Corriamo corriamo e corriamo, ci lamentiamo perché corriamo sempre, ambiamo a una giornata di almeno 25 ore perché il tempo che abbiamo è sempre troppo poco, siamo sempre stanchi, sempre di fretta, sempre sull’orlo di una crisi di nervi.
Respiriamo a fatica e se siamo fortunati abbiamo il tempo di una chiacchiera con il nostro partner e/o nostro figlio. Se siamo fortunatissimi pubblichiamo una foto sui social e scriviamo qualcosa nei gruppi, i gruppi quelli del lavoro, quelli che non ti fanno staccare mai, quelli in cui ogni giorno ti arriva il Buongiorno per ricordarti che anche quel giorno, sì, dovrai svegliarti presto, vestirti di fretta, prendere l’auto e andare a lavoro.
Questa era la fotografia tipo della vita di molti di noi, quelli che pagherebbero per avere del tempo libero da dedicare a sé stessi, alla propria bellezza, a coltivare il proprio essere, le proprie passioni, a stimolare i propri interessi. Ma cosa succede se tutto un tratto ci ritroviamo per caso fortuito a essere rinchiusi in casa h24 senza aver la possibilità di mettere il becco fuori neanche per dire “Quanto freddo è oggi!”, o per fare file chilometriche alla cassa del supermercato o della posta.
Gli effetti dell’isolamento da Covid-19
Molti ormai sono i casi di COVID, ben il 20% purtroppo si ammala gravemente, ma l’altro 80% ha la fortuna di guarire entro massimo 14 giorni, ma finita la fase terribile dell’ansia, del malessere, della paura di morire, del fiato corto, della febbre, dei brividi, della perdita del sapore e degli odori, ad un tratto grazie alla terapia farmacologica si inizia finalmente a respirare, a stare meglio, a grazie al cielo guarire.
Ma il COVID non è così clemente, ha bisogno di tempo per andar via e anche se tu ti senti in formissima, lui è ancora lì che cova. Stare male fisicamente ci prende un sacco di tempo (misurare la febbre, misurare la saturazione, prendere i farmaci all’ora esatta, cercare di stare all’erta), ma cosa succede quando magicamente stiamo bene? Ecco che arriva il vuoto, ore e ore da risistemare, da ristrutturare, il vuoto emotivo, il vuoto di impegni concreti.
Il nostro corpo è pronto per partire ma… dobbiamo stare fermi
Siamo a contatto con noi stessi come non lo siamo mai stati, il nostro corpo è pronto per partire, ma no, dobbiamo stazionare, stare fermi e aspettare. Le culture orientali sono abituate ad aspettare, riescono nell’attesa a trovare il proprio benessere, riescono a raggiungere la pace dei sensi, il Nirvana grazie alla tranquillità d’animo, alla lentezza, lentezza che noi occidentali non sappiamo neanche dove fa di casa.
È giunto così il momento di prendere contatto con le nostre emozioni, con quel tempo che tanto agognavamo, che ora è arrivato e non sappiamo come gestire. Non sappiamo come gestire anche perché si tratta di una situazione temporanea pertanto non è possibile fare progetti a lungo termine, programmare la propria vita con impegni da poter portare avanti a lungo. Dobbiamo occupare il tempo, intrattenerci nella maniera più benevola possibile. E allora che facciamo dopo aver passato ore e ore a scorrere tutte le pagine dei social che conosciamo?
Cuciniamo, sì, ma mancano gli ingredienti ma no, non posso andare a fare la spesa, faccio la spesa online che però arriverà domani, ergo oggi non posso cucinare, che faccio? Guardo un film, sì ma la connessione non va bene o mi sono finiti i giga, questa volta però sono fortunato, riesco a vedere il film che volevo, occupo ben due ore della mia giornata. E ora di nuovo il vuoto, devo assolutamente colmarlo: sistemo casa, pulisco nei punti più impensati, riordino. Ottimo, anche questa giornata è passata. Giorno successivo: ops, è tutto sistemato, no, oggi non posso pulire nuovamente, oddio che farò?
Non è facile ascoltare sé stessi, bisogna imparare a tollerare il vuoto, il vuoto cosmico, il silenzio, così da poter riflettere su noi stessi, sul nostro percorso di vita (affettivo, lavorativo, amicale), ma è davvero quello che vogliamo? Forse questo tempo possiamo sfruttarlo per prendere delle decisioni importanti, fare delle scelte che possano cambiare la rotta della nostra vita, quelle scelte su cui non abbiamo mai tempo di soffermarci.
Questo tempo può servirci a capire chi siamo e chi vogliamo essere, a fare progetti, a sistemare meglio la nostra vita per guadagnare di più non solo economicamente, ma anche nei rapporti interpersonali, perché “si può dare di più” sempre, ma se siamo sempre di fretta, le cose non le facciamo mai bene come vorremmo e magari facciamo le facciamo controvoglia solo per non interrompere il flusso. Allora fermiamoci un attimo, facciamo un respiro profondo e ora sì, siamo pronti per tornare a vivere.
Autore: Miriam Cassandra, Psicoterapeuta cognitivo-interpersonale
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