“L’amore non ha età” si dice, ma quanta è vera quest’affermazione? Dipende. Dobbiamo innanzitutto distinguere tra età biologica ed età anagrafica.
L’età anagrafica è quella che ritroviamo scritta sulla carta d’identità, che ci ricorda ogni giorno quanti anni abbiamo, quella biologica invece è l’età che si può attribuire a un individuo sulla base delle sue condizioni morfologiche e funzionali valutate rispetto a valori standard di riferimento: in particolare la genetica, il sesso biologico, l’ambiente in cui si vive e lo stile di vita.
Spesso le due non coincidono, potremmo trovare ragazzi/e di vent’anni molto maturi/e ed intraprendenti e viceversa uomini o donne di cinquant’anni che sembrano ancora dei ragazzini. Quanti/e ne avrete incontrati/e? Troppi/e. Ecco perché spesso ci ritroviamo a fare da babysitter al partner, ad avere un atteggiamento accudente e materno, che è quello che ci fa stare bene, che ci appaga.
Attaccamento nell’infanzia
Durante l’infanzia molto probabilmente nostra madre avrà avuto un comportamento accogliente, accondiscendente e sempre di riverenza nei confronti di nostro padre (o viceversa), pertanto il nostro modello d’amore da imitare sarà quello: cercare di accontentare il partner più piccolo in tutto e per tutto, a volte anche sostituendoci e senza permetter lui o lei di sviluppare una propria autonomia; ad esempio: “non fare tu, tanto non ne sei capace, lascia fare a me” svalutando l’altro.
Questo stile affettivo da crocerossina ci farà sentire sempre in debito e non ci metterà mai nella posizione di ricevere, passando il messaggio all’altro che non ne abbiamo bisogno. Il partner così ci darà sempre per scontato, rischiando un’insoddisfazione nella coppia che va ad appesantire il rapporto.
Viceversa ci son donne o uomini che preferiscono scegliere un partner di almeno 4/5 anni più grande di lui/lei per rimanere sempre in quel torpore tipico dell’infanzia in cui c’è sempre qualcuno a prendersi cura di noi, a badare a tutte le nostre esigenze, come se tutto per noi fosse dovuto, ma in amore non è così, si è alla pari, si è democratici, non c’è un rapporto di subordinazione come tra genitore e figlio, ognuno deve pedalare per far camminare il nostro tandem, altrimenti resteremo a terra, senza raggiungere mai il traguardo.
La magia è quando ci si sceglie: quando l’età biologica coincide per entrambi, indipendentemente da quella anagrafica. Quando esse coincidono o chi ha un atteggiamento nella coppia assertivo e compiacente incontra chi ha uno stile più autoritario e “dispotico”, se si riesce a mantenere l’equilibrio, condividendo gli stessi interessi o adattandosi reciprocamente a quelli dell’altro, in questo caso l’età anagrafica non conterà affatto.
Ogni età ha le sue esigenze e le sue tappe che vanno rispettate…
A vent’anni si penserà a studiare, uscire con gli amici, coltivare le proprie passioni, a quaranta a formare una famiglia, pagare le bollette, fare un mutuo, badare ai propri figli, ecco perché una notevole differenza d’età lascia perplessi sulla durata e sull’autenticità dei sentimenti.
“Non sono gli anni della tua vita che contano, ma la vita nei tuoi anni. Abraham Lincoln”
Una donna giovane e bella se la vedremo con uomo più anziano, il nostro primo pensiero sarà che non lo ama e che sta con lui solo per soldi, uno stereotipo che non sempre corrisponde a realtà. Una donna con un uomo molto più piccolo di lei sarà alle volte tacciata per irresponsabile e frivola, altro pregiudizio fondato su stereotipi superficiali e luoghi comuni.
Concludendo la differenza d’età è spesso un limite da superare e che spesso va a distruggere molte coppie, ma tante altre volte può rappresentare una risorsa, un modo per l’uno di crescere e diventare più maturo e per l’altro per non perdere quella frizantezza tipica di chi è più giovane. Ricordate, l’importante resta esser felici, l’amore non ha rughe.
A cura di Miriam Cassandra, Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-interpersonale
Esperta in Psicodiagnostica
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