Perché la convivenza spesso mette in crisi la coppia?

Il soggetto già prima della nascita, è in grado già all’interno della placenta, di entrare in contatto e sperimentare incontri sensoriali e avere così esperienze precocissime.

Per esempio dal sesto mese in poi, sembra essere in grado di semi-udire il timbro della voce materna, percepire a livello di moderate sensazioni visive, il chiaro scuro, di riconoscere l’alimentazione della madre che viene scannerizzata a livello di gusto e di composizione biochimica nelle sue particelle. Inoltre il feto entra in contatto sensoriale con alcuni movimenti cinestesici del corpo materno.

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Il circolo vizioso della resilienza

Illustrazione: Manny Francisco – www.straitstimes.com

“E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze”. In più, non tutti lo sanno ma… una crisi non sempre è sinonimo di angoscia e può innescare un circolo vizioso di positività.

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4 volti della depressione

La depressione è una prigione dove siete sia il prigioniero della sofferenza che il carceriere crudele. Dal web

Nonostante i volti della depressione possano essere differenti, c’è un tentativo di soluzione disfunzionale comune a tutti coloro che ne soffrono, la rinuncia.

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Coppia in crisi definitiva: meglio un distacco radicale o mantenere l’amicizia?

Penso che sia una domanda che ricorra spesso al  momento nel quale la crisi di coppia é avvertita come drammatica. La fine di una storia può arrivare con reazioni di rabbia o con meno vigore e più consapevolezza. Quando si tirano le somme, alla fine di una storia, si può reagire con rabbia oppure cercare un distacco in pace. In entrambi i casi arriva la domanda: meglio chiudere definitivamente o mantenere un minimo di amicizia?

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