Tradimento, perdonare o lasciare?

| |

Il tradiménto, dal latino tradimentum – “L’atto e il fatto di venire meno a un dovere o a un impegno morale di fedeltà e di lealtà”.

Sentirsi traditi, che sia in amore o in altri ambiti di vita, è una delle sensazioni più tristi che ci possano capitare: è un fallimento che si concretizza, è un castello di fiducia che crolla in un attimo solo, è un crogiuolo di aspettative, speranze, sogni da cui ci svegliamo di colpo con una sveglia non preimpostata alle 5,00 del mattino.

Spesso ci sentiamo in colpa, la colpa di non esser stati abbastanza perspicaci, di non aver colto i piccoli segnali, di non aver ascoltato i consigli delle amiche e dei genitori, il fantomatico e fastidiosissimo “te l’avevo detto!”.

E lì che alla frustrazione del fallimento del nostro rapporto si va ad aggiungere il giudizio degli altri, bisogna fare i conti col mondo esterno:

  • se perdoniamo, saremo considerati/e dei poveracci/e invertebrati/e che non hanno le p*** di lasciare il proprio compagno, che non son capaci di farsi valere in una relazione, che non riescono a star soli;
  • se lasciamo, dovremo dirlo a tutti e superare il “perché vi siete lasciati?” o “dov’è x?” (rispondi nella tua testa: “eh vorrei saperlo anch’io!”), dover trattenere la rabbia ed il rancore e rispondere con un diplomatico “incompatibilità di carattere”.

Ma qual è la cosa più giusta?

Non c’è una risposta, ognuno di noi deve seguire la strada che ci fa sentir meglio, senza pentimenti e rimorsi.

Se crediamo che dare un’altra possibilità al nostro partner sia la cosa più giusta, tappiamoci le orecchie e diamogliela questa possibilità, ma ALT! senza rivangare il passato, avendo la forza di non riproporre in ogni discussione il tradimento, la ferita che abbiamo provato malamente a ricucire.

Se invece, ci proviamo ed ad ogni irrilevante discussione tiriamo fuori “il fattaccio” lì bisogna prender forza e coraggio e chiudere, perchè non faremo altro che masochisticamente soffrire sempre, vedremo il partner come un nemico, il rancore sarà sempre lì a bussare alla porta ed a ricordarci quanto ci ha fatto stare male e quanto altro male potrà farci.

Non è affatto facile chiudere una relazione, soprattutto quando si tratta di una convivenza o di un matrimonio, quando si è abituati a dormire nello stesso letto, a decidere ogni giorno cosa mangiare, come divertirsi, a metter da parte i propri risparmi per i progetti futuri.

Di seguito alcune conversazioni tipiche che passeggiano nella mente di chi sta per troncare una relazione:

“E se lo lascio che faccio? Torno a casa dei miei genitori? “oddio, un ritorno all’adolescenza, non ce la posso fare”, oppure “dovrò prendere una casa in affitto, ho abbastanza soldi per farlo?”;

“come sarà uscire la sera con gli amici senza di lui? e se lo trovo che faccio? Se esce lui io resto a casa!”;

o ancora: “ho perso gli amici, come trascorrerò le mie serate?”;

o ancora: “riuscirò a trovare un altro come lui?” 

Sono tutti dilemmi classici di chi deve ricostruire una vita, deve ristrutturare il proprio Io, ma la mancanza di fiducia nell’altro ha una forza così grande da fare un grande e profondo respiro e dirsi: “adesso basta, ricomincio!”.

Stare in coppia è un modo per stare MEGLIO e non PEGGIO, serve a migliorare le nostre giornate, ad aver qualcuno con cui condividere le nostre difficoltà, ad avere un complice nel raggiungimento dei nostri obiettivi, qualcuno che ci fa continuamente il tifo, anche se sa a memoria i nostri difetti.

La fedeltà è un valore che va condiviso, ci son coppie che tollerano e vivono il tradimento egregiamente e si rispettano, perchè entrambi son d’accordo sulla gestione della relazione, l’esclusività non è fondamentale e non è detto che non si amino o che il loro amore sia meno profondo di chi non si tradisce mai, il mondo è bello perché è vario, per cui se loro son felici così, che si amino senza giudizi.

Se invece per entrambi la fedeltà è imprescindibile e peraltro, come spesso accade, la relazione è connotata da moltepilici segnali di gelosia, se uno dei due viene meno al “patto”, la delusione sarà forte e lì ci dobbiamo mettere in discussione, sulle nostre mancanze, su come recuperare il rapporto e se davvero ne vale la pena, ricordatevi sempre che nella relazione siamo in due, non siamo soli, quindi la responsabilità non è mai solo di uno solo, ogni tanto potrebbe essere solo la nostra.

Vasilij Rozanov, filosofo russo dice: “Dai grandi tradimenti hanno inizio i grandi rinnovamenti“. che ogni tradimento che hainoi ci ritroviamo a subire sia un passo verso una maggiore consapevolezza e una crescita personale nelle relazioni affettive.

Dottoressa Miriam Cassandra – psicologa psicoterapeuta

 

1 commento su “Tradimento, perdonare o lasciare?”

  1. Difficile perdonare un tradimento perchè è difficile cancellare quella forte sensazione che ha lasciato dentro. Il perdono, quello vero, è non solo dimenticare ma non rivangare mai, ma è difficile quando si è stati traditi.
    Inoltre chi ha subito il tradimento si sente moralmente superiore all’altro e spesso questa è la causa che alla lunga determina la fine di molte relazioni

I commenti sono chiusi.