Il prurito in chiave psicosomatica. Cosa vuole comunicarci il nostro corpo?

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Il prurito rappresenta  uno dei segnali principali che l’organismo utilizza per avvertire della presenza di un disturbo, di un irritazione, di un’allergia o di uno squilibrio. In effetti, quando si manifesta è difficile ignorarlo: si ha immediatamente l’istinto di grattarsi e, subito dopo, il desiderio di capire quale sia la causa che lo ha scatenato.

In virtù della sua aspecificità e difficoltà terapeutica, il prurito crea imbarazzo al medico. Normalmente, la soluzione prospettata, è semplicemente “sintomatica” , mediante uso dei soliti antistaminici o, peggio, del cortisone che, come sappiamo ormai benissimo, determinano una risoluzione temporanea del sintomo, senza risolvere nulla.

Il prurito, riconosce però cause, che, spesso, sono di natura psichica

Se per alcune malattie psicosomatiche può sfuggire il senso di connessione tra la mente e il corpo, nel caso dei disturbi cutanei appare più evidente il senso in quanto è proprio sulla pelle che i conflitti emotivi vengono “scaricati”. Nella visione psicosomatica la pelle è molto di più: rappresenta una dimensione dove i nostri modi di essere si legano con il mondo, dove la nostra vita dialoga con l’esterno. Ecco perché la sfera cutanea va “letta” in più modi, scoprendo cosa significano e come vanno affrontati tutti i disturbi che la possono affliggere

In particolari periodi di stress o di forte ansia può capitare, infatti, che la mente sfoghi sul corpo il suo malessere, causando un disturbo reale in un organo o in un apparato. Questo fenomeno viene detto “psicosomatico” perché, come dice la parola stessa, è una reazione che la psiche (cioè la mente) manifesta sul corpo (soma).

Il prurito psicosomatico si manifesta in un punto ben preciso del corpo, è persistente e non è causato da nessun altro problema allergico, cutaneo o di tipo generale. In genere, il fastidio si manifesta o si amplifica di sera.
Dipende da una produzione anomala di istamina, una sostanza leggermente irritante che l’organismo secerne quando riconosce un allergene. In questo caso, non c’è nessuna allergia reale, ma il corpo rilascia tale sostanza in una zona del corpo, scatenando un forte prurito

Comunque, prima di affermare che una dermatosi è psicosomatica, occorre escludere tutte le possibili cause organiche con una visita diretta, eventuali test ematochimici e altri esami strumentali. Bisogna poi tenere presente che, sotto stress, sia fisico (surmenage, scarso sonno, iperlavoro), sia emotivo, la pelle diventa più “reattiva”.

Correlazione tra pelle e psiche: cosa dice la letteratura psicologica

Per primo Sigmund Freud ha sottolineato l’importanza del ruolo delle sensazioni cutanee nella formazione dell’Io. Secondo Anna Freud (1936) “all’inizio dell’esistenza il fatto di essere accarezzati, stretti e calmati da un contatto cutaneo aiuta il bambino ad edificare un’immagine del corpo e un io corporeo sano, aumenta gli investimenti di amore su se stessi e allo stesso tempo favorisce lo sviluppo dell’amore oggettuale, cementando i legami tra madre e bambino”.

Con Winnicott la teoria psicoanalitica si sposta dal seno e dall’oralità, per occuparsi del contatto corporeo, dell’holding (contenimento) e della madre sufficientemente buona: ”è importante soprattutto che la madre tenga fisicamente il bambino, il che corrisponde ad una forma di amore”. Questo autore si riferisce ad una madre che esiste, ama il figlio in modo fiisico, garantendogli  contatto, calore corporeo e cutaneo, movimenti o tranquillità a seconda dei suoi bisogni.

Ashley Montagu (1979) insiste sull’importanza della pelle in quanto organo determinante nello sviluppo del comportamento umano: per tatto intende il contatto soddisfacente, che può avvenire con le carezze, le coccole, gli abbracci, l’aggrapparsi. Il piacere tattile soddisfacente nella prima infanzia svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo ulteriore dell’individuo. Il bambino ha bisogno di apprendere sulla solida base del tatto cosa significhino l’intimità, la prossimità, la distanza e il distacco.

J.P. Sartre (1943) magistralmente asserisce: “La carezza non è un semplice sfiorare, è formare”.

Mappatura del prurito, analisi psicosomatica

Ecco una mappatura delle principali sedi di questo fastidioso sintomo, e di relazionarle con alcune comuni motivazioni psichiche:

Prurito alla testa

Spesso si dice, quando si è preoccupati, di avere un “gratta-capo”. Questa localizzazione del sintomo, sottintende, a livello spesso inconscio, una preoccupazione e il nostro tentativo di trovare una soluzione.

Prurito al naso

Quando respiriamo un’aria pesante, o, per meglio comprendere, “irritante”, spesso si accusa prurito in questa sede. Per es: il prurito al naso dei bambini che vivono in un ambiente familiare “teso” in cui i genitori spesso litigano e non vanno d’accordo.

Prurito agli occhi

E’ la localizzazione di quando abbiamo difficoltà a vederci chiaro, e allora, dobbiamo strofinarci gli occhi…

Prurito alla schiena

Tipico di quando ci gettiamo un problema “alle spalle”, ignorandolo. E’ il momento, allora, di ripescare il problema, di affrontarlo, e risolverlo.

Prurito al collo

Tipico di quando ci troviamo nella difficoltà di agire razionalmente o d’istinto o quando si è combattuti per qualcosa. Il collo è il punto di congiunzione tra testa e cuore; per questo si traduce nell’incapacità di decidere la cosa più giusta da fare.

Prurito alle mani

Quante volte, avendo voglia di “picchiare” qualcuno, diciamo: “- Mi prudono le mani…..”. Esprime una rabbia soffocata.

Prurito alle gambe

Le gambe, ci portano lontano…ecco come, un prurito in questa zona, può celare la smania di fare qualcosa o di scappare da una determinata situazione . Es: il prurito alle gambe degli anziani, spesso cela la paura della morte, e il tentativo di sfuggire da tale esperienza…

Prurito ai piedi

Tipico di quando ci troviamo in una situazione dalla quale toglieremmo volentieri i piedi…

Prurito all’addome

Particolare attenzione va posta al prurito della pancia nelle gravide, in quanto potrebbe sottintendere un rifiuto inconscio  alla maternità a seguito di svariati problemi come giovane età della mamma, problemi economici , finanziari ecc….

Prurito ai genitali

Più spesso colpisce il sesso femminile, e, si escludono infezioni, può essere causato da sensi di colpa oppure da una insoddisfacente e poco gratificante vita sessuale.

Per concludere

Il prurito diventa un modo di grattarsi via un persecutore interno, fantasmatico o reale non ha più importanza, che non da tregua. Ma il prurito aspecifico incontrollabile può essere anche la difesa a un cambiamento di pelle, a un passo esistenziale verso un’identità nuova, alla scelta della propria creatività, all’assertività. In ogni caso, anche se si tratta di un disturbo psicosomatico, non si può evitare di curarlo perché i suoi effetti sono più che concreti.

Per lenire il prurito possiamo:

  • Usare solo indumenti di cotone, lino o seta a diretto contatto della pelle, meglio se chiari (blu scuro e nero sono fra i colori più fastidiosi per la cute)
  • Sostituire gli ammorbidenti con acido citrico in polvere diluito in acqua
  • Alla sera, fare un bagno tiepido con amido di riso, poi asciugarsi tamponando. Se si fa la doccia, prima applicare sul corpo un velo di olio di mandorle; dopo, una crema lenitiva.
  • Se il prurito è davvero insopportabile, ricorrere al dermatologo

Conviene porsi delle domande

Anche quando non manifesta disturbi evidenti, l’aspetto della pelle cambia continuamente: può essere pallida, arrossata, grassa o secca, spenta o luminosa. Imparare a osservarsi è una pratica che aiuta anche a guardarsi dentro. Nei periodi in cui siamo affaticati, ad esempio, la pelle è stanca e spenta, quando l’umore è triste diventiamo pallidi. Se a mancare è la dolcezza, la pelle si fa secca e sgradevole al tatto. Prenditene cura tutti i giorni, dopo il bagno o la doccia, abituati a massaggiare delicatamente tutto il corpo con un velo di crema emolliente. Massaggiarsi aiuta a conoscere il proprio corpo e ad avvertirne i cambiamenti.

PER APPROFONDIMENTO LEGGI PURE L’ARTICOLO “DI COSA SOFFRI? INTERPRETAZIONE PSICOSOMATICA DEI MALESSERI PIU’ COMUNI”

Sembrerà banale, ma in questi casi la terapia più efficace sarà comprendere il motivo o l’evento che ha scatenato il malessere e cercare di rimuoverlo o superarlo. Se poi compaiono sulla pelle all’improvviso eczemi o dermatite, o quando si aggravano i soliti disturbi, prova a far caso al tuo umore o a cosa sta succedendo nella tua vita. Prova a chiederti…

  • “Ho desideri intensi e inespressi, anche di tipo sessuale?”;
  • “C’è un episodio di profonda rabbia di cui non riesco a liberarmi?”;
  • “’C’è qualcosa in una o più relazioni che mi irrita e mi infastidisce profondamente?”;
  • “Ho dei sensi di colpa in qualche modo connessi alla mia morale?”.

A cura di Ana Maria Sepe, psicoanalista
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