5 modi per mantenere sano il sistema nervoso

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Non c’è bisogno di scomodare il filosofo F. Nietzsche per comprendere che quello in cui viviamo non è il migliore dei mondi possibile. Ogni giorno dobbiamo affrontare le più disparate avversità e siamo sottoposti a un elevato numero di pressioni emotive. Ciò che imprudentemente ignoriamo, è che le pressioni emotive mettono a dura prova il nostro cervello e non solo la nostra mente, perché come dice l’autorevole neuroscienziato A. Damasio, mente e cervello sono un’unità indivisibile. Per mantenere sano il nostro cervello, possiamo rivolgerci a specifici integratori per i nervi e, al contempo, mettere in atto alcune efficaci strategie.

Scopriamo insieme cinque soluzioni per mantenere in salute il nostro sistema nervoso mettendo in stretta relazione l’attività mentale (pensieri, percezioni, strategie di coping…) con l’attività cerebrale.

#1. Coping, resilienza e adattamento

Non tutti sanno che il concetto di stress è nato in ambito fisico. Era la fine del 1600 quando R. Hooke definiva “stress” le componenti delle strutture artificiali (come i ponti o gli acquedotti) più esposte a sollecitazioni meccaniche. Sollecitazioni che richiedevano uno sforzo da parte della struttura che, in risposta, poteva modificarsi.

La visione dello stress di R. Hooke non è molto diversa da quella che ci ritroviamo a vivere ogni giorno. Lo stress è un fenomeno che insorge quando non riusciamo a sostenere i nostri carichi. Secondo R. Lazarus (1966), lo stress si manifesta proprio quando le persone percepiscono di non poter far fronte alle richieste interne o esterne e agli stimoli che percepiscono come minacciosi.

Era il 1950 quando H. Selye tenne un discorso presso l’American Psychological Association. H. Selye, medico austriaco, sovrappose il concetto di stress psicologico a quello di stress fisico, mettendo in evidenza come queste entità portassero alla produzione di ormoni steroidi da parte della corteccia surrenale. Più avanti, la scienza ha dimostrato che solo lo stress psicologico riesce ad avere effetti deleteri sul cervello e non lo stress fisico.

In particolare, una ricerca (Mason et al. 1976) mise in evidenza che la secrezione di corticosteroidi fosse una diretta conseguenza dello stress psicologico. Nel parlare di carichi e di stress, il fisico R. Hooke iniziò ad analizzare le caratteristiche dei materiali. Perché se è vero che i carichi possono essere deleteri, è anche vero che le caratteristiche del materiale che le ospita possa fare la differenza. Una qualità interessante per l’epoca era l’elasticità dei metalli e delle leghe metalliche. La ghisa è durissima, tuttavia se sottoposta a sollecitazioni si spezza facilmente, al contrario, il ferro battuto è morbido e malleabile, riesce a piegarsi senza spezzarsi. E’ così che è nato il concetto di resilienza.

Alcuni dei tratti di personalità da coltivare, per migliorare la capacità di fronteggiare (coping) i carichi sono:

  • il pensiero costruttivo,
  • la speranza,
  • l’intraprendenza appresa,
  • il senso di coerenza,
  • il senso di autoefficacia,
  • la resistenza.

Coltivare la resilienza significa migliorare i processi di coping che la mente e l’organismo mettono in atto al fine di fronteggiare al meglio le avversità della vita. Il coping è un processo costante attraverso il quale modifichiamo il nostro ambiente per renderlo più favorevole oppure, se questo è immutabile, modifichiamo il modo cui viviamo e interpretiamo l’ambiente. 

Correlazione tra strategie di coping e sistema nervoso

Quelli appena esposti non sono solo concetti teorici. Nell’articolo come migliorare la produzione di serotonina, abbiamo visto come lo stress può interferire con il sistema serotoninergico. I nostri vissuti emotivi condizionano fortemente il sistema di neurotrasmissione e con esso l’attività del sistema nervoso simpatico. Nel nostro corpo, i neurotrasmettitori e gli ormoni sono responsabili di ogni cosa: dalla qualità del sonno, all’umore, dall’attività del sistema immunitario a quella digestiva.

#2. Gli integratori e l’alimentazione

La via bidirezionale ci dice che agendo sulla nostra personalità, con un adeguato percorso di crescita personale, possiamo migliorare la salute del nostro cervello e del nostro organismo intero. Se mente e cervello sono un tutt’uno, è facile intuire che agendo sulla salute mentale, si agisce sul cervello e viceversa, agendo sul cervello, possiamo favorire il nostro benessere psicologico.

Un lavoro sinergico vede la cura emotiva al pari di quella fisica. Soprattutto quando bisogna affrontare periodi fortemente stressanti, potrebbe essere utile assumere integratori atti a migliorare la salute dei nervi e garantire una buona neurotrasmissione/comunicazione tra organi e apparati. Tra i micronutrienti e gli integratori utili allo scopo, ne segnaliamo alcuni:

  • Vitamine B1, B6, E e C
  • Magnesio
  • Lievito di birra
  • Acido tiottico

#3. Gli organi di senso e il contatto con la natura

Gli stimoli visivi, uditivi e olfattivi, possono influenzare il benessere del nostro sistema nervoso centrale e periferico. Stando a una recente meta analisi di Psicoadvisor, il nostro cervello è molto più adattato agli ambienti naturali che a quelli artificiali. I rumori urbani così la vista di paesaggi artificiali, attivano l’amigdala (la centralina della paura del nostro cervello); al contrario, la vista di ambienti naturali attiva le onde alfa del cervello, indicatori di un profondo stato di rilassatezza.

Il silenzio, attiva la neurogenesi (la produzione di nuove cellule nervose), mentre lo stress conduce all’apoptosi cellulare (morte dei neuroni). Nel curare la qualità della nostra vita, dovremmo ricordarci di passare più tempo immersi nel relax della natura.

#4. L’attività fisica

Se c’è una cosa che può stimolare la produzione di nuovi neuroni, questa è l’attività fisica, in particolare la corsa. L’attività motoria, soprattutto quando prevede la coordinazione fine di tutti i muscoli del corpo, tutti gli organi di senso compreso il sistema di propriocezione, favorisce l’attività del sistema nervoso centrale e periferico.

La vita sedentaria, oltre a mettere un freno al metabolismo dei grassi, è correlata a diverse affezioni che colpiscono il cervello. L’attività motoria è stimolante ed energizzante, è in grado di migliorare il nostro senso di autoefficacia (uno dei tratti correlati alla resilienza) e può avere un impatto positivo sull’umore.

Non solo, l’attività motoria sembrerebbe favorire anche il sonno che, come vedremo nel prossimo paragrafo, è un fattore fondamentale per il benessere del sistema nervoso.

#5. Il sonno e la memoria

La deprivazione di sonno è correlata a molte affezioni del corpo e della mente. Quando tale deprivazione è consistente (come succede in caso di insonnia cronica), a risentirne è la memoria. Quando la memoria inizia a diventare deficitaria, la nostra mente per compensare inventa dei ricordi così da coprire le lacune. La deprivazione di sonno protratta è correlata a falsi ricordi.

L’inizio del sonno è favorito da un buon funzionamento serotinonergico (ricordi cosa abbiamo detto prima sulla serotonina e lo stress?) e, quando il sonno funziona bene, il cervello vive in salute. Così come l’attività fisica e il silenzio, anche un riposo ottimale favorisce la neurogenesi e protegge da malattie neurodegenerative come la demenza senile e il morbo di Alzheimer.

L’unità indissolubile di mente e cervello

Prima abbiamo citato il neuroscienziato A. Damasio per sottolineare l’indissolubilità di mente e cervello. Purtroppo, culturalmente, siamo abituati a trattare la psiche come un’unità separata dal corpo quando in realtà parliamo di un unico insieme. Se sei affascinato dal modo in cui i tuoi stati mentali possono influenzare la salute corporea, ti consigliamo l’approfondimento: perché dovresti curare il corpo (almeno) quanto la mente.

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