Immagine: Macarena Salinas/UPSOCL
Si sente spesso parlare di Anaffettività. In cosa consiste? E’ l’incapacità di amare, di provare un forte affetto per una persona, ed è la causa di relazioni dolorose, destinate all’insuccesso.
L’anaffettività è un meccanismo di difesa da ciò che ci spaventa. Quando nasciamo abbiamo tutte le potenzialità, anche quella di amare: è la vita che ci cambia. Un’esperienza difficile e spiacevole, come una perdita, può far subentrare la difesa, convincendoci a non esporci emotivamente, e a non amare, per non soffrire.
Situazioni traumatiche, di abbandono, di non amore, vissute nell’infanzia o nell’adolescenza, possono generare tale freddezza e, successivamente, quello che viene definito un totale ripiegamento emotivo. L’individuo, per non soffrire più, si organizza attraverso il distacco emotivo difensivo. Questi soggetti sono pervasi dall’angoscia dell’abbandono, ogni volta che si trovano in una situazione affettiva e amorosa.
E’ un fenomeno psicologico che accade più spesso agli uomini, perché a loro è sempre stato concesso di comportarsi così, sono capaci di grandi slanci e subito dopo, improvvise retromarce. Alle donne è spettato il compito di sopportare e di adeguarsi, pur di tenere il partner stretto a sé.
Oggi il mondo femminile è sempre più allineato ai modelli maschili, e quindi si trovano donne che alzano le barriere difensive, e che hanno grande difficoltà nel consegnarsi all’altro.
Molti si chiedono se l’anaffettività conduca inevitabilmente alla solitudine: non è sempre così. L’uomo anaffettivo è quasi sempre in coppia, perché attrae molto. Le ragioni psicologiche sono ancestrali: la prima figura da amare per una donna è sempre la mamma, poi crescendo il padre diventa il modello maschile di riferimento.
I papà, però, appartengono alle madri e quindi non sono più uomini disponibili. Ecco perché noi donne siamo spesso attratte da chi non possiamo avere, da chi sfugge, da ci chiede molto senza dare niente in cambio.
L’anaffettivo è visto come “un uomo da salvare”. Questo piace alle donne, ma è una missione destinata a fallire. Per questo motivo, esse sviluppano sentimenti di frustrazione, disagio e sconfitta per la propria vita sentimentale.
Per la persona anaffettiva è consigliato un intervento psicoterapico, anche se, nella maggior parte dei casi, essa non è consapevole del suo disturbo, e di conseguenza, non richiede sua sponte, un aiuto specialistico.
A cura di Monica Cappello, psicoterapeuta
Vorrei avere più informazioni su come aiutare queste persone, o su come fargli capire il blocco che hanno
Vorrei approfondire l’pargomento specialmente sul comportamento da assumere in questi casi. Grazie
Vorrei avere più informazioni!!