La comunicazione, anche nel linguaggio non verbale (gesti, tono di voce, postura del corpo, sguardo) rappresenta il 90% della comunicazione tra due individui. Il manipolatore affettivo o il narcisista usa a proprio vantaggio sia le parole sia la comunicazione non verbale, in modo positivo per sedurre ed attrarre, e in modo negativo per intimorire, asservire, colpevolizzare.
La sua interazione relazionale è un gioco il cui esito è sempre quello di mettere l’interlocutore nella condizione di soddisfare le proprie richieste facendo leva sul senso di colpa, il vittimismo e la menzogna
La contro-manipolazione non è una tecnica per sedurre o attrarre di nuovo in soggetto perverso né tantomeno per attuare una vendetta ai suoi danni. Serve esclusivamente per non lasciarsi travolgere e deprogrammare nelle interazioni che dovessero risultare inevitabili se non è possibile attuare il NO CONTACT.
L’unico modo per difendersi dagli attacchi di un manipolatore emotivo consiste nel mantenere le distanze o contro manipolare.
Atteggiamenti di contro-manipolazione
La contromanipolazione richiede fermezza, calma e capacità di autocontrollo. Le frasi devono essere brevi, non dobbiamo dare troppe spiegazioni né tantomeno giustificarci quando non necessario.
Vanno usate frasi semplici, è bene utilizzare la forma impersonale “si” (Es: Lo si può pensare, lo si può credere…). Se ne siamo capaci è utile fare dell’umorismo ed essere autoironici. Dobbiamo assolutamente evitare l’aggressività ed essere educati. E’ fondamentale lavorare sulla capacità di gestire la rabbia e mantenere l’autocontrollo quando le emozioni negative prendono il sopravvento
Una buona contromanipolazione prevede anche un comportamento non verbale e paraverbale adeguato: ad esempio, lo sguardo deve incontrare quello del manipolatore, senza essere di sfida, e dobbiamo cercare di evitare di guardare in basso o da altre parti.
La posizione del corpo deve essere eretta, piedi a terra, schiena dritta. Il tono della voce va tenuto alto ma senza esagerare. Bisogna evitare assolutamente gesti aggressivi come sbattere i pugni, puntare il dito o lanciare oggetti.
E’ fondamentale praticare l’autocontrollo sulle proprie emozioni negative prima di iniziare a contromanipolare. Dobbiamo esercitarci a fare in modo che il nostro comportamento sia quello di una persona ‘indifferente’.
Il fine della contromanipolazione, infatti, è rispondere ‘come se’ foste indifferenti. Quando il manipolatore non sa più come convincervi e si rende conto che non ha potere su di voi, lascia perdere.
Tecniche di contro-manipolazione
Molto spesso le vittime di manipolazione mentale tendono a iniziare un braccio di ferro con il manipolatore: niente di più sbagliato! Gli scontri, le sfide, le competizioni, i botta-e-risposta, sono tutte dinamiche che alimentano la brama del manipolatore. Ecco dunque una serie di metodi e di tecniche utili da mettere in pratica per farsi scivolare da dosso ogni tentativo manipolatorio:
Il metodo della Pietra Grigia o reazione zero
Si basa sulla conoscenza della personalità narcisista e psicopatica. Questi non provano emozioni e quindi non godono di una ricca vita interiore. Da soli si annoiano mortalmente. E’ per questo che hanno bisogno di creare situazioni ad alto contenuto drammatico per riuscire ad ottenere stimoli costanti, utilizzando l’inganno e la manipolazione.
Amano che si risponda alle loro provocazioni e bugie. Hanno bisogno di sentire che riescono a destabilizzare l’altro. L’idea di questa strategia è trasformarsi in una persona estremamente annoiata e grigia.
Non rispondere agli insulti ed alle provocazioni, non raccontare mai niente di voi, usare solo parole e frasi minime e neutre. Cercate di distogliere l’attenzione dello psicopatico da voi, spostandola sui problemi di poco conto come gli orari scolastici o problemi con l’idraulico.
Se alcuni problemi vi assillano, se avete guai familiari o sul lavoro non rendetene partecipe il manipolatore che, presto o tardi, userà queste informazioni a suo vantaggio.
Inoltre, nei limiti del possibile, a meno che la situazione non sia davvero grave, non mostrate i problemi dei bambini (per esempio non raccontare che hanno incubi o insicurezze con il gruppo di amici: utilizzerà queste informazioni per manipolarli, probabilmente contro di voi).
La tecnica della Nebbia
La tecnica della nebbia, secondo la psicoterapeuta francese Isabelle Nazare-Aga, consiste nell’usare una comunicazione aleatoria, vaga e quasi imprecisa, così da non impegnarsi affatto nello scambio verbale con il manipolatore.
Lo scopo è quello di disorientare il manipolatore che non ottenendo più il suo nutrimento (il suo tornaconto parte dalla sensazione di potere che avverte in ogni scambio, che avverte ogni qual volta che innesca in te sentimenti di rabbia o sconforto) sarà portato a mollare la presa o allontanarsi.
La tecnica di contro manipolazione ha lo scopo di creare distanza nel legame senza però mandare segnali troppo diretti.
La tattica della nebbia verte su una comunicazione superficiale dove la vittima si tutela rispondendo a ogni domanda in modo disincantato, come se si fosse indifferente ai contenuti espressi dal manipolatore il quale di conseguenza non si sentirà più importante e perderà la sensazione di potere che in genere è alimentata dalla vittima.
Fonte|Love killer
come bisogna comportarsi con un contro-dipendente affettivo ? specialmente per aiutarlo
Ciao Petzi,
ti posso segnalare questo libro molto interessante: https://amzn.to/2SEeaqH
Buona lettura 🙂
Uno straccetto di bibliografia? Grazie.
Ogni tanto dalla corazza trapela una luce… con tanta pazienza,senza esrcitare pressioni,è possibile che la persona controdipendente possa alla fine riuscire a lasciarsi andare?
Sono quasi al 100% la persona descritta sopra, ho sempre voluto essere indipendente da tutto e tutti. Tranne che per poche cose, preferisco fare tutto da solo e nn chiedere nulla a nessuno. Odio quando mi vengono a chiedere di fare cose, che sarebbe capace di fare anche chi me le chiede se vuole, perché mi sono sempre arrangiato x i fatti miei e nn vedo perché altri nn ci possano riuscire. In 40 anni ho avuto una relazione di 3 anni e mezzo finita male, in cui ho sempre cercato di rimanere al limite, perché non voglio che un’altra persona debba dipendere da me e nn capisco tutto questa ricerca di amore, dove nn ci trovo niente di interessante. Preferisco essere indipendente tutta la vita, cerco di essere il meno presente possibile nella vita degli altri miei amici, limitando i contatti x nn disturbarli nelle loro vite con famiglie. Nn cerco nuovi amori, nn sono fatto x amare, la mia storia ideale è di uomo e donna che escono a bere o mangiare qualcosa e poi ognuno a casa sua senza nessun coinvolgimento passionale. In questi mesi da single ho riscoperto quanto sia bello potersi organizzare autonomamente, fare ciò che mi pare e piace quando ho voglia senza dover rendere conto a qualcuno. Delle volte propongo qualcosa ad amici, se hanno piacere a venire ben accetti, se no vado da solo senza problemi
Ciao Giorgio,
è possibile ma… sarebbe limitante. Quando si instaura un rapporto è bene chiedersi “quanto mi fa stare bene questo rapporto? Quanto aumenta e migliora la qualità della mia vita?”
Poi se entrambi i partner sono consapevoli dei propri modelli operativi interni, è più facile trovare dei punti di incontro nella coppia e, contemporaneamente, curare le proprie ferite.
Ti consiglio di leggere questo:
http://psicoadvisor.com/correggere-modelli-disfunzionali-appresi-nellinfanzia-10230.html
salve non ho ben compreso questa parte:
La qualità dell’esperienze che fai è importantissima perché quello che vivi può rinforzare la tua immagine o ridimensionarla. Le relazioni che instauri possono diventare per te una grande risorsa o viceversa un grande limite. Instaurare relazioni con chi soffre di dipendenza affettiva non farà altro che rafforzare la tua sovrastruttura.
sostanzialmente è possibile per un contro-dipendente avere una relazione con un dipendente affettivo o no?
Non è un’evenienza così remota, anzi. Due controdipendendi possono attrarsi proprio per la paura che condividono, così da non correre mai il rischio di “unirsi/dipendere troppo”. Conosco diverse coppie così, dove entrambi i partner mostrano un maggior investimento emotivo sulla carriera a discapito della vita di coppia. E’ chiaro che si avrà un autentico avvicinamento solo quando entrambi i partner prendono consapevolezza dei loro modelli operativi interni. 🙂
Ma se un controdipendente stesse con un controdipendente?
Forse non oggi ,magari neanche domani ,ma arriverà’ il giorno in cui tutto quello che ognuno di noi vive ,possa non valere piu’ il gioco . i buoni valori della vita bisogna stringerli forte , perche’ gli ostacoli della vita bisognano essere superati quotidianamente .
Mi ci sono immedesimsato totalmente a questo clip e penso di essere d’accordo su parecchi punti . penso che una buona parte delle persone si dovrebbe dare una controllata . al giorno d’oggi penso che esista una cura a tutto , basta poco, e guardarsi un po dentro si capisce il giusto e il sbagliato.
Ciao Rita, si tratta pur sempre di un meccanismo di difesa quindi sì, è plausibile ciò che dici. La sovrastruttura possiamo costruircela in qualsiasi momento, anche a seguito di una forte sofferenza… ovviamente alla base, tutto ciò, ha trovato terreno fertile a causa di una pregressa ferita che ti porti dentro dall’infanzia.
In questo articolo ( http://psicoadvisor.com/la-paura-ti-porta-non-9955.html ) ho accennato a un meccanismo di difesa analogo innescato dalla paura di soffrire (appiattimento emotivo, che in genere dura poco tempo), quando invece la difficoltà di provare e accedere ai propri sentimenti/emozioni si cronicizza, si parla proprio di contro-dipendenza.
Spero di essere stata chiara 🙂
Ho una domanda: si puó diventare un contro-dipendente affettivo a seguito di una fortissima sofferenza causata da una relazione?
Grazie
interessante