Sto bene, ma non mi sento davvero bene

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

«Sto bene, non mi manca niente ma non sto davvero bene». Questa è una frase che sento spesso negli ultimi tempi. Chi la pronuncia, non si sente particolarmente triste o angosciato, ma non riesce a identificarsi in uno stato di pieno benessere.

Incontro Sabrina (nome di fantasia), le chiedo: «come ti senti?» lei, guardandomi, mi dice «Mi sento… mah, sto così!» e fa spallucce alzando la testa. Sabri non riesce a trovare le parole per tradurre il suo stato emotivo. Poi prosegue con un «non mi manca niente, la vita va avanti…» e muove di nuovo le spalle. Un gesto che leggo quasi come rassegnazione.

Chi vive in una condizione di benessere si sente connesso al mondo, pronto ad affrontare nuove sfide e a gioire dei frutti coltivati (piccoli o grandi che siano) fino a quel momento. Sabri non era affatto connessa con la vita, anzi, il suo stato di disconnessione era la causa di quell’abbattimento morale e generava una sensazione di malessere di sottofondo.

Sto bene, ma non mi sento davvero bene

Una condizione di pieno benessere ti induce a essere fiducioso nei confronti della vita, predisponendoti all’apertura, alle relazioni e a ciò che di nuovo la vita offre. Una condizione di abbattimento mentale non ti predispone verso la vita, al contrario, ti fa sentire sfiduciato e apre le porte a problemi relazionali, nodi emotivi e affezioni della mente.

Attenzione! Sentirsi mentalmente abbattuti non è la stessa cosa dell’essere depressi, anche se i due disagi si trovano nella stessa direzione, i vissuti emotivi sono diversi. Chi è depresso può sentirsi completamente privo di speranza, disperato e rispondere ai sintomi della depressione maggiore.

Chi si sente mentalmente abbattuto tende maggiormente a sperimentare una sensazione generale di vuoto, è demotivato o addirittura non sente «nulla in particolare». In altre parole, si sente giù, ma non esperisce emozioni negative estreme.

Anche se nei Manuali Diagnostici non si parla di “abbattimento mentale”, il disagio che si vive in questa condizione è reali. Lo stesso DSM V, per le diagnosi di disagi sfumati o che non si riescono a inquadrare in una categoria ben definita (come i disturbi di personalità o dell’umore), fornisce una diagnosi dimensionale dove il clinico può evidenziare al meglio la qualità della vita del paziente e le aree soggette a disfunzione. Gli ambiti più colpiti da questa sorta di abbattimento sono molteplici: dal senso dell’identità alla sfera relazionale.

Sintomi

L’abbattimento mentale non si manifesta in tutti con la medesima sintomatologia. Più in generale, la persona è disorientata, non sa cosa vuole ne’ cosa fare per migliorare la sua condizione di benessere. Tutto sembra essere privo di senso. Con questo stato mentale, diventa difficile prendere decisioni, regolare comportamenti o esperire sensazioni di appagamento a lungo termine.

In questo stato di malessere diffuso e sfumato, aumentano anche le possibilità di incorrere in condotte a rischio come l’uso di sostanze stupefacenti o l’abuso di alcol.

Alcuni segnali che indicano un malessere diffuso sono:

  • Sentirsi spesso demotivato
  • Senso di instabilità (ma senza stati d’ansia)
  • Difficoltà a perseguire obiettivi
  • Sentirsi distaccato dalla vita, dai doveri o dalle persone, senza tuttavia provare emozioni negative nei loro confronti
  • Apatia verso le attività da svolgere
  • Perdita di interesse
  • Sperimentare stati d’animo che non possono essere identificati ne’ come positivi (gioia, benessere…), ne come negativi (tristezza, disperazione…)
  • Difficoltà a concentrarsi

Ci sono delle similitudini con la depressione ma in questo quadro, i sintomi non compromettono le attività quotidiane. Questo malessere di sottofondo potrebbe rappresentare l’anticamera della depressione oppure uno stato di profonda stagnazione destinato a durare. I sintomi elencati in precedenza andrebbero letti come campanelli d’allarme che dovrebbero indurti a un’analisi più accurata della tua vita.

Passività e vuoto

In questo quadro, sono assenti sintomi d’ansia o pensieri intrusivi, certo, possono esserci preoccupazioni ma come risposte naturali allo stress quotidiano. Le preoccupazioni tendono a non essere persistenti, presto o tardi, anche queste, lasciano spazio a uno stato di passività e di vuoto ben più ingombrante.

L’isolamento sociale legato alla pandemia ha prodotto forti effetti sulla salute psichica collettiva. Sperimentare drastici cambiamenti nello stile di vita o nel reddito, può mettere a dura prova la tenuta psichica individuale: c’è chi reagisce con rabbia, manifestando i sintomi di un burn-out, chi con aggressività, irritabilità… e chi con un ulteriore chiusura, ritiro e una sorta di indifferenza nei confronti della vita.

Cosa fare

Un approccio basato sulla consapevolezza e l’introspezione può essere molto efficace e aiutarti a tornare in pieno possesso dei vissuti emotivi più vividi. Un percorso di psicoterapia è fortemente consigliato in queste circostanze.

Particolare attenzione andrebbe prestata alla capacità di vivere il momento presente e alla cura dei rapporti interpersonali. L’ambiente sociale può essere un “luogo salvifico” o un “luogo” di ulteriore disagio. Alcune persone, non intenzionalmente, potrebbero alimentare la tua condizione di disconnessione e demotivarti ulteriormente. Cerca di frequentare persone che possano aiutarti a “sentirti connesso” con la vita e con il mondo.

L’ambiente in cui vivi, le relazioni che instauri… hanno un forte impatto sulla tua salute mentale. Se ritieni che qualcuno o qualcosa stia ponendo un limite alla tua capacità di vivere a pieno la vita, considera di fare qualche cambiamento. Attenzione! Non dovrai stravolgere tutto, anche se la situazione ti appare buia, qualsiasi cambiamento dovrebbe avvenire gradualmente. Inizia a modificare dei piccoli aspetti dell’ambiente che credi possa essere la causa del tuo malessere diffuso e cerca di notare come questi piccoli cambiamenti impattano sulla tua salute psicologica.

La socializzazione è una componente importante per la salute mentale. Se vivi in una condizione di reale solitudine, prova a intrecciare nuovi legami: le occasioni sono tante, dal volontariato agli sport di gruppo.

Prova a fissare dei piccoli obiettivi di benessere, magari introducendo una routine per la cura del corpo… anche se raggiungere questi obiettivi potrebbe sembrarti senza senso, ricorda che la cura di sé è alla base di qualsiasi trattamento per ritornare in possesso di una vita piena ed emozionante.

Prova a fare questi esercizi:

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