E tu, che animale sei? Esiste un animale in ognuno di noi, ovvero, un animale che, da un punto di vista simbolico ci rappresenta nel carattere, nelle fattezze fisiche o negli atteggiamenti.
Kosima Kosmo, nel suo bellissimo libro “Gli animali che noi siamo” edito dall’Edizioni Mediterranee narra proprio di questo, ovvero della tendenza in un movimento a spirale di tutte le caratteristiche “animalesche” che definiscono l’essere umano verso l’alto, ovvero l’elevazione e la comprensione più ampia in una cornice universalizzante definita “amore”.
Rimanendo su un terreno psicologico è interessante notare come l’autrice abbia in un certo senso lavorato creando proprio delle categorie in cui le persone possono essere riconosciute come:
- Uomini rettili,
- mammiferi,
- cani,
- equini,
- ungulati,
- leoni,
- uomini uccello,
- felini,
- mini-mammiferi,
- uomini scimmia
Ad ogni categoria corrisponde talvolta delle sottocategorie in cui ognuno ha modo di riconoscersi per certi aspetti fisici o comportamentali.
Comportamenti istintivi
Io credo che in ognuno di noi coesistano più rappresentazioni simboliche e che, a causa di determinate esperienze di vita, accada che alcune di esse prevalgano su altre squilibrando il soggetto da un punto di vista degli atteggiamenti, del comportamento e delle scelte operate quotidianamente.
Sarebbe suggestivo ipotizzare che ognuno di noi nasca sotto il segno di un preciso animale, atto ad indicarci tendenze e stili di vita da adottare per vivere coerenti con le leggi e dei ritmi tipici di quella natura che ci è stata designata. E ancora più suggestivo sarebbe immaginare che, a causa di determinate esperienze soggettive nell’arco della vita, ognuno di noi si allontana progressivamente dal proprio stile naturale di nascita per andare ad assumere caratteristiche animali diverse, sia in termini comportamentali che fisici.
Al di là di tutto questo, credo sia importante notare invece come in ognuno di noi coesistano aspetti animaleschi (ovvero comportamenti istintivi, reazioni naturali, modi di reagire immediati, ecc.) che in qualche modo ci caratterizzano e che possono assumere toni e volumi più elevati rispetto ad altre modalità reattive, in un dato momento della nostra vita.
Simbolismo del Gatto e dei Cane
Capita allora che possano prevalere atteggiamenti simbolici dei felini, ovvero un modo di fare legato all’attrarre attenzioni attraverso un porsi compiacente ed ammiccante, mai sottomesso e pronto a reagire in maniere aggressiva e tagliente nel momento in cui in qualche modo si avverta la sensazione di perdere la libertà. Oppure, possono manifestarsi atteggiamenti più compiacenti tipici della famiglia dei canidi, tendenti ad attrarre l’attenzione e a barattare parte della propria libertà pur di ottenere approvazione, affetto e vicinanza. Un atteggiamento che porta a giurare fedeltà e a vivere il tradimento come qualcosa di meschino e di estremamente remoto rispetto alle personali intenzioni.
Scimmie
Il comportamento tipico delle scimmie richiama invece alla vivacità, allo scherzo, allo stare nella leggerezza delle situazioni e nel prendersi gioco di, per poi diventare improvvisamente irascibili e suscettibili quando le situazioni si fanno, in qualche modo, sfavorevoli o svantaggiose per se stessi.
Maxi mammiferi
Poi vi è la pesantezza dei maxi mammiferi, la loro tendenza a non lasciare nulla al caso, a lasciare traccia e segno di sé. Sono l’espressione del dover essere, del non poter passare inosservati e di dover sempre e comunque manifestare la propria presenza. Non esiste l’idea dell’essere trasparenti a qualcuno o in relazione ad una situazione. I maxi mammiferi sanno far valere le proprie ragioni nei diversi contesti e sanno come essere vendicativi quando vi è l’occasione opportuna.
Gli uomini uccello
All’opposto troviamo gli uomini uccello, ovvero persone affascinanti per la loro capacità di adottare atteggiamenti eleganti e modi di fare che catturano l’attenzione. Sono persone che si notano in virtù del loro modo di porsi, del loro atteggiamento aggraziato, leggero e dal gesto gentile. Sanno essere presenti, cogliere le sfumature e, se necessario, “volare” verso altri lidi quando non è più necessario o quando non è più il caso di soffermarsi. Gli uomini uccello sanno essere incisivi e taglienti e, allo stesso modo, leggeri e sfuggenti. Ecco perché esercitano così tanto fascino.
Gli uomini equini
Gli uomini equini tendono invece ad essere veramente persone da mettere su un piedistallo perché immediatamente accettati dalla bellezza che esprimono e dalla tendenza a non essere mai volgari. Sono individui tendenti al perfezionismo, con il naturale istinto alla competizione. Tendono ad allenarsi quotidianamente pur di mantenere o trasformare il proprio aspetto e, se anche la tendenza è quella di correre a briglia sciolta, non è raro che accada che si ritrovino imbrigliati in situazioni relazionali all’interno delle quali vivono sentimenti di incertezza e di insoddisfazione, costretti a trainare “situazioni” anche per lunghi periodo.
Gli uomini ungulati
Gli altri uomini ungulati, come cervi, giraffe, ecc. Sono persone dominate dalla tendenza ad identificarsi con la propria testa, con il ragionamento e quindi con il distacco dal resto del corpo.
“Io sono ciò che penso” è il loro motto e la tendenza può essere anche quelle di vivere con la testa fra le nuvole perdendo il contatto con la realtà. Non sono rari atteggiamenti legati alla continua ruminazione di parole incomprensibili, ovvero il rimuginio dei pensieri accompagnati da lamentele e nervosismi.
L’uomo leone
Per gli uomini leone vige la legge della caccia, del giocarsi il tutto per tutto pur di raggiungere l’obiettivo, la preda designata. Sono persone dedite alla lotta per l’avventura e gli ideali da raggiungere, tuttavia, nonostante la loro grande sicurezza, l’orgoglio e la potenza del corpo, possono dimostrarsi estremamente fragili ogni qualvolta perdono per un istante l’integrità della visione del loro essere superuomini e quindi infallibili.
Il fallimento dettato da insuccessi seppur piccoli, rischiano di incrinare la grandiosità dell’idea che si sono costruiti di se stessi.
L’uomo rettile
Gli uomini rettili e in particolar modo gli uomini serpenti sanno controllare e gestire la realtà grazie alla capacità di strisciare, ovvero di insinuarsi silenziosamente fra le maglie delle situazioni, Silenziosi, astuti osservatori, sanno essere freddi e distaccati, sanno con leggerezza avvolgere e soffocare. Stringono a sé in maniera repentina stritolando le situazioni che ritengono avverse o che vogliono inglobare. Non agiscono d’impulso. Pianificano e, facendo dell’apparente immobilità il loro movimento preferito, riescono ad avvicinarsi pur dando l’illusione di essere completamente immobili.
Potremmo continuare con altre categorie ma rischieremmo di stilare un elenco interminabile di animali.
Quello che conta è il concetto che in ognuno di noi alberga una molteplicità di animali simbolici, ovvero di tendenze e che sarebbe opportuno che ognuno di questi godesse della capacità di esprimersi liberamente in relazione alle situazioni.
Capita invece che queste tendenze si irrigidiscano a causa di determinate esperienze e vengano utilizzate in maniera rigida e stereotipata nonostante si presentino situazioni diverse. Ecco allora che magari possono manifestarsi solo ed esclusivamente le tendenze aggressive tipiche del felino, oppure il bisogno di essere costantemente rassicurati o protetti tipico dei piccoli mammiferi.
Come si lavora sugli aspetti del riequilibrio delle tendenze?
Nel mio lavoro cerco di fa verbalizzare alla persona il modo in cui percepisce le proprie caratteristiche fisiche. Si tratta di inquadrare le caratteristiche in base ai parametri della dimensione degli arti, delle ossa, della testa e di altre parti del corpo.
Successivamente il soggetto verbalizza il suo modo di muoversi nello spazio, provando a definire il proprio modo di camminare, di spostare il peso, di guardare, respirare ecc. Successivamente inizia il lavoro sul riconoscimento del proprio modo di reagire alle situazioni, ovvero se si tratta di dover sempre tirare fuori le unghie e di farsi valere, oppure se c’è la tendenza a diventare estremamente fedeli nel terrore di perdere la stima ed il riconoscimento degli altri. Una volta individuata la propria modalità prevalente di reagire, è interessante provare a sperimentare nuovi modelli comportamentali, andando ad indagare le resistenze che impediscono di sperimentare il cambiamento e la flessibilità.
Il lavoro sul respiro, sui ritmi della camminata, sulla pesantezza e la leggerezza, sulla rigidità e la flessibilità, aiutano a sperimentare il senso di sé in modo diverso e a provare a poter essere, nelle situazioni future, qualcosa di nuovo e, quindi, più funzionale per se stessi.
Molte volte le cose intorno a noi non cambia o proprio a causa della rigidità del nostro modo di porsi sempre uguale a se stessi e agli altri. Cambiare l’organizzazione delle difese significa cambiare l’impostazione del gioco. E quindi creare nuove possibilità di vittoria.
A cura di Andrea Guerrini, psicologo e pedagogista
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Sono dell’avviso che l’inconscio ci mette sempre lo zampino,in ogni ambito della vita di ognuno di noi.
Il libro di Kosima Kosmo, così come il testo di Andrea Guerrini, fanno riferimento all’uomo inteso come genere umano.
Mi chiedo la ragione di scegliere di usare il termine “uomini”.
L’articolo parla e fa riferimento a di esseri umani di sesso maschile o si applica a tutte le persone?
Forse più chiarezza aiuterebbe a capire meglio