Noi esseri umani vantiamo, nel bene e nel male, un’enorme varietà di emozioni. Sono quasi impossibili da contare! Considerando anche il fatto che ognuno di noi ha un suo grado d’intensità rispetto a quella emozione.
Ormai è risaputo che ognuna di queste emozioni ha un diverso impatto fisiologico sul nostro corpo. Quando ti senti bene, il tuo cervello rilascia sostanze chimiche come la serotonina e l’ossitocina. Quando sei stressato, il tuo corpo rilascia cortisolo, passando in modalità di sopravvivenza. Detto in parole povere: ciò che pensiamo avrà un impatto profondo sul nostro fisico, sia esso positivo o negativo. Una citazione di Ippocrate rende bene l’idea:
“Se qualcuno chiede aiuto per guarire dalla sua malattia, la prima cosa che devi chiedergli è: Sei pronto a farla finita con le ragioni che scatenano la tua malattia? Solo allora sarà possibile aiutarlo.” Ippocrate
Le somatizzazioni
Entro i limiti normali, le emozioni non causano alcuna malattia o debolezza nel corpo. Tuttavia, quando le emozioni diventano così potenti da diventare incontrollabili, tanto da sopraffare o possedere la persona, allora possono provocare gravi lesioni agli organi interni e aprire la porta alla malattia.
Non è l’intensità quanto la durata prolungata o un’emozione estrema, che provocano danni. La dimostrazione più evidente di questo fenomeno sono tutte quelle malattie che vengono catalogate come “psicosomatiche”. Il cervello invia agli organi queste emozioni negative che non può sopportare da solo perché ha anche altro da fare!
Ci possono essere emozioni fortissime, come la perdita di una persona cara, un licenziamento, un incidente, oltre a tante altre meno “intense”, meno “gravi”, ogni giorno, che però, se ripetute, fanno male all’organismo. E’ il caso del lavoratore costretto a sopportare il suo capo che gli urla contro: prende l’emozione negativa, la trasmette allo stomaco e gli viene il bruciore di stomaco; con il tempo potrebbe venirgli anche un’ulcera, perché vorrebbe farlo a fette ma non può. Con il tempo e lo stress ripetuto si può arrivare anche a degenerazioni tumorali degli organi.
Ma quali sono le emozioni da tenere a bada?
La rabbia
Secondo alcuni studi può davvero sfociare in attacchi di cuore. Più in generale, questa emozione aumenta il rischio cardiovascolare. Infatti così come agisce sul cervello aumentando il flusso del sangue verso il lobo frontale (quello grazie al quale possiamo ragionare), la rabbia induce cambiamenti fisiologici non ancora ben noti che portano, ad esempio, a quintuplicare il rischio di avere un attacco di cuore a due ore di distanza e a triplicare quello di ictus. La rabbia inoltre è in grado di influenzare il fegato, stomaco e milza.
Il senso di solitudine
Può essere pericolosa quanto un attacco di rabbia improvvisa. Tende ad essere una condizione a lungo termine, come la depressione, e aumenta del 14% il rischio di decesso precoce. Per questo è importante mantenere relazioni sociali, sia con familiari che con amici. In caso contrario la solitudine può far aumentare in modo pericoloso i livelli di ormoni dello stress come il cortisolo, influenzare la qualità del sonno e aumentare la pressione del sangue. Non solo, anche il sistema immunitario può farne le spese.
Ansia e stress
Che lo stress influenzi negativamente la salute è ormai ben noto: porta a mal di testa, fa digrignare i denti, a volte scatena nausee, altre volte palpitazioni. E a farne le spese possono essere anche sonno e appetito. Le preoccupazioni costanti e lo stress continuo portano a invecchiare precocemente, aumentano la pressione, scatenano dolori al petto e indeboliscono il sistema immunitario.
Non solo, le persone stressate tendono a prendersi meno cura di sé, a mangiare e a dormire in modo adeguato. Per questo sono più propense ad ammalarsi. Per di più lo stress può aggravare problemi di salute già esistenti. Meglio, quindi, tenerlo alla larga dalla propria quotidianità.
Gli shock
Possono avere conseguenze a breve o a lungo termine. Infatti i traumi psicologici cambiano la struttura del cervello, ma non solo. Fra le principali conseguenze di uno stress di tipo traumatico sono inclusi anche disturbi del sonno, problemi sessuali, mancanza di energie e dolore cronico.
La tristezza
Un dolore profondo, come quello associato a un lutto, non viene chiamato a caso “crepacuore”. In effetti uno studio ha dimostrato che è davvero possibile morire a causa di un dolore psicologico profondo, a causa dell’aumento del rischio di attacchi di cuore e di ictus, che duplicano dopo la morte del compagno o della compagna di una vita.
Il cervello è l’organo più vulnerabile in questo contesto moderno e, come il resto del nostro corpo, va difeso, protetto, curato e amato. Così, come stiamo attenti a non mettere il piede sopra dei pezzi di vetro o a non farci mangiare da un leone, così dobbiamo fare attenzione a non danneggiare e a tutelare la nostra psiche.
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