Ormai noi tutti sappiamo quanto le emozioni condizionino, nel bene e nel male, la vita delle persone. Le emozioni, ovvero ciò che sentiamo muovere al nostro interno e ci spinge ad agire, possono essere definite il motore della vita, il carburante necessario per affrontare la vita in tutti i suoi aspetti.
Dal lavoro alle relazioni intime, dalle amicizie al tempo trascorso in solitudine, ogni momento della vita è scandito da un sentire emotivo al quale talvolta tendiamo a non prestare ascolto ma che condiziona molto il senso di benessere e di appagamento, anche in termini di realizzazione personale.
La mancanza di ascolto di se stessi può portare a non essere coscienti delle emozioni sequestranti che ci tengono sotto scacco.
Non è raro trovare persone sequestrate dalla rabbia e che tendono quindi ad utilizzare l’aggressività come unica modalità per entrare in relazione con gli altri, oppure la tristezza che può condizionare le persone al punto da non riuscire più a sperimentare il piacere.
Le pratiche bioenergetiche integrate sono un vero e proprio training psicoemozioale che consente di prendere coscienza del corpo e dei flussi emotivi che lo attraversano e, attraverso il respiro ed il gesto intenzionale animato da specifiche fantasie guidate, è possibile arrivare a regolarle e renderle funzionali.
Non esistono emozioni giuste o sbagliate. Le emozioni ci indicano come orientarci e cosa fare per ritrovare gli equilibri necessari per il nostro benessere. Alcuni toni emozionali tendono ad alzarsi troppo rispetto ad altri oppure ad abbassarsi eccessivamente.
Il training proposto nelle mie sessioni di lavoro consente di prendere coscienza di tutto questo e di arrivare ad una possibile “regolazione del volume” mediante la gestione della respirazione e le visualizzazione indotte dal conduttore.
Il lavoro si articola in diverse fasi, alcune di esse possono essere così suddivise:
Mi presento a me stesso
Con i piedi paralleli e le ginocchia leggermente flesse ognuno sperimenta il proprio modo di stare in equilibrio, prestando attenzione al peso che, a seconda di come si distribuisce può indicare il personale modo di affrontare la vita. Lo stare in piedi indica anche la fiducia che riponiamo nel nostro sentirci ancorati a terra, ovvero a capire quanto siamo autonomi e fermi nelle nostre posizioni.
Ascolto il respiro senza giudizio
Accogliere il respiro significa riuscire a sentire dove si ferma, se ci sono delle contratture o degli ostacoli che impediscono all’inspirazione di fluire o all’espirazione di completarsi. In questa fase è importante cercare di collegare le difficoltà incontrate a qualche esperienza o situazione che avvertiamo come limitante o pericolosa per noi
Spingere via e tirare a sé
Una fase importante del lavoro è capire a livello emozionale cosa sento sia importante allontanare da me per sentirmi meglio e a cosa lo ricolleghi a livello di immagine mentale.
Il tirare a sé ha invece lo scopo di comprendere cosa sia fondamentale per il mio benessere e quanta energia impieghi per riuscire nel mio scopo. Può darsi che il praticante si renda conto di avere le energie scariche rispetto alla propria intenzione.
Sollevare il cielo
Una fase importante del lavoro è capire quanto le preoccupazioni possano attivare in maniera eccessiva la tristezza o il dolore. Sollevare il cielo significa provare a spingere verso l’alto ciò che sentiamo opprimente e limitante. Espirando durante l’azione riusciamo a liberare tensioni e rigidità
Schiacciare verso il basso
Saltando sul posto ed espirando oppure provando ad abbassare il baricentro piegando le ginocchia, può essere utile per capire quanto riusciamo a stare nel nostro presente, a fidarci di noi stessi e a stare, appunto “con i piedi per terra”.
Tendiamo spesso infatti a dissociare, a scindere la mente dal corpo non riuscendo più a trovare la giusta armonia con noi stessi.
Le pratiche proposte possono essere moltissime e tutte hanno lo scopo di aiutarci a capire qualcosa di più di noi stessi, di affinare la sensibilità verso il corpo e ad esprimere emozioni che spesso possono passare inosservate.
Il training aiuta anche ad incrementare il livello bioenergetico in modo da trasformare la rabbia in assertività, la tristezza in un momento di stasi e riflessione per ridarsi nuovi obiettivi e la gioia come fase di riuscita e di autoconsapevolezza dei traguardi raggiunti.
A cura di Andrea Guerrini, psicologo e pedagogista
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirci su Facebook: Pagina ufficiale di Psicoadvisor o sul nostro gruppo “Dentro la psiche“. Puoi anche iscrivervi alla nostra Newsletter. Per leggere tutti i miei articoli ti invito a visitare questa pagina