La tristezza e la depressione hanno molte caratteristiche comuni ma, allo stesso tempo, sono due concetti totalmente diversi. La tristezza è un sentimento che nessuno vorrebbe sperimentare! Sarebbe, tuttavia, un’impresa quasi impossibile: per tutta la vita abbiamo a che fare con molte situazioni che creano una profonda tristezza, come la perdita di qualcuno che abbiamo amato.
La tristezza non ha nulla a che vedere con la depressione
La tristezza è il “colore emotivo” delle nostre azioni. Al pari delle altre emozioni, la tristezza è qualcosa d’intrinseco alla natura stessa umana. Più che evitarla, dovremmo ri-conoscerla e imparare ad accoglierla: essa rappresenta un forza evolutiva propulsiva importante, in grado di promuovere la nostra salute e il nostro benessere.
Possiamo essere tristi per svariati motivi: una storia finita male, un cattivo voto, una perdita…ma grazie alla tristezza possiamo rielaborare le nostre esperienze e trarne benefici in termini di sviluppo personale. Sempre grazie alla tristezza, possiamo modulare situazioni eccessive.
Pensiamo per esempio a una relazione estiva rischiosa, ad un furto, a un cattivo voto….Se la tristezza è causata da frustrazioni o da insuccessi diventa essa stessa motivo di ricerca di nuove soluzioni e azioni. La tristezza ci viene in aiuto anche in caso di separazioni (divorzi, lutti..) perché ci aiuta a elaborare l’irrevocabilità del percepirsi separati dall’altro.
Una profonda tristezza mantenuta nel tempo può cedere il passo alla depressione
Anche se la depressione di solito ha un condizionamento genetico, situazioni come la perdita di una persona cara o un pesante fallimento possono generare un enorme tristezza tale da portare alla depressione. Ciò significa che, in misura maggiore o minore, abbiamo tutti la probabilità di cadere nelle grinfie della depressione, pertanto è importante sapere come questa si differenzia dalla tristezza.
Quando la tristezza si prolunga e crediamo di non aver fatto nessun miglioramento, anzi ci sentiamo peggio, è consigliabile chiedere aiuto a uno psicologico. La tristezza prolungata può portare alla depressione. Se non riusciamo a riscoprire la gioia di vivere, ci isoliamo dagli altri e ci rinchiudiamo nei nostri pensieri negativi, correrendo il rischio di sviluppare un quadro depressivo.
Non c’è bisogno di aspettare che la depressione metta le radici, uno psicologo può aiutarci a superare la tristezza e riprendere la vita di tutti i giorni. In realtà, è bene considerare che più aspettiamo a chiedere aiuto, tanto più aumentano le probabilità che appaiano altri disturbi associati che peggiorano la prognosi.
Cosa differenzia la tristezza della depressione?
Naturalmente, prima di parlare di depressione, ci deve essere una diagnosi effettuata dal clinico (psicologo o psichiatra), che inquadri la situazione della persona nel suo complesso e formuli un trattamento (psicoterapia, farmaci) e altre indicazioni terapeutiche. Ecco qualche spunto per capire meglio la differenza tra tristezza e depressione
1. La tristezza è un’emozione, la depressione è un disturbo
La tristezza è un’emozione e come tale, ha un valore adattativo. Come ho già accennato prima, innesca una sorta di carica fisiologica per aiutarci ad affrontare la perdita. In effetti, se riflettiamo, ci sentiamo più motivati ad agire quando siamo tristi piuttosto che quando siamo felici e soddisfatti.
Inoltre, la depressione è un disturbo psicologico; la tristezza è solo uno dei suoi sintomi. I sintomi depressivi sono accompagnati da sentimenti d’ansia, impotenza, disperazione e profonda apatia. Chi è depresso tende spesso a sentirsi in colpa, ha difficoltà a prendere delle decisioni e a concentrarsi. In molti casi rimugina anche dei pensieri suicidi.
2. La tristezza è uno stato mentale fugace, la depressione è durevole
La letteratura psicologica ci insegna che la tristezza è tra le emozioni più immediate che possiamo sperimentare. Si può essere tristi anche per una sciocchezza e stare male per diversi giorni. Ciò nonostante, la tristezza continua ad essere un’emozione “passeggera”, perché di solito dura un paio di giorni o al massimo un paio di settimane.
Invece, la depressione è una condizione cronica che viene diagnosticata dopo che una persona ha mostrato gli stessi sintomi per almeno sei mesi. In alcuni casi ci sono stati dei periodi di miglioramento, ma non sono stati molto lunghi.
3. La depressione non viene mai da sola, è accompagnata da apatia e anedonia
Quando siamo tristi non siamo per nulla predisposti ad alcuna iniziativa. Qualsiasi cosa sembra non darci interesse; possiamo anche sperimentare stanchezza e mancanza d’energia. Eppure, siamo in grado di continuare la nostra routine e possiamo anche godere dei piccoli piaceri quotidiani che ci aiutano a migliorare l’umore. Per esempio: rispondiamo a telefono, andiamo a lavoro, andiamo a fare la spesa… anche se con fatica
Nella depressione si soffre di apatia e anedonia, l’indifferenza e il pessimismo possono protrarsi per settimane o addirittura mesi. La persona sente che le attività quotidiane più banali, come fare shopping, lavarsi i denti o mangiare, sono terribilmente faticose e non hanno alcun senso. Chi è depresso perde l’iniziativa e non trova niente che lo motivi e lo renda felice. Per approfondimento leggi pure “Depressione, 10 segnali da non sottovalutare“
PER CONCLUDERE
Come abbiamo visto, le differenze tra la tristezza e la depressione sono notevoli, anche se la tristezza è uno dei sintomi della depressione. Forse la confusione sorge da parole come “depressivo”, sinonimo di “deprimente”, ma anche ampiamente collegato alla parola “depressione”.
In questo caso, essere depressi non ha niente a che vedere con la depressione. L’uso scorretto dei termini può farci dubitare sul loro reale significato. Tuttavia, dobbiamo tenere conto del fatto che, mentre la tristezza non ha bisogno di terapia, la depressione va trattata in modo adeguato. In un quadro di tristezza possono essere sufficienti.il supporto dei familiari o degli amici, qualche cambiamento…. Quando si tratta di depressione, le cose funzionano in altro modo.
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la mia depressione, è stata diagnosticata nel 1996, quando avevo quarantanni. avendo avuto una vecchia zia, sorella maggiore di mio padre, ammalata di depressione grave, seguita da uno psichiatra, ( a suo dire ), mi chiedo se, la mia depressione, può essere stata ereditata geneticamente. … grazie mille.