“Quando cerchi sinceramente l’amore, lo trovi che ti sta aspettando” (Oscar Wilde)
Le relazioni, di ogni genere e tipo, si fondano sul conflitto in quanto siamo due entità che hanno esperienze, educazioni, stili di attaccamento spesso anche diametralmente opposti, per cui trovare un punto d’incontro tra due mondi diversi è sempre un masso difficile da sormontare.
Non bisogna pertanto arrendersi al diverso, il diverso è arricchimento, il diverso è risorsa, il diverso è confronto, un soggetto con altre idee, principi, non può far altro che accrescere il nostro bagaglio, la nostra valigetta interiore.
Spesso invece viviamo nell’utopica convinzione di trovare il partner che sia la nostra perfetta fotocopia: stessi interessi, stesse passioni, stesso modo di pensare, stessi principi morali, stesse amicizie, troppo facile non credete?
Un partner che asseconda tutte le nostre richieste, non fa crescere la coppia, non c’è evoluzione nel rapporto, è tutto statico, senza movimento, calma piatta.
Il conflitto è da vedersi invece come un momento costruttivo all’interno di un rapporto di coppia, è il momento in cui si firma il proprio contratto immaginario in cui si stabiliscono quali sono le regole.
Quello che è importante è evitare che esso diventi distruttivo attraverso comportamenti di ira, rabbia, aggressione dell’altro, violenza fisica e psicologica, una fucilata ai sentimenti del proprio partner, spesso un attacco dove l’altro ha già mostrato bandiera bianca.
La rabbia nella coppia resta spesso nel sottosuolo della propria anima, è dannatamente silenziosa, una bomba che però prima o poi esploderà, attraverso per esempio il sarcasmo, i comportamenti passivo-aggressivi, le ripicche, i comportamenti vendicativi o attraverso i disturbi psicosomatici: colon irritabile, cefalea, patologie della pelle, etc.
Cosa succede quando uno dei due trasgredisce alle regole del contratto immaginario? Sono sempre chiare e condivise le regole del rapporto? C’è prevalenza di uno sull’altro? poiché non sempre vengono espresse o comunque comprese.
Alle volte chi è venuto meno alla regola, non sa neanche di aver “sbagliato”, di aver provocato un dispiacere all’altro, né tanto meno sa come rimediare, per cui si ritrova di fronte ad un atteggiamento di chiusura senza riuscirne a cogliere il motivo.
Il classico: “Cos’hai?” – “Niente”.
Le parole sono importanti, spesso ci illudiamo che con un solo sguardo l’altro riconosca subitocosa ci possa far male, mentre è fondamentale comunicare cosa ci fa ferisce affinché l’altro possa perlomeno provare a venirci incontro.
Ecco 10 indicatori che potranno aiutarti a scoprire se vivi in una relazione sana:
1. C’è fiducia: Quando non siete assieme nessuno dei due crede che l’altro lo stia tradendo;
2. Non c’è dipendenza: Riuscite a stare oltre un’ora senza sentirvi.
3. C’è rispetto delle opinioni dell’altro: Non imponete le vostre scelte ed i vostri gusti
4. Il passato non è una porta ancora aperta: Entrambi avete totalmente chiuso con i vostri ex; mantenendo un rapporto civile;
5. Esclusività: Non provate interesse sessuale verso l’altro sesso, men che per il vostro amato, il che non esclude che si possa riconoscere una bellezza obiettiva o fare apprezzamenti che non trascendano nel volgare ed offensivo verso il proprio partner;
6. Rispetto: Non siete vittime di offese e minacce da parte del parner
7. Compromesso: Una discussione non trascende in una chiusura totale della relazione, rimuginando sul passato, bensì è ancorata sul presente e con l’obiettivo reciproco di trovare un accordo costruttivo;
8. Apertura sociale: Avete una vita sociale, non trascorrete 7 giorni su 7 in isolamento per preservare il vostro amore, con la paura che qualcuno possa intaccarlo.
9. Privacy: Avete degli amici solo per voi, con cui confidarvi e prendere un the senza la presenza del vostro parner.
10. Ammirazione: Provate profonda stima nei confronti del vostro parner.
In quanti punti vi siete ritrovati? Provate a riflettere ed a lavorare col vostro partner sui punti in cui non avete ancora trovato una completa armonia. In bocca al lupo!
A cura di Miriam Cassandra, Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-interpersonale
Esperta in Psicodiagnostica
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