadendo… e come poteva? In fondo anche Giovanni era solo un bambino e tutto ciò che desiderava, proprio come Maria, era l’amore materno, amore che riceveva e si teneva stretto.

Hai presente la fiaba di Cenerentola? Non dico che la vita di Maria, da bambina, era come quella di Cenerentola però…. è anche vero che nella fiaba, le disparità di trattamento tra Cenerentola e le sorelle ha un senso: Cenerentola era la figliastra, l’oggetto indesiderato! Ma se i fratelli nascono dallo stesso amore dei genitori perché questo amore viene estrinsecato in modo così diverso e poco paritetico?

Il tutto è riconducibile all’infanzia dei genitori, alle ferite che un genitore si porta dentro e alla sua sfera emotiva che talvolta porta con sé un senso di irrisolto.

Se una donna si porta dietro malesseri e ferite interiori che in età adulta non ha potuto (voluto) elaborare in modo assertivo, qualora decidesse di mettere su famiglia, questa donna si ritrova invischiata in dinamiche familiari probabilmente poco funzionali. Dinamiche che, inevitabilmente, si ripercuoteranno sulla stabilità emotiva dei figli che verranno.

La mamma e la profezia che si auto-avvera… attraverso i figli

Con la nascita della prole, attraverso l’instabilità emotiva della mamma, si innesca un dualismo comportamentale. La casistica è delle più svariate, per riportarti un esempio continuo con il caso clinico di Maria e Giovanni e della disparità di trattamento che è nata dal dualismo vissuto inconsciamente dalla madre.

In Maria, la mamma ha visto l’amore che avrebbe desiderato ma che non ha ricevuto dai genitori.

In Giovanni, invece, la mamma ha visto la possibilità di riscattarsi e riempire il figlio dell’amore e dell’attenzioni che a lei, durante l’infanzia, sono mancate.

Nei suoi racconti, la mamma di Giovanni e Maria spesso riferisce di aver avuto un’infanzia difficile proprio perché in famiglia era vista “come l’ultima ruota del carro“, l’immagine di sé che poi ha proiettato sulla figlia femmina.

In altre parole, la mamma percepisce che con Giovanni potrà risanare le sue vecchie ferite, di conseguenza, lo tratterà in modo diverso da Maria. Giovanni, poi, interiorizzerà le aspettative della mamma e si comporterà di conseguenza. Si instaurerà, così, un circolo vizioso per cui Giovanni e Maria tenderanno a divenire nel tempo proprio come la mamma aveva immaginato: Giovanni quello che lei avrebbe voluto essere e Maria quella che lei è stata.

E’ importante sottolineare che la mamma è del tutto inconsapevole delle sue aspettative e del suo malsano tentativo di risanare le ferite emotive mettendo in atto dinamiche disfunzionali. E’ stato a causa di quelle ferite emotive che la mamma di Giovanni e Maria ha proiettando sui figli una netta disparità di trattamento.

In casi palesi come quello di Giovanni e Maria, non è raro che ci sia il coinvolgimento di terze persone che cercano di aprire gli occhi alla mamma ingiusta” ma la mamma in questione, invischiata fino al collo con la sua ferita interiore, non ammetterà mai di star attuando una disparità di trattamento. Si può essere così ciechi? Sì, quando si ha a che fare con ferite interiori e quando non si vuole entrare in contatto con una realtà fin troppo dolorosa. Una realtà dolorosa prima per sé e per il proprio vissuto, e poi per il prossimo (il dolore che si sta causando ai figli, sì, perché il danno, nel caso clinico in questione, è per entrambi: per Maria che è stata messa da parte e per Giovanni, caricato di aspettative eccessive).  Quindi, tra le altre cose, la mamma dovrebbe fare i conti prima con la propria infanzia, con i torti subiti, risanare il suo legame materno (per intenderci, con la nonna materna di Maria e Giovanni) e non solo, poi dovrebbe accettare il fatto che con il suo atteggiamento non può definirsi una buona madre, quindi non è molto diversa da sua madre, quella che le ha causato tanto dolore… Insomma, una catena di conflitti irrisolti!

Oggi Maria ha 32 anni, ed è a sua volta mamma. Per fortuna Maria ha risanato le sue ferite emotive e ha preso consapevolezza di tutto, così i suoi due piccoli figli possono crescere sicuri e legati, senza disparità alcuna! 😉

Il caso clinico esaminato riporta solo un esempio dei tanti meccanismi che possono scattare nella selezione del figlio preferito da parte del genitore. Per approfondire le dinamiche che portano alla scelta del figlio prediletto e le conseguenze che questa preferenza può avere sullo sviluppo emotivo dei figli, ti consiglio di leggere il mio articolo: disparità di trattamento tra fratelli.


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1 commento su “Perché in molte famiglie esiste il figlio preferito”

  1. Sono una figlia maggiore, ma non certo la prediletta: la prediletta è sempre stata mia sorella minore. Mia madre cercò di rimanere incinta perché voleva sposare un professionista e sistemarsi, invece mia sorella fu cercata e voluta. Mia madre è una donna di rara cattiveria (cosa assolutamente riconosciuta da tutti coloro – familiari e non – con cui ha avuto a che fare) e mia sorella è come lei. Lei era il genio, io la scioccherella: il genio ha studiato in America e tutti si aspettavano che andasse a lanorare alla NASA, la scioccherella ha studiato a Bologna e si è laureata in Storia con la dispprovazione di tutti () che mi avrebbero voluto farmacista. Il genio, dopo aver sprecato in Italia ed oltre ottime opportunità (IBM, INTEDA, CERN…..), ha fatto la casalinga tutta la vita ed ora impartisce lezioni di recupero di matematica, organizzate dal comune della città in cui vive, per i bambini immigrati. Io dovetti accettare un orribile lavoro di rappresentanza IMPOSTOMI nel quale mi sono riuscita a ottenere ottimi risultati, tra i quali acquistare una bella casa SENZA MUTUO!!!! Io e mia sorella non abbiamo più contatti e non li avremo mai più. Non disprezzate i figli che non preferite, aiutateli ad avere una buona autostima e non imponete loro lavori che non amano.

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