Nel DSM V gli attacchi di panico prendono il nome di Disturbo di Panico. Vediamo quali sono le cause scatenanti (perché vengono gli attacchi di panico), quali sono i sintomi e i criteri diagnostici. Il DSM-5 descrive gli attacchi di panico come un brusco aumento di intesa paura o disagio che raggiunge il picco nel giro di alcuni minuti e, durante il quale, sono presenti sintomi caratteristici.
E’ essenziale dare la giusta importanza ai sintomi perché stando a molti autori, è proprio la percezione dei sintomi tra le cause principali dell’attacco di panico.
Attacchi di panico: sintomi
I sintomi manifesti dell’attacco di panico, indicati anche nel DSM-5, sono:
- Palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
- Sudorazione
- Tremori fini o grandi scosse
- Dispnea o sensazione di soffocamento
- Sensazione di Asfissia
- Dolore o fastidio al petto
- Nausea o disturbi addominali
- Sensazione di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o svenimento
- Derealizzazione (sensazione di irrealtà)
- Paura di morire
- Depersonabilizzazione (essere distaccati da sé stessi)
- Paura di perdere il controllo o di impazzire
- Parestesia (sensazione di torpore o di formicolio)
- Brividi o vampate di calore
I sintomi degli attacchi di panico possono essere suddivisi in due grandi macro-categorie, sintomi fisici e psicologici. La paura di perdere il controllo o di impazzire è generalmente legata a due sintomi psicologici quali la derealizzazione e la depersonalizzazione mentre la paura di morire è riconducibile ai sintomi fisici. Vediamo, in dettaglio, quali sono i sintomi fisici degli attacchi di panico.
Sintomi fisici
I sintomi fisici possono essere classificati in tre cluster quali: sintomi cardiorespiratori, gastrointestinali e sintomi vestibolari.
Tra i sintomi cardiorespiratori figura:
- tachicardia,
- senso di oppressione al petto,
- sensazione di affocare,
- dispnea,
- palpitazioni.
Spesso, un leggero incremento del battito cardiaco sfocia nel cardiopalmo. Il cardiopalmo è una sensazione soggettiva di palpitazione cardiaca che suscita grande paura e tensione.
I sintomi di natura gastrointestinale più diffusi sono:
- vomito,
- mal di stomaco,
- tensione addominale,
- dolore addominale,
- diarrea.
Quando parliamo di sintomi vestibolari si fa riferimento a:
- sensazione di instabilità
- vertigini soggettive
- sensazioni di svenimento
Non mancano poi sintomi psicosensoriali così descritti:
- Disorientamento
- Forte sensazione di instabilità motoria
- Sensazione di camminare sulla gomma piuma
- Percezione che le gambe possano cedere da un momento all’altro (gambe molli) con difficoltà a camminare
- Tremori
- Sensazione di calore o freddo
Il terrore generato dagli attacchi di panico, stando al DSM-5 andrebbe a creare una preoccupazione persistente di avere altri attacchi di panico o temere le sue conseguenze. Gli attacchi di panico diventano invalidanti, in quanto, la persona che ne soffre per prevenirne l’insorgenza tenderà a evitare luoghi o situazioni che possano innescarne uno.
Quali sono le cause?
Quando si parla di disturbi mentali, le cause sono sempre multi-fattoriali. Le cause degli attacchi di panico sono riconducibili a fattori genetici, neurobiologici, fattori ambientali, comportamentali e psicologici. Per gli attacchi di panico, le cause andrebbero a ricollegarsi a quelle dell’ansia. Ansia e attacchi di panico camminano di pari passo.
Una spiccata sensibilità allo stress, l’ipersensibilità ai cambiamenti corporei (soprattutto ai sintomi fisici dell’ansia), fanno aumentare il rischio di sviluppare un disturbo di panico.
Cause neurobiologiche
A livello neurobiologico, il circuito della paura svolge un ruolo importante in molti disturbi d’ansia, compreso l’attacco di panico. In particolar modo, negli attacchi di panico è il locus coeruleus a mostrarsi particolarmente attivo, questo componente del “circuito neurale della paura” è la principale fonte di noradrenalina. La noradrenalina viene prodotta in risposta allo stress e causa una maggiore attività del sistema nervoso simpatico che si riflette nell’accelerazione del battito cardiaco e nelle altre reazioni psicofisiologiche che abbiamo annoverato tra i sintomi.
E’ stato osservato che le sostanze che fanno aumentare l’attività del Locus coeruleus innescano attacchi di panico, mentre quelle che fanno diminuire l’attività (clonidina, alcuni antidepressivi e altri farmaci) abbassano il rischio di attacchi di panico (Sullivan, Coplan, Kent et al. 1999).
Cause comportamentali
Le cause degli attacchi di panico possono essere ricondotte a fattori comportamentali. Perché vengono gli attacchi di panico? Spesso a scatenare l’attacco di panico è proprio la percezione del proprio stato di attivazione corporea (Kenardy e Taylor). Secondo questa teoria, gli attacchi di panico sono risposte condizionate a situazioni che provocano ansia o a sensazioni di attivazione fisiologica (Bouton, Mineka e Barlow, 2001).
Questo tipo di condizionamento (sintomi che fanno da attivatori all’attacco di panico) è stato definito “condizionamento enterocettivo”. In pratica la persona percepisce i sintomi fisici dell’ansia seguiti da un primo attacco di panico e da quel momento, l’attacco di panico diviene una “risposta condizionata” alle modificazioni fisiche. Una teoria affine è rappresentata dal modello del circolo vizioso del panico, riportato nell’immagine in alto e che approfondiremo con l’anxiety sensitivity.
Fattori cognitivi
Le teorie cognitive sulle cause del disturbo da panico sono incentrate sulla tendenza del soggetto all’interpretazione catastrofica delle modificazioni somatiche (dei sintomi fisici), così come riportato da D.M. Clark, autore, ricercatore e punto di riferimento internazionale per gli studi sugli attacchi di panico.
Secondo la teoria cognitiva, gli attacchi di panico insorgono quando una persona interpreta le proprie sensazioni corporee come segni di un disastro incombente. In pratica, una persona che soffre d’ansia può interpretare l’aumento del battito cardiaco come un indicatore di imminente attacco cardiaco (insorge la paura della morte, per riportarci alle cause neurobiologiche, sottolineiamo che questa percezione fa sì che si attivi il circolo della paura e il Locus coeruleus inizia a rilasciare noradrenalina). Stesso discorso per gli altri sintomi fisici che vengono interpretati come catastrofici e allarmanti causando così una risposta del sistema nervoso autonomo che non fa altro che intensificare i sintomi e alimentare il circolo vizioso degli attacchi di panico.
Farmaci
Più di una dozzina di farmaci sembrerebbero capaci di causare un attacco di panico (Swain, Koszycki, Shilk e Bradwein, 2003), innescando particolari alterazioni fisiologiche che verrebbero interpretate catastroficamente dal soggetto fino alla sensazione di panico.
Correlazione con altri disturbi psicologici
L’attacco di panico è correlato con altre psicopatologie. In questo contesto l’attacco di panico non ha una causa scatenante primaria ma è la conseguenza di una condizione più complessa. Gli attacchi di panico possono essere associati a:
- Fobia sociale o ansia sociale
- Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD)
- Ipocondria o disturbo da ansia da malattia
- Agorafobia
Gli attacchi di panico sono comuni in molte fobie specifiche e possono insorgere a seguito di un trauma psicologico.
Ansia e attacchi di panico
Per comprendere a pieno le cause sopra descritte, è importante ricordare che gli attacchi di panico possono essere innescate in laboratorio. Da questo tipo di ricerche (che hanno una storia consolidata di oltre 75 anni) emerge che una gamma di fattori capaci di alterare le sensazioni fisiche sono in grado di provocare un attacco di panico in alcune persone sensibili all’ansia.
Una procedura per innescare un attacco di panico consiste nell’esporre le persone a concentrazioni di anidride carbonica. In risposta alla minore quantità di ossigeno, la frequenza del respiro aumenta e solo questo sintomo, in alcuni soggetti sensibili ai sintomi dell’ansia, è in grado di innescare un attacco di panico.
In uno studio basato sulla procedura descritta (esposizione a concentrazioni di anidride carbonica), un gruppo di soggetti veniva istruito, ricevendo informazioni su quelle che sarebbero state le sensazioni fisiche legate all’esposizione all’anidride carbonica. Un secondo gruppo non riceveva alcuna istruzione. Il gruppo privo di nozioni sui possibili sintomi fisici tendeva a sperimentare attacchi di panico con frequenza più elevata (Rapee, Mattick e Murrell).
Cosa fare?
Provare a “razionalizzare” nel momento in cui si verifica un attacco di panico non è affatto semplice, tuttavia l’esperimento riportato in precedenza (Rapee, Mattick e Murrell) può aprire gli occhi su quanto possa essere controproducente una percezione catastrofica dei sintomi di matrice ansiosa. In pratica, pure affannare durante una passeggiata in salita, in alcuni soggetti, potrebbe essere la condizione sufficiente a scatenare un attacco di panico.
Come curare gli attacchi di panico? Un percorso terapeutico fatto di introspezione è fortemente consigliato per esplorare le dimensioni sottostanti all’ansia e al panico. Quando il disturbo di panico diviene invalidante è possibile avvalersi di cure farmacologiche ma solo sotto consiglio di uno specialista. Per superare gli attacchi di panico, l’impiego dei soli farmaci senza il supporto di un percorso psicoterapeutico non è risolutivo.
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