La paura del contagio sta per forza di cose modificando le nostre relazioni sociali, costringendoci ancor più a fare una maggiore cernita delle persone significative e ad aver troppo timore delle persone che poco conosciamo e di cui dubitiamo della loro responsabilità civica.
La fobia è sempre patologica, non è mai sana, i media ci portano ad avere un atteggiamento esasperato e molto giudicante verso l’altro, stiamo vivendo una fase in cui siamo portati a trarre subito conclusioni affrettate senza sapere il motivo di quel comportamento e, più o meno inconsapevolmente, a incolpare chi risulta positivo al Covid perché se è successo a lui e non a me con molta probabilità avrà avuto un comportamento poco coscienzioso, provando sentimenti irrazionali di rabbia verso chi malauguratamente risulta positivo al Covid.
Questo scenario ricorda, in modo marginale e solo per alcuni aspetti, ciò che succedeva negli anni ’90 per i malati di AIDS accusati di avere rapporti promiscui, non protetti e di fare abuso di droghe, cosa che la ricerca ha smentito, perciò ad oggi, dopo anni di pregiudizi, un malato di AIDS non è necessariamente drogato/gay/promiscuo, come chi è malato di covid non è un irresponsabile.
La paura del contatto fisico in una giovane coppia
Si pensi che il timore di essere “infettati” può mettere in discussione anche le relazioni più intime soprattutto quella col partner, per di più se parliamo di una coppia nata da poco che deve ancora scalare gli scalini che portano a un contatto maggiore e più stretto sia fisicamente sia emotivamente.
Le giovani coppie si ritrovano in un enorme conflitto: a dover affidare all’altro una fiducia che non è stata ancora costruita nel tempo pur di stare insieme – mettendo a rischio la propria salute fisica non avendo la piena certezza di aver a fianco qualcuno che assume dei comportamenti responsabili – e ad avere una fobia patologica del contagio fino a compromettere il proprio rapporto con il nuovo partner.
Per Freud il conflitto è sempre una miccia per poter creare qualcosa di positivo ma questa miccia può accendersi solo se il conflitto è gestito consapevolmente e con il proposito di costruire e non distruggere.
Pertanto, questa difficoltà nello scegliere se porre fiducia nell’altro e abbandonarci al contatto senza aver sicurezza di contrarre il virus o evitare ogni tipo di contatto per salvaguardarsi, è complicata da gestire, ma la soluzione resta e sempre sarà nell’equilibrio. La nostra società occidentale è una scarsa promotrice di meccanismi d’equilibrio, perciò a dirsi è così facile, ma a farsi?
La paura del contagio nella coppia matura
La paura del contagio rappresenta un ostacolo da sormontare anche per le coppie più veterane, quelle per cui il contatto fisico non sembra neanche quasi più necessario, parliamo non del mero rapporto sessuale, bensì di tutto ciò che ha a che vedere con la sfera della vicinanza emotiva: baci, carezze, abbracci, quel bisogno quasi viscerale di dover toccare l’altro per sentirlo più vicino a noi, anche più nostro ed esclusivo.
Queste coppie che già normalmente hanno una difficoltà, ancor più in questo periodo storico, aumentano le distanze a causa dello stress mediatico a cui tutti siamo sottoposti, sono ancor più lontane e il “no contact” diventa quasi una scusa per allontanarsi di più, un motivo plausibile per essere distanti, senza costringersi ad avvicinarsi e a recuperare il rapporto.
La paura del contagio e gli amanti
E agli amanti ci avete mai pensato?
Nessuno lo ammetterà ma sì gli amanti esistono per cui, tra voi lettori si nasconde indubbiamente un amante, qualcuno di voi si identificherà in questa condizione che inutile dire non fa soffrire solo il tradito, ma anche il traditore, in forme e modalità diverse, ma anche chi tradisce è sottoposto a una serie di sentimenti negativi: senso di colpa, paura, difficoltà a staccarsi dall’altro, insicurezza (…).
Per questo ed altri motivi, prima di sparare a vista sugli amanti, pensate che forse sono soggetti deboli che non sanno come uscire dalla situazione e trovano la strada più breve, sottovalutando il male che si fa al tradito.
Ci pensate allora a quelli che si vedevano di nascosto con qualcuno fuori dal proprio comune?
Avete pensato che hanno ridotto le scuse per uscire di nascosto? Mantenere la relazione diventa ancor più difficile, il rischio di essere beccati si quintuplica.
E il contatto col proprio partner per forza di cose diventa sempre più frequente.
Potrebbe essere una buona occasione per riscoprire la relazione con il proprio convivente e risolvere le difficoltà che hanno portato a cercare altrove ciò che mancava all’interno del rapporto, notare magicamente che erano all’interno, che bastava impegnarsi un po’ di più, che bastava migliorare la comunicazione, svelando le proprie esigenze in un atteggiamento di accoglienza dell’altro.
Il lockdown per un’amante potrebbe essere diversamente il dover esser costretti a fare una scelta, a capire che forse con l’amante si vuole passare la vita, che l’amore nei confronti del proprio partner è svanito e che bisogna farsi coraggio e lasciare la strada vecchia per quella nuova, seppur quella vecchia sia ben conosciuta, prendendosi il rischio di pentirsene, assicurandosi di voler perdere tutto, ma rimanere con qualcuno che ci ferisce è il peggior torto che ci possiamo fare.
Il virus ha un potere incontrollabile, ma state certi che non ha la possibilità di allontanare due cuori che si amano.
Autore: Miriam Cassandra, Psicoterapeuta cognitivo-interpersonale
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