Secondo la medicina psicosomatica, la malattia è una funzione di parecchie variabili: ereditarietà, esperienze primordiali della prima infanzia, sonno, educazione, traumi affettivi, clima affettivo, ecc.
Esaminiamo, brevemente, il linguaggio simbolico di alcuni organi:ovvero, ogni sintomo un messaggio…
In altri termini, ogni stato emotivo ha la sua sindrome fisiologica propria. In questo modo si possono descrivere particolarità psicologiche dell’asmatico, dell’obeso, dell’ulceroso, del coronare, del colitico, dell’anoressico, del bulimico e di ben altri ancora…
Articolazioni
Le persone che soffrono di dolori articolari sono quasi sempre molto esigenti nei confronti di se stessi o della propria cerchia. A volte appaiono agli altri come molto flessibili, ma la loro docilità è dettata dalla paura e da una sensazione di impotenza di fronte a figure autoritarie. Sono presenti in queste persone sentimenti di collera e da un senso di rivolta, tenuti entrambi sotto silenzio, ma inevitabilmente espressi dal corpo per mezzo di questo particolare disagio.
Reumatismi
Il corpo sembra “congelato”, chiudersi in un vera e propria camicia di forza. Essi possono essere la spia inequivocabile di un drammatico disagio sperimentato dal soggetto, ovvero difficoltà di adeguarsi ad una situazione vissuta come problematica. La difficoltà di movimento diventa allora una limitazione auto-imposta. I dolori possono nascere anche dalla paura per il futuro: equilibrio e stabilità sono modificati le preoccupazioni, allora, prendono il sopravvento.
Mal di schiena
I nostro corpo, sotto l’effetto di una umiliazione, tende a “piegarsi” o meglio a “ripiegarsi” su noi stessi. La schiena ricurvata segue frequentemente profondi disagi affettivi: la sofferenza ci “piega” (fardelli troppo pesanti da portare).
Cervicale
Chi soffre ripetutamente di questo particolare dolore tende ad essere dominato da un’attività riflessiva esagerata e da una grande ostinazione. Segnali, questi, che rivelano una scarsa cedevolezza nei confronti delle proprie emozioni, del desiderio di lasciarsi andare, di abbandonarsi. Questi tipi di sofferenza si legano frequentemente a un eccessivo dominio del “mondo” della testa (razionale) sugli istinti.
Apparato respiratorio
Le vie respiratorie sono le vie di comunicazione (scambio tra l’ambiente interno e l’ambiente esterno), dove entra la vita, che verrà poi distribuita dal sangue in tutto l’organismo. Le malattie degli organi della respirazione traducono gli scambi con l’ambiente circostante per quel che riguarda il nostro bisogno di “aria”, spazio e autonomia. Ci possono segnalare un’assenza di gusto per la vita, la perdita di desiderio di continuare a vivere, o anche un senso di colpa devastante.
Asma
Il rifiuto di prendere contatto con qualcuno (o qualcosa) attraverso il respiro, si esprime mediante uno spasmo respiratorio (il polmone ha una superficie interna di circa 70 metri quadrati: è il maggior organo di contatto). I modi di dire, che hanno a che fare con l’aria e la respirazione, spiegano esattamente questo concetto: “si è a corto d’aria o non si può più respirare liberamente”.
In questo modo inevitabilmente tocchiamo il tema della libertà e della limitazione (si comincia la vita con un respiro, terminiamo con l’ultimo). L’asmatico, quindi, utilizza i propri sintomi per esercitare un dominio sul mondo circostante.
Se uno fatica a respirare si spaventa; e tutte le forti emozioni “mozzano il fiato”. Quando si supera una situazione difficile la prima cosa che facciamo è respirare profondamente e, soprattutto, liberamente. Anche in questa patologia si presenta il tema della dipendenza. Un bisogno di trattenere dentro di sé un nutrimento sottile” (aria), rimandando al mondo neonatale, quando respiro, cibo e amore materno erano tutt’uno.
Allergie
Con l’esperienza allergica sperimentiamo una vera e propria strategia difensiva nei confronti di sostanze esterne vissute in modo estremamente pericolose e problematiche (le sostanze richiamano alla memoria eventi, atteggiamenti, ricordi carichi di conflittualità); collegamento con qualcosa che non accettiamo e che risveglia una emotività traumatica.
Può essere interpretata come un timore inconscio del soggetto di venire in contatto con sostanze “non conosciute” che potrebbero modificarlo (allergie primaverili: resistenza al cambiamento ciclico della vita). Spesso gli individui che presentano questo disagio sono abitudinari, tendenzialmente rigidi e poco tolleranti. La rabbia e l’eccitazione sono sentimenti che l’allergico teme particolarmente e che, naturalmente, ritiene pericolosi. Esprimono una modalità di “sfogo” a una vita sempre più “compressa” tra lo stress da un lato e un’emotività spenta, soffocata e razionalizzata dall’altro.
Laringite
E’ un modo di soffocare la comunicazione quando dobbiamo parlare con qualcuno che è vissuto come l’autorità.
Apparato circolatorio
Le patologie significative dell’apparato circolatorio sono collegate a un’insufficiente “circolazione” di amore e gioia nella nostra esistenza.
Cuore
Riguarda tutti gli sforzi che facciamo per riuscire a vivere e ad essere felici. Le emozioni, infatti, hanno un effetto sfavorevole sul suo buon funzionamento. Ogni volta che sperimentiamo un’emozione, creamo un blocco nella zona del plesso solare.
Ecco dunque che il cuore ci viene in soccorso, pompando sempre più forte per far circolare l’energia (paura: l’energia si blocca, il cuore pompa fortissimo, si comincia a respirare rapidamente). Tutte le emozioni, quindi, persino una gioia eccessiva possono colpire il cuore e causare malattie. La pace, la serenità, la gioia di vivere, ci garantiscono un cuore in perfetta salute.
Tachicardia
E’ un’improvvisa accelerazione del ritmo cardiaco: emozioni che in qualche modo cercano di emergere di esprimersi, in pratica risalire a galla.
Ipertensione
L’eterno conflitto ragione – sentimento non sempre si realizza a livello fisiologico a “costo zero”. Tenere sotto controllo gli impulsi e i sentimenti determina un notevole aumento dei valori pressori. Gli ipertesi hanno la tendenza a inibire le reazioni di collera: anche se a volte si (danno l’impressione di essere persone affabili, equilibrate e mature) lasciano andare a scoppi d’ira riescono a mantenere sempre un certo grado di controllo.
Presentano una certa inibizione sessuale e quando si lasciano andare a comportamenti illeciti sono presi da profondi sensi di colpa e grande ansietà. Difficilmente nel rapporto c’è un reale coinvolgimento e abbandono. Controllano continuamente la realtà circostante, sono ambiziosi e particolarmente competitivi.
Apparato digerente
Le turbe gastrointestinali sono le patologie psicosomatiche che si verificano più di frequente. I motivi psicologici sono stati ricollegati, da alcuni autori, a parecchi fattori, in modo particolare all’importanza primaria del rapporto alimentare tra “madre” e figlio e al fatto che la “madre”, fin dal primo istante, pone la massima attenzione sui problemi della nutrizione, della digestione e dell’evacuazione delle feci.
Stomaco
I suoi problemi, naturalmente secondo la visione psicosomatica, riguarda situazioni che non sono state “digerite”, idee, alimenti o situazioni che rifiutiamo, situazioni che troviamo ingiuste o che ci mandano in collera. Una preoccupazione che è rimasta sullo stomaco, una grossa perdita di gioia.
La persona che presenta questi disturbi deve imparare a prendere coscienza dei propri sentimenti, ad elaborare consapevolmente le proprie impressioni e sensazioni. Essa, inoltre, o non esprime la propria aggressività o mostra un’aggressività esasperata. Lo stomaco assorbe tutte le impressioni che vengono dall’esterno, accoglie cioè quello che deve essere “digerito”.
Gastrite
Collegata alla collera perché non ci sentiamo rispettati o apprezzati per quanto valiamo. Il nervosismo e i disagi emotivi sono spesso responsabili. Il famoso “bruciore allo stomaco” parla della presenza di un fuoco che brucia all’interno, ma che non si esprime mai sotto forma di rabbia e ribellione (rabbia inespressa).
Ulcera
Esprime la collera nei confronti di un evento che abbiamo trovato ingiusto, ma davanti al quale ci siamo sentiti impotenti perché non riusciamo a cambiare assolutamente nulla. La collera, pertanto, relativa a questa situazione continua a irritarci tutte le volte che si torna sull’argomento (ci rode all’interno – l’acido cloridrico – fino a determinare rancore e astio).
Fegato
I suoi problemi sono determinati da inquietudini, da preoccupazioni oppure da un rifiuto ad adattarsi. Si “blocca” per qualcosa che è sempre troppo: troppo grasso, troppo cibo, troppo alcool, ecc. Nell’ammalarsi, esso mostra che l’uomo ingerisce più di quanto possa elaborare, indica smoderatezza, eccessivi desideri espansionistici e ideali troppo alti. Attraverso il fegato malato si impara la moderazione, la tranquillità, la rinuncia (bere, cibo, sesso, ecc.).
Cistite
E’ un disagio a livello di coppia che si manifesta proprio nei momenti in cui si è sotto pressione (rapporto sessuale particolarmente problematico). Frustrazione, delusione e collera possono manifestarsi con cistiti.
Stipsi
Collegata al fatto di trattenersi. Si trattiene per paura di disturbare, per paura di non piacere a qualcuno (mi criticherà, mi rimproverà, ecc.). I soggetti che soffrono di stitichezza sono chiusi, controllati, molto formali, avari e gelosi di ciò che posseggono. Offrono sempre un’immagine “pulita” caratterizzata da grandi ideali e particolare rettitudine.
Diarrea
I fattori emozionali anche qui giocano un ruolo fondamentale nel “trasformare” il colon in organo irritabile (si scaricano le tensioni a livello intestinale: diventa bersaglio di fattori psichici). Pazienti con colon irritabile (la personalità): meticolosità, pignoleria e, soprattutto, amore per l’ordine. Facilità al pianto, senso di stanchezza, insonnia, palpitazioni e depressione.
L’esperienza diarroica non dolorosa (rilasciamento completo del colon) indicherebbe depressione, sfiducia, senso di incapacità nell’affrontare il problema. Nella pancia, comunque, “giacciono” le nostre emozioni più antiche. L’espressione “mal di pancia” viene usato indifferentemente sia per il disagio fisico sia per evocare qualcosa che non sopportiamo.
Colite
Da bambini si manifesta quando si ha paura della reazione di uno dei genitori. Questa paura è mescolata a volte alla collera e da adulti il genitore viene sostituito da una persona che rappresenta l’autorità (coniuge, datore di lavoro, ecc.). Desiderio di trasgredire, timore di prendersi le responsabilità e sentirsi particolarmente “sporchi” quando ci si arrabbia.
Coliche (nei bambini): il clima familiare è ansioso, teso ed “impaziente”: non rispetta i ritmi del bambino (viene scaricata notevole inquietudine su di lui). Il bambino reagisce con agitazione motoria, la madre interpreta questi segnali come richiesta di cibo: l’alimentazione sovraccarica l’apparato digerente creando la comparsa delle coliche.
Pelle brufolosa
Denota un rifiuto della nostra personalità. Ci troviamo brutti, stupidi e cattivi, ecc.; (sul corpo): può tradurre il desiderio di non venire toccati, che ci lascino stare.
Acne (sul corpo)
Se è distribuito sulla schiena può indicare di volersi imporre una quantità di responsabilità, per paura, naturalmente, di venire rifiutati. Se non siamo in grado di assumercele, ecco che ci rifiutiamo da soli. A volte assumono un ruolo di “salvatore” nei confronti di qualcuno che ha assunto un ruolo di vittima. Non riuscire quindi ad aiutare l’altro induce a rifiutare se stessi.
Vitiligine
Può essere collegata alla vergogna, a un proprio comportamento sessuale.
Orticaria
Molto spesso è collegata ad una situazione invivibile e che non si può più sopportare, che ci pizzica (brucia) ma a cui non riusciamo trovare una soluzione soddisfacente. Forte tendenza ad atteggiamenti passivi nei contatti umani, scarsa tolleranza all’ansia; elevata vulnerabilità nei rapporti sentimentali ed insicurezza nel comportamento.
Eczema
Molto spesso è collegata alla paura, all’insicurezza, all’ansia e all’incertezza. Il punto in cui si manifesta sarà importante per comprendere il suo significato. La lesione può subentrare in seguito a un improvviso aumento dell’afflusso di sangue in determinate zone del corpo: ad es. se il soggetto in questione è un tipo cui il sangue “va alla testa” si potrà verificare un eczema al volto o al cuoio capelluto; quando prudono le mani o si teme il contatto fisico ed emotivo con gli altri, saranno interessate le mani.
L’emotività ha di solito più spazio nella vita di chi è affetto di eczemi acuti rispetto a chi soffre di psoriasi, ma si tratta di emotività dalle tinte “trasgressive”, interpretate magari come violente e pericolose. Molte altre malattie della pelle, oltre a quelle sopra descritte, hanno correlazioni psicosomatiche come ad es.: acne, lichen cronico, rosacea, alopecia areata e alopecia diffusa.
Psoriasi
Vengono colpite, in genere, persone ipersensibili che hanno un gran bisogno dell’amore degli altri. Sono terrorizzate di venire ferite da una o più persone del loro ambiente, oppure si sentono obbligate a soddisfare le aspettative, cosa che provoca inevitabilmente irritazione.
La localizzazione è importante: se si manifesta nel braccio possiamo supporre che sia in relazione con il lavoro (o attività); nelle mani, invece, indicherà una certa insicurezza nel compito che stiamo realizzando. La psoriasi pare abbia una base ereditaria ma il decorso della malattia appare influenzato da una componente emotiva. Alcune situazioni non specifiche di stress, quali la perdita dell’oggetto reale o immaginario o una minaccia alla salute o alla sicurezza sembrano coincidere spesso con un deterioramento della condizione. Si è anche osservato che i pazienti affetti da psoriasi amano mettersi in mostra in un modo o nell’altro.
Cefalea
Dietro al mal di testa troviamo spesso un individuo con un grande orgoglio e mania di perfezione. La testa rappresenta “l’alto”, il corpo esprime il “basso” (pensiero – sentimento). Quindi, chi accentra troppo l’attenzione nella zona della testa, cioè chi accetta e vive soltanto ciò che è razionale, ragionevole e logico, perde ben presto il suo “rapporto con la parte bassa”.
L’uomo in questo particolare periodo storico ha privilegiato in misura maggiore le forze celebrali a scapito, naturalmente, delle esigenze del proprio corpo (scarsa capacità di esteriorizzare le emozioni). Non è però il caso di attribuire “responsabilità” al pensiero, alla ragione e alla testa: non è sicuramente la strada che porta alla soluzione. Nessuno dei due “centri” è migliore o peggiore. L’individuo non deve scegliere tra l’uno e l’altro ma deve restare in equilibrio (come infatti sostiene la medicina psicosomatica: l’uomo è una cosa unica, non è possibile scindere la mente dal corpo)
A volte è particolarmente evidente che le crisi cefalagiche sono scatenate, in determinate situazioni, da collera repressa, da aggressività, da ansia e da disagio nei rapporti interpersonali. Sembra più una “fuga” da una situazione difficile, piuttosto che un sintomo: il disturbo in chiave simbolica avrebbe solo lo scopo di rompere il controllo con una realtà carica di tensione (il malessere scatta proprio quando il soggetto involontariamente “cerca scuse”: mi hai fatto venir mal di testa.
Il lavoro (trattamento) è sempre quello di capire il perché; individuare, cioè, le cause che determinano una reazione psichica che si manifesta con un disturbo fisico: la cefalea
Indica chiaramente un tentativo di bloccare una “testa che pensa troppo per tenere a bada un mondo emotivo che spinge” per manifestarsi, per uscire. E’ un chiaro segnale di conflitto tra ragione e istinto: tra il mondo gelato, freddo del pensiero e quello armonioso, caldo delle emozioni.
Nei bambini: risultano ipersensibili, ambiziosi, paurosi, irritabili e ossessivamente ordinati. I genitori, particolarmente rigidi, apprezzano il metodo e l’impegno scolastico (il rapporto affettivo ruota esclusivamente intorno ai risultati scolastici conseguiti). E’ curioso che i cefalalgici soffrono nel periodo dell’attività scolastica ma non durante i periodi di vacanza (non devono dimostrare il loro senso di responsabilità).
Cateratta
Il futuro viene vissuto in modo triste e senza nessuna speranza di miglioramento.
Glaucoma (pressione dei liquidi intraoculari): collegato a difficoltà di vedere la vita a seguito di un disagio emotivo di lunga durata.
Vertigini
In chiave simbolica essa richiama la mancanza di punti di riferimento affettivo che ostacola la persona a strutturare un equilibrio interiore stabile: perde di vista il rapporto col mondo e si trova a “ruotare attorno a se stessa”. L’equilibrio precario, quindi, conduce ad irrigidimento, a non potersi “guardare attorno”. Ecco che arriva la vertigine rotatoria: tentativo di rompere la rigidità imponendo alla persona a “guardarsi attorno”.
Insonnia
Solitamente è un soggetto sempre in movimento durante il giorno sempre impegnato, con notevoli difficoltà a delegare e a staccarsi da pensieri che circolano continuamente nella sua testa. L’insonne non riesce assolutamente a lasciarsi andare neppure di notte e tenta di portare con sé nel mondo del sonno, tutto quello che appartiene alla sua esistenza diurna.
Ha comunque molti volti, ma esistono elementi comuni: insoddisfazione ed attese. L’insoddisfazione riguarda i problemi quotidiani, angoscia di non essere all’altezza, affetti che non “guardiamo”. C’è sempre un timore a lasciarsi andare; indica debolezza e vulnerabilità (uomo); diventa sinonimo di sudditanza e prevaricazioni (donna).
Nelle ore diurne sempre c’è movimento, non riesce a staccarsi dalle cose anche se sono deteriorate (rapporti sentimentali, amicizie, ecc.) non perde mai il controllo (aggressività e sentimenti), rimane continuamente legato al passato. Nella difficoltà a prendere sonno una “parte di noi” (l’Io) non vuole perdere il controllo perché teme di incontrare le emozioni profonde (che durante il giorno riesce a tenere sotto controllo).
Il risveglio notturno, invece, indica semplicemente che si sta realizzando quello che non si è riuscito a fare durante il giorno; rimuginare su ciò che è accaduto durante il giorno o invaso dalla tristezza, dalla rabbia e dalla paura.
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