Infedeltà, bugie, promesse non mantenute, fiducia infranta… sono tanti gli ingredienti racchiusi nella parola tradimento; in qualche misura, ognuno di noi ha dovuto affrontare questo tema nella vita. L’amica che non ha mantenuto il nostro segreto, il collega che ha rubato una nostra idea, il partner che ha infranto una promessa… le casistiche sono infinite. In questo articolo analizzeremo l’infedeltà in amore.
Perdonare un tradimento potrebbe essere considerato un atto d’amore verso l’altro o un atto di disistima verso sé, tutto dipende dalle circostanze e dall’esterno nessuno dovrebbe prendersi la briga di giudicare con disprezzo. Ognuno può avere le sue idee, ma c’è una bella differenza tra esprimere un’opinione e dare vita a una manifestazione di disprezzo.
Le pressioni sociali
Nonostante il tradimento sia un tema molto ampio e complesso, sono certa che leggendo solo il titolo sulla nostra pagina di FB, un buon numero di utenti* avrà lasciato commenti di indignazione.
*scrivo utenti e non “lettori” perché di fatto non leggono i nostri contenuti ma si limitano a opinare in superficie.
Perché il perdono di un tradimento dovrebbe indignare?
Perché una persona tradita che perdona il partner deve subire le pressioni di un giudizio sociale così negativo?
Semplicemente perché il tradimento è un tema universale che appartiene a tutti noi. E’ nelle nostre esperienze apprese (dirette o indirette) e, per questo, giudicando si sopprime una paura ancestrale.
L’essere umano è geneticamente programmata per stringere un legame speciale, alla nascita siamo programmati per legare con “l’altro importante” (la figura materna), per poi sviluppare un legame di attaccamento anche da adulti. E’ chiaro che la paura dell’abbandono, fin dalla tenera età, gioca un ruolo chiave.
“Chi tradisce non ama”
Nel giudizio, nell’indignazione, si esprime la paura inconscia di essere traditi ma anche un pensiero dicotomico “tutto o niente”. “Chi tradisce non ama“, è questa la credenza generale, senza ma e senza sé. Il bisogno di credere a un “amore senza ma e senza se” si scontra, però, con una realtà ben diversa.
“Chi tradisce non ama“, questa frase deve fare i conti con la complessità del campo relazione. Non si interfaccia solo con una personalità (quella del traditore) ma anche con l’intero campo relazione (la diade, il legame tra i due partner) o con un complesso ben più ampio (se ci sono figli e famiglia).
Questa frase, inoltre, ignora anche la possibilità di ogni errore: anche il cavaliere dall’armatura scintillante può sbagliare, anche il principe azzurro può inciampare. Sarà poi facoltà del partner di turno scegliere se rimanere nella relazione o andare, questa scelta può avvenire dopo un’attenta analisi della situazione.
La critica feroce
Anche se riguarda un’altra persona, viviamo il tradimento come qualcosa che ci appartiene, qualcosa da evitare a tutti i costi perché rappresenta una minaccia. Il tradimento, per antonomasia, rappresenta l’abbandono. La vittima se decide di lasciare il traditore è un super eroe, al contrario, se decide di perdonarlo, merita la gogna. Anche in questo caso la proiezione gioca un ruolo cruciale, nella vittima si proietta se stessi in una situazione di abbandono già vissuta o ipotetica.
Chi sono le persone che giudicano male colui che perdona?
Anche qui le casistiche sono tante e non è possibile generalizzare. Per esempio, chi è stato lasciato a seguito di un tradimento va incontro a una dissonanza cognitiva e giudica pesantemente “chi perdona”.
La proiezione gioca un ruolo cruciale; nella vittima si proietta se stessi in una situazione di abbandono già vissuta o temuta. Per rendere più accettabile il proprio abbandono, chi giudica ha bisogno di pensare che il traditore debba essere messo al bando in qualsiasi caso, a prescindere dal contesto. Se chi giudica non ha mai avuto un compagno o una storia importante, nella sua critica vi è una componente di invidia.
Chi è più proiettato al perdono, paradossalmente, è chi ha una storia felice.
Il tradimento come rischio calcolato
Quando intrecciamo una relazione e mettendo in gioco i nostri sentimenti, corriamo dei rischi. Il rischio di essere feriti, il rischio di essere “abbandonati” e, sì, anche quello di essere traditi. Imparando a conoscere il partner possiamo renderci conto dell’ammontare del rischio; le domande sono tante:
- l’ha già fatto altre volte?
- E’ soddisfatto nella relazione?
- E’ autentico nella relazione?
- Quanto sta investendo nella relazione?
- L’impegno è reciproco?
- Qual è il suo sistema di valori?
- I suoi sentimenti sono autentici?
Possiamo poi presumere di avere le risposte a ogni domanda, risposte rassicuranti che ci proiettano in una relazione stabile e sicura. Il rischio di essere tradite è basso! Via libera: semaforo verde! Se le risposte a queste domande non sono incoraggianti, allora dovremmo chiederci fin da subito perché decidiamo di intraprendere una relazione del genere!
Perdonare un tradimento, un atto di coraggio e di amore
Perdonare un tradimento significa comprendere le dinamiche che hanno condizionato l’evento e soprattutto, significa nutrire ancora fiducia nei sentimenti del partner. Perdonare un tradimento significa continuare a investire nella relazione.
“C’è poco da capire, se ti ha tradito non ti ama più…”. Il tradimento è indubbiamente un atto grave, una mancanza di rispetto e il rispetto è indispensabile in una coppia, senza rispetto non c’è amore; ma una singola mancanza di rispetto è ascrivibile all’intera relazione? Certo che no. Altri ingredienti indispensabili nella coppia sono: complicità, affinità, appagamento… se un ingrediente viene a mancare, bisognerebbe esprimere l’esigenza in modo assertivo (e non critico) e agire prontamente per garantire il benessere di coppia.
Questo avviene nella coppia ideale. Nella pratica, una coppia (soprattutto quando ci sono figli e stress esterni come lavoro insoddisfacente, stress finanziario…), non sempre ha la lucidità di impegnarsi per il bene comune o di capire cosa sta accadendo. Quando si raggiunge una certa stagnazione e ci si sente trascurati all’interno della relazione, si potrebbe diventare più vulnerabili alle lusinghe del corteggiamento. In questi contesti è più facile inciampare nel tradimento pur conservando sentimenti d’amore per il partner: tutto avviene molto velocemente.
Quanto vale la pena salvare una relazione del genere? Solo la diade coinvolta può saperlo e la volontà di entrambi i partner gioca un ruolo cruciale nel recupero. La “vittima” dovrà fare i conti con forti sentimenti di rabbia e il “traditore” dovrà mostrare piena trasparenza e impegno nel recupero.
Può essere utile: 10 motivazioni alla base del tradimento
Perdonare un tradimento, un atto di disistima
In alcune circostanze, perdonare un tradimento è un atto di disistima personale. Si può valutare di perdonare un tradimento solo in una coppia sana. In un legame già compromesso, perdonare un’infedeltà sarebbe un atto di mancanza di amor proprio. In questo contesto la paura dell’abbandono e la dipendenza affettiva giocano un ruolo cruciale.
Nello scenario precedente, in cui descrivevo il perdono come un atto d’amore e di coraggio, si parte da presupposti ben evidenti:
- La coppia vuole cooperare per risanare il rapporto
- Risanare il rapporto significa reciprocità
- Il rapporto era paritetico già prima del tradimento
- Il tradimento è stato un riflesso di dinamiche complesse vissute dalla coppia
- L’infedeltà non è un modus operandi
- I partner si stimano, si capiscono e sono pronti entrambi ad affrontare un difficoltà enorme che il recupero
- I partner hanno ben chiari i propri sentimenti
Un tradimento non andrebbe mai perdonato per paura della solitudine. In questo contesto sarebbe opportuno lavorare non sulla coppia ma sulla crescita individuale.
Può essere utile: la coppia aperta e il tradimento consensuale
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