La voglia di maternità sembra comparire più avanti nel tempo. Oggi, più di qualche decennio fa, molte donne possono affermare di sentirsi appagate anche senza vivere la maternità. Altre, invece, la ricercano fino a rincorrerla…. Parliamo di voglia di maternità.
E all’improvviso la sensazione di diventare madre le si attaccò al corpo come neve caduta abbondante e silenziosa durante la notte. – Fabrizio Caramagna
La maternità è una gamma di emozioni, desideri, aspettative, paure che invadono una donna.
Per tanto tempo, troppo tempo, si è vista la donna come angelo del focolare, come colei che doveva riprodursi per permettere all’uomo di portare avanti il suo cognome.
La donna molto raramente lavorava e per sentirsi chiamare donna doveva ad una certa età anche essere madre, altrimenti era malvista e additata di promiscuità.
Oggi ci siamo “leggermente” evoluti rispetto all’anno zero, pertanto una donna oggi non è solo madre, ma anche amante, lavoratrice, confidente… Una donna non serve solo a sfornare figli, ma ha una sua identità che prescinde dal marito e dal nido.
La contropartita dell’emancipazione della figura femminile è che ancora oggi non è facile essere madri e al contempo lavoratrici, poiché se non si ha il lusso di vivere in un contesto lavorativo i cui diritti sono garantiti, spesso una donna incinta perde il lavoro, viene licenziata, rischia di non esser riassunta, non ha il sussidio economico per la maternità.
Molte donne rimandano fino a quando non si sentono al sicuro dal punto di vista lavorativo, ma se questa sicurezza non dovesse arrivare mai? Che si fa? Si rinuncia ad essere madri o si rischia di non poter garantire una vita dignitosa al proprio figlio?
Sono questi i quesiti che ogni giorno una donna che desidera un figlio deve porsi e spesso si passa troppo tempo a decidere cosa fare della propria vita, finché poi è troppo tardi per scegliere, fino a che è il tempo a scegliere per noi.
E questo avviene nella migliore delle ipotesi ovvero quando c’è un compagno di vita che ci sostiene, con cui andiamo d’accordo e condivide appieno il nostro desiderio di maternità.
Un tempo una donna sposava il primo amore o al massimo il secondo e si cercava a tutti costi di rimanere con lo stesso partner per evitare di essere giudicate, perché una volta separati era difficile, se non impossibile trovare un nuovo compagno.
Oggi invece, le relazioni sono molto più consapevoli e non è semplice trovare l’anima gemella con cui coronare il proprio desiderio di maternità, intanto il tempo scorre e la maternità rimane solo una sensazione mai vissuta.
E allora che facciamo?
Facciamo un figlio col primo che capita? Usiamo tecniche alternative e ci viviamo la maternità da sole, con tutte le complicazioni pratiche che comporta crescere un figlio senza l’aiuto di qualcun altro? Rinunciamo?
A vent’anni sono sensazioni che per molte ragazze sono solo dei miraggi sino a che arriva l’età in cui manca poco tempo al gong, qualche anno alla fine della fertilità.
C’è poco tempo per realizzare il proprio desiderio, pervade la sensazione di dover fare tutto di fretta perché una volta scattata l’ora X, ci sembra che abbiamo perso la nostra occasione di essere madri e temiamo di vivere tutta la vita con questa grande mancanza.
Il problema è che spesso a quarant’anni molte di noi non hanno ancora nulla in mano: un lavoro dignitoso, una casa e un compagno di vita da amare e che sia disposto ad essere nostro complice sempre, sostenendoci nei momenti di sconforto e incoraggiandoci per affrontare al meglio le difficoltà della vita.
Non c’è una soluzione o una risposta esatta, ricordiamoci però che se non abbiamo un figlio siamo donne uguale, non donne a metà, che non dobbiamo per forza voler avere un figlio, che ci possono essere milioni di modi per compensare la nostra eventuale mancata maternità.
Niente fretta allora, viviamoci le cose che arrivano sempre col massimo entusiasmo, non forziamo le cose e laddove ci troviamo di fianco qualcuno che non condivide la voglia di avere un figlio, cambiate strada, che è vero sì che non bisogna aver fretta, ma non abbiamo neanche tempo da perdere con chi non è dalla nostra stessa parte.
Miriam Cassandra, Psicoterapeuta cognitivo-interpersonale
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirci sulla Pagina Ufficiale di Psicoadvisor o nel nostro gruppo Dentro la Psiche. Puoi anche iscriverti alla nostra newsletter. Puoi leggere altri miei articoli cliccando su *questa pagina*.