La società da sempre ci insegna a sorridere anche quando non abbiamo nulla di cui sorridere, a mostrarci felici quando siamo tristi, a nascondere i nostri sentimenti negativi a favore di quelli positivi. Certo, resta che in alcune situazioni è decisamente meglio pensare positivo piuttosto che crogiolarsi nel proprio dolore.
Ma di fronte a un regalo non ci piace quali sono le sensazioni interne che proviamo? La prima, più di tutti, è di profonda delusione nei confronti di chi ci ha fatto il regalo, soprattutto se si tratta di una persona a noi cara che dovrebbe conoscerci molto bene, è come un vero e proprio fallimento, pensiamo: “Ma come fai a non sapere che questo non mi sarebbe mai potuto piacere? Come hai mai potuto solo lontanamente immaginare che questo oggetto potesse soddisfarmi? Allora non sei attento come dovresti, non mi conosci come io credevo.”
Ecco, questo è quello che di solito si pensa, ma non si dice per non ferire i sentimenti dell’altro, ma tacendo, un po’ stiamo ferendo noi stessi. L’amore e/o l’affetto ci fa risalire subito da questo senso di delusione e ridimensionare l’accaduto, in fondo non sono mica gli oggetti a costruire un rapporto.
Ma allora qual è la strada migliore da percorrere? Essere sinceri e cambiare un regalo con qualcosa che potremmo usare di più evitando sprechi di denaro e utilizzando qualcosa che ci piace o tacere, tenere il regalo, non manifestare la propria frustrazione di non esser stati appagati e compresi e non utilizzarlo o usarlo senza nessun piacere?
Non c’è una risposta esatta, ognuno sceglie la strada che meglio è coerente con il proprio modo d’essere, chi riceve un rifiuto di contro, non deve mai offendersi perché si tratta di oggetti, non di sentimenti, per cui si può cambiare il regalo assieme così da conoscere meglio i gusti dell’altro, può essere un’occasione per passeggiare, conoscersi meglio, magari la volta successiva azzecchiamo il regalo giusto.
Fare un regalo ad alcune persone risulta una missione (quasi) impossibile
Ci sono però persone particolarmente schizzinose a cui fare un regalo risulta davvero una missione impossibile, in quei casi chi dona dovrà fare un lavoro ancor più faticoso nella cernita del regalo ambito, cosciente che il rifiuto sarà altamente probabile, pertanto il fallimento non deve essere motivo di scontro o di delusione, ma da accettare serenamente.
Analizziamo più profondamente chi sono i soggetti che rifiutano sempre i doni altrui. I soggetti che non apprezzano quasi mai i regali, sono personalità fortemente insicure e/o molto rigide. Insicure poiché il non aver scelto di persona l’oggetto predispone di per sé già uno svantaggio in quanto:
- non è stato possibile scegliere tra le varie possibilità;
- non si è potuto riflettere su quale fosse l’oggetto più conveniente e più giusto per sé.
Rigide perché se non si sceglie quello che strettamente confà ai propri bisogni, il regalo è sicuramente sbagliato. Sono persone che hanno bisogno di continue e costanti conferme, lo psichiatra Vittorio Guidano le chiamerebbe “personalità dappiche” ovvero personalità che si definiscono tramite il giudizio dell’altro.
Queste persone hanno bisogno di una continua conferma che l’altro sia la persona giusta, che le ama e che non potrebbe mai sbagliare regalo, perché ciò dimostrerebbe una mancanza di compatibilità e soprattutto una mancanza di attenzione dell’altro, distruggendo l’ideale di partner perfetto che mai potrebbe sbagliare.
Poi ci sono invece quelle personalità a cui tutto va bene, apprezzano qualsiasi cosa perché sono capaci di andar oltre il valore materiale del regalo, che non hanno bisogno di conferme affettive dai regali, che mettono il regalo in un cassetto a prender polvere, perché l’importante è il pensiero, e quelle che sorridono piacevolmente a chi dona… ma poi in separata sede sparlano con un altro conoscente.
Cosa è più giusto: essere falsi per accondiscendere l’altro o accettare incondizionatamente qualsiasi dono? È giusto essere fedeli a sé stessi, non fingere, non dimostrarsi quello che non si è solo per piacere all’altro, anche perché le nostre espressioni facciali sono lì pronte a dire sempre la verità, quindi non creiamo un conflitto inutile e siamo sempre noi stessi, dando il giusto peso alle cose, senza fare drammi inutili, incontrandosi e facendo tesoro del presente, perché il presente è sempre un dono.
L’importante nelle relazioni interpersonali è contaminarsi, un regalo è pur sempre un ricordo, un ricordo che spesso portiamo indosso, è portare un pezzo di quella persona in ogni momento con sé o ricordarci di quella persona ogni qual volta che mettiamo ad esempio un paio di orecchini o ancora di quella vacanza fatta con quell’amico lì. Non siate mai troppo drastici con gli altri e con voi stessi.
Ricordate, come dice il poeta Khalil Gibran: “Voi date ben poco quando date dei vostri beni. E’ quando date voi stessi che date davvero”.
Miriam Cassandra, Psicoterapeuta cognitivo-interpersonale
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