Credi nella vostra storia felice. Il vostro amore è la verità, la gioia, il sangue. Ogni giorno, da anni, sei abituato alla tenerezza, al calore dei vostri abbracci, alle attenzioni reciproche e all’intimità. Il tempo ha rafforzato il vostro legame e avete affrontato difficoltà, lutti, incomprensioni con la consapevolezza crescente di essere fatti l’uno per l’altra.
Siete formidabili insieme, mentre gli amici intorno a voi si separano dopo relazioni tormentate, o in coppia soffrono terribilmente senza riuscire a lasciarsi. Sei felice e orgoglioso che il vostro sia un amore vero e raro, un astro che splende nelle nebulose spesso inospitali delle relazioni romantiche.
Poi un giorno la tua stella esplode. Un giorno qualunque ti dice: «I miei sentimenti sono cambiati». Ti lascia senza motivo e cancella di colpo ogni senso di voi e di te.
All’improvviso non sei più amato, ecco tutto. Sei passato senza preavviso dallo stato di essere umano amato e amabile alla condizione di rottame emotivo. Sei diventato scarto, ciarpame relazionale per chi sino alla notte prima faceva l’amore con te come se nulla fosse.
“L’amore è finito, mi dispiace” è la targa burocratica apposta sul tuo petto senz’altra dicitura nonostante le cure, le attenzioni, le promesse, i doni reciproci, i progetti condivisi.
Com’è possibile? Non hai colto alcun segnale di irrequietezza o dubbio prima del disastro, nessun comportamento anomalo, nessuna discussione o conflitto e per questo, oltre al dolore dell’abbandono, sei sopraffatto da un senso di stupidità. Come hai potuto non accorgerti di niente?
Solo chi ha sperimentato in prima persona l’assurdità di relazioni troncate all’improvviso e senza un perché può sapere che cosa comportano: lo shock, i sensi di colpa, l’odioso e ustionante sentimento dell’indegnità. Improvvisamente si è gravati dal peso enorme dell’amore, bisogna sorreggerlo da soli e sopportare il suo valore e la sua bellezza, che persistono nonostante l’abbandono.
Rivisiti la storia sotto ogni prospettiva, cerchi in te e nei tuoi eventuali errori il “vero” motivo della rottura. Riguardi le vostre foto, rileggi i diari e i messaggi senza trovare nient’altro che amore, amore dappertutto. Scopri che per chi ti ha lasciato senza preavviso la realtà dei fatti è che i fatti non contano: conta solo che è finita inappellabilmente. Non gli/le importa se appena prima e per anni la relazione sia stata appagante, non importa indagare sulla natura di un ribaltamento così drastico. La parola d’ordine è fregarsene di tutto: del passato, del presente, dell’altro, del sentimento, della potenzialità sprecata, della ricchezza sperperata. Rottamare, è deciso e non si torna indietro.
Chiedi perché senza risposta. Chiedi come sia potuto accadere e come potresti rimediare alle tue “colpe”. Ma l’altro tace, piange e ripete: “Non so perché”.
Allora impari sulla tua pelle che l’amore può collassare quando meno te lo aspetti e lasciarti attonito, sconvolto, devastato. Il rischio è di diventare amaro, cinico, fatalista come il/la tuo/a “carnefice” o, peggio, di chiudere il tuo cuore per sempre.
Nell’ambito delle relazioni sentimentali un abbandono senza spiegazioni e senza un senso apparente può minare sin dalle fondamenta la nostra personalità e provocare danni psicologici ed esistenziali a lungo termine. Si tratta di un fenomeno frequente, ma non per questo normale.
Come psicoterapeuta e come essere umano rifiuto di considerare la chiusura drastica e immotivata di un legame romantico tra adulti come fisiologia dell’amore. Il sentimento amoroso non è una lampadina che si fulmina, l’amore non è un fusibile che salta di colpo. Quando una relazione di coppia termina dal giorno alla notte perché uno dei partner “si rende conto” di non amare più senza conoscere le motivazioni del suo cambiamento siamo nell’ambito della patologia e, allo stesso tempo, della violenza morale.
“Chi lascia il/la partner in modo brutale, insensato e fulmineo compie un atto selvaggio, si rende responsabile di un crimine relazionale ai danni di una persona inerme.”
Per esperienza sono convinto che l’abuso psicologico e la violenza morale nella coppia, anche se “involontari”, debbano essere riconosciuti clinicamente come psicopatologia e affrontati come tali in qualunque forma si manifestino. Perciò credo che le vittime degli abbandoni improvvisi e senza un perché debbano essere comprese, protette e aiutate e non psicanalizzate come se, in fondo, fossero responsabili dell’abuso subito.
In questo libro descrivo le dinamiche psicopatologiche individuali e interpersonali, consce e inconsce, che determinano un trauma emotivo tra i più diffusi e sottovalutati: la rottura subitanea, immotivata e unilaterale del legame di coppia.
Non possiamo né dobbiamo pensare che l’amore sia un intrigante mistero o un ideale irraggiungibile (Johnson, 2015), ma comprenderlo in ogni sua espressione anche quando sembra estinguersi come una stella vacua e consegnarci alla perdita di senso e di speranza, al fatalismo e all’amarezza.
Nessun essere umano merita di subire lo sfregio di abbandoni incomprensibili e repentini come quelli descritti in questo libro e di rassegnarsi alla convinzione alienante che il sentimento sacro dell’amore sia per sua natura fugace, inaffidabile o precario. Questa è la credenza insana dichiarata da chi infligge il trauma relazionale per sottrarsi alle proprie responsabilità nei confronti dell’altro, un alibi superficialmente “ragionevole” congegnato per negare la propria sofferenza psichica e le disfunzioni della sua struttura di personalità che provocano il disastro esistenziale.
Chi subisce il trauma di un abbandono inspiegato ha il diritto di difendersi e di essere difeso dall’irragionevolezza, dalla manipolazione e dalla psicopatologia latente di chi lascia senza un perché e deve potersi curare adeguatamente dalle ferite inferte dal raptus abbandonico: la depressione, la dipendenza affettiva e il disturbo da stress post-traumatico.
In questo lavoro sfido la convinzione diffusa che i partner siano sempre responsabili in ugual misura della rottura del legame. Questo è un principio valido quando la coppia riesce a cooperare nel processo di separazione, può dialogare e, se necessario, confliggere sulle motivazioni del distacco e del disinvestimento emotivo dalla relazione.
Ma quando la distruzione del rapporto avviene in modo imponderabile e univoco come nei casi esaminati in questo libro la dinamica che si instaura nella coppia è quella del carnefice e della vittima. Infatti, sotto la patina di un amore realmente felice, l’autore dell’abbandono ha soffocato lungamente i mostri della sua mente sino a perderne il controllo e sentirsi a un tratto soggiogato dalla loro ferocia.
I mostri dei lutti insuperati, i fantasmi di un’educazione rigida, gli spettri degli abusi psicologici, fisici o sessuali nell’infanzia diventano improvvisamente indomabili. Per un istinto di sopravvivenza, non resta che sacrificare il/la partner e lasciarlo dilaniare dai propri lupi interiori per evitare di combatterli.
Ritenere che l’individuo assalito immotivatamente dal/dalla partner sia co-responabile dello sfregio è ingiusto, oltre che fuorviante. Il rischio è quello di colpevolizzare l’abbandonato e rafforzare così la sua convinzione post-traumatica di “essersi meritato” la violenza dell’abbandono, una convinzione pericolosa e patogena tipica delle persone abusate. Un pericolo complementare consiste nel “vittimizzare” l’aggressore e nell’assolverlo dalla gravità del suo atto senza comprenderlo, né aiutarlo a comprenderlo.
Nel quadro della rottura traumatica, unilaterale e “immotivata” di una relazione felice il costrutto della co-responabilità dei partner conduce a un impasse paralizzante che porta a una visione ambigua e indefinita dei ruoli, dei fatti e delle dinamiche intra-psichiche e interpersonali implicate nel crollo della coppia. Concludere che non esista un colpevole e ridurre la questione dell’abbandono improvviso a una variante fisiologica delle relazioni romantiche finisce per confondere ancor più chi cerca di salvarsi dal dolore del rifiuto e della perdita.
Non si dovrebbe mai banalizzare né normalizzare la separazione improvvisa tra persone che per anni sono state felici insieme. Perciò è importante affermare che in questi particolari abbandoni esistono “vittime” e “carnefici”, rispettivamente chi è ripudiato e chi ripudia con la telegrafica motivazione di “non amare più”. Non si tratta di demonizzare coloro che lasciano, né di santificare le/i loro partner, ma di descrivere i processi psicologici e relazionali che hanno compromesso il rapporto.
Senza una consapevolezza profonda delle cause multi-dimensionali – individuali e interpersonali – diventa difficile, se non impossibile per entrambi i partner superare lo shock relazionale ed evitare che si ripeta con altre persone in legami futuri.
Un libro per “vittime” e “carnefici”
Amori Supernova non è un “libretto di consolazione” per cuori spezzati senza un perché, né una raccolta di ricette su come superare la fine traumatica di una storia.
Amori Supernova è un saggio per “vittime” e “carnefici” e le virgolette che utilizzerò per tutto il libro per queste parole servono a ricordare che se le responsabilità dei partner in una coppia esplosa di colpo sono impari, la sofferenza, la confusione e il danno psicologico riguardano entrambi i partner. Il disastro esistenziale creato da una relazione felice conclusa d’impeto, senza ragioni apparenti né segnali premonitori colpisce sempre e drammaticamente anche chi abbandona.
La mia speranza è che questo libro aiuti i lettori a comprendere la propria storia di abbandono radicale e a superarla. In questo modo la fine traumatica di un amore non sarà una frattura irrimediabile dell’identità, ma diventerà un’occasione per cambiare, crescere e raggiungere uno stato vitale più evoluto, integrato e felice.
“Amori Supernova. Psico-soccorso per cuori spezzati senza un perché”
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A cura di Enrico Maria Secci, Blog Therapy, Psicologo psicoterapeuta
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Sto attraversando un periodo esattamente corrispondente a quello descritto. La mia ex, dopo tre anni di amore fortissimo e bellissimo, un giorno mi ha scaricato come immondizia dicendomi che dall’estate scorsa non provava più lo stesso sentimento per me. Non ha mai detto nulla, non si è mai sfogata nemmeno con un’amica, si è comportata come se nulla fosse e se c’è stato qualche segnale (che lei dice con codardia di avermi mandato) io l’ho sempre ricondotto allo stress per un lavoro che non l’ha mai soddisfatta e motivata. Di conseguenza ho cercato di starle accanto il più possibile, e lei sembrava non averne mai abbastanza di me. Alla fine mi sono sentito dire che di tutte quelle attenzioni lei sentiva di approfittarne. Ovviamente la mia è scattata perché ha conosciuto un altro uomo sul luogo di lavoro, ed è stata una botta enorme. È già durissima essere rimpiazzati della donna che si ama follemente, ma io (sono un bel ragazzo, giovane e apprezzato da tutti) sono stato sostituito da un uomo molto più vecchio, brutto (e dico davvero), vedovo e con due figli.
Da due mesi non riesco più a concentrarmi su nulla, passo le giornate alla ricerca di qualcosa che mi tenga impegnato. Eravamo felici ed avevamo progetti insieme, era la donna della mia vita… Centinaia di volte ci siamo detti che avremmo dovuto conoscerci prima. Invece ora io non esisto più, se qualcuno le chiede di me lei cambia argomento imbarazzata. Sono bloccato e vorrei che tornasse, ma non posso aggrapparmi a qualcosa che probabilmente non accadrà mai.