Il bruciore di stomaco come sintomo Psicologico

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

La psicosomatica è nata come una disciplina teorica. Grazie all’avanzare dei metodi di indagine, la scienza ha potuto accumulare diverse evidenze che provano quanto la mente possa influenzare la fisiologia corporea. Oggi non si parla più di psicosomatica ma di PNEI (Psico-neuro-endocrino/esocrino-immunologia), un acronimo senza dubbio più completo. Questa nuova disciplina indaga, con tecniche psicofisiologiche, come i processi mentali (psico) possano influenzare il funzionamento e la struttura del sistema nervoso (neuro), del sistema endocrino/esocrino (ghiandole che producono ormoni e altri secreti come i succhi gastrici) e immunologico (il sistema immunitario).

La mente influenza il corpo e questo talvolta è sotto gli occhi di tutti, basterà pensare a quelle persone che quando sono tese iniziano a sudare. Se il sudore psicosomatico è una manifestazione più palese, vi sono alcuni processi nascosti come le disfunzioni tiroidee, la sindrome del colon irritabile e il bruciore di stomaco.

Bruciore di stomaco: la storia della gastrite nervosa

Tra i primi disturbi psicosomatici a essere presi in considerazione nella medicina classica figura il bruciore di stomaco. Negli anni abbiamo sentito spesso parlare di gastrite nervosa e ulcera nervosa. Poi, nel 1983, la scoperta dell’infezione da Helicobacter pylori sembrava aver smorzato l’entusiasmo psicosomatico; ma poi le cose sono ulteriormente cambiate. Si è osservato che la diffusione dell’infezione da H. pylori sono estremamente ridotte rispetto ai casi di ulcera duodenale e «gastrite nervosa».

Non tutti coloro che sviluppano un’infezione da H. pylori presentano sintomi gastrici e non tutti coloro che presentano ulcera o gastrite hanno un’infezione causata da questo batterio.  Si è così concluso che l’H. pylori non è fattore ne’ necessario ne’ sufficiente per innescare condizioni come l’ulcera duodenale e altri fattori devono essere considerati. In primis, fattori psicologici.

Le emozioni: il nutrimento della mente

Mente e corpo dovrebbero essere viste con un’unica unità. Entrambe hanno bisogno di nutrimento per sostenersi. Mentre il corpo necessita di un nutrimento materiale legato al cibo, la mente ha bisogno di un nutrimento emotivo e affettivo. Un buon nutrimento emotivo e affettivo dovrebbe essere ricondotto alla sicurezza dei legami che instauriamo e alla stabilità della vita che conduciamo.

Così come valutiamo gli ingredienti e prestiamo attenzione a ciò che mangiamo, dovremmo imparare a prestare la medesima attenzione alle emozioni che assimiliamo. Alcune di queste, infatti, possono avere effetti nocivi proprio come un ingrediente indigesto. Questa metafora suggestiva, nasconde una realtà concreta: i nostri modi di essere e di sentirci contano e hanno un impatto sul corpo.

Un’emozione fortemente associata ai disturbi come gastrite, reflusso e acidità di stomaco è la rabbia, soprattutto quando mal gestita (repressa o eccessivamente espressa mediante scatti d’ira). L’aggressività e la rabbia, quando protratte nel tempo, sono il sintomo di una mancata elaborazione dei vissuti emotivi. La rabbia può insorgere a causa della percezione di un’ingiustizia subita. La minaccia all’autostima e al concetto di sé può innescare potenti reazioni di rabbia.

Quando si parla di emozioni è doveroso sottolineare la valenza dello stress psicologico. Qualsiasi esperienza emotivamente attivante può essere considerata stressante, quindi qualsiasi esperienza che ci fa sentire minacciati nell’identità o nella nostra sicurezza, può essere considerata stressante. La solitudine, spesso correlata alla paura dell’abbandono, può essere un potente fattore stressante.

La personalità: il nostro modo di «essere e sentire»

In psicologia, il nostro modo di essere e di vivere le emozioni è condizionato da un costrutto chiamato «personalità». Abbiamo la responsabilità di lavorare sulla nostra personalità così da adattarci meglio all’ambiente che ci circonda e migliorare la qualità della vita che conduciamo.

Chi soffre di ricorrenti bruciori di stomaco può ravvisare una tendenza al controllo. Il bisogno di tenere tutto sotto controllo abbassa la tolleranza allo stress e ci predispone alle malattie del corpo.

Tenendo d’occhio un buon numero di disturbi fisici, Friedman & Roseman, a partire dal 1959, hanno individuato un pattern comportamentale più a rischio di contrarre determinate malattie. Questo modello comportamentale è stato descritto come di «Tipo A», e fa riferimento a una personalità caratterizzata da:

  • eccessiva spinta competitiva
  • forte dedizione alla produttività
  • impazienza o urgenza
  • ostilità e irritabilità

Queste caratteristiche di personalità descrivono un individuo sempre di fretta, facilmente intollerante agli eventi e agli altri, sempre pronto a paragonarsi agli altri mai con connotazione di uguaglianza ma sempre in termini di superiorità o inferiorità.

Le caratteristiche di personalità sono state spesso associate a disturbi fisici. Non mancano le evidenze che associano determinati profili di personalità alle aspettative di vita. Se questo tema ti affascina puoi leggere il mio approfondimento: «la personalità può determinare la durata della vita».

Psicosomatica del bruciore di stomaco

L’evidenza epidemiologica e clinica suggerisce che una buona tolleranza allo stress psicosociale possa essere fattore protettivo. In altre parole, chi ha un’ottima tenuta psichica allo stress e conduce una vita equilibrata, avrà meno possibilità di sviluppare sintomi gastrici. La comunità scientifica (si veda Meldem e Gelpin, 1996) ha ipotizzato che determinati fattori psicologici possano influenzare la sensibilità all’H. pyroli o possano, da soli, innescare una cascata di reazioni che vedrebbe un’iper-produzione acida e l’assottigliamento della mucosa gastrica.

In particolare, determinati processi mentali andrebbero a sovra-stimolare la ghiandola gastrica così da promuovere lo sviluppo del bruciore di stomaco e, nei casi più cronici, di ulcera duodenale.

La teoria psicosomatica classica suggerisce, alla base del bruciore di stomaco cronico e della gastrite nervosa, un conflitto inconscio che, influenzando l’attività del nervo vago, andrebbe ad aumentare la secrezione acida e diminuire la resistenza della mucosa.

Secondo la visione psicodinamica, i disturbi gastrici sarebbero da ricondurre al conflitto inconscio tra un bisogno di dipendenza e il concomitante desiderio di essere completamente autosufficiente. Una battaglia interiore tra vicinanza e distanza, tra una contemporanea voglia di fusione con l’altro e bisogno di distacco. Un profilo di personalità così caratterizzato può essere associato a una maggiore predisposizione di sviluppare malattie ulcerose (EJ. Feldman).

Discostandoci dalle teorie psicoanalitiche, le evidenze cliniche suggeriscono che più in generale, condizioni di stress psico-affettivo contribuiscono alla genesi dei disturbi gastrici. Nel calderone delle condizioni di “stress psico-affettivi” finiscono un elevato numero di stimoli esterni. I dettagli fisiologici sono stati visti in dettaglio con la sindrome del colon irritabile.

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