La Better Safe Than Sorry Strategy (Mancini e Gangemi, 2006) è una strategia cognitiva involontaria adoperata da ogni individuo in caso di minaccia; è un ragionamento di tipo prudenziale nel quale il soggetto crede che sia meglio allarmarsi una volta in più piuttosto che non preoccuparsi in una situazione di pericolo effettivo. L’obiettivo perseguito dunque è quello di non sottovalutare una possibile pericolo anche se questo significa sopravvalutarlo.
Frequentare uno psicopatico senza accorgersene. Come riconoscerlo
Più di una volta, al telegiornale, avrete di sicuro sentito la storia di una persona in apparenza del tutto normale che, all’improvviso, …
Stupro di gruppo: dinamiche del branco e caratteristiche cliniche
Lo stupro di gruppo è un fenomeno così frequente che ormai, anche per i media, non fa più notizia. Ti basta andare nella sezione …
La paura di ciò che non si conosce limita la nostra crescita
Intorno agli 8 mesi i bambini sperimentano la paura nei confronti dell’estraneo, passando ad una fase che ha un significato adattivo ed evolutivo, in quanto rafforza l’attaccamento nei confronti della madre, indispensabile per la sua protezione e sopravvivenza. Il bambino avverte nell’altro un pericolo, qualcuno diverso da ciò che per lui inizia a diventare familiare.
Dipendenza da cibo: mangiare per sfuggire alla realtà
Le dipendenze non sono nuove nella nostra società, non si parla solo di sostanze ma anche di comportamenti messi in atto dalle persone per sfuggire alla realtà. …
La “Sindrome di Procuste”
Guardare e imitare ciò che fanno le altre persone intorno a noi può essere funzionale all’auto-miglioramento e alla motivazione. Tuttavia, quando ciò …
Accumulatore seriale: conservare oggetti inutili
Un accumulatore seriale si riconosce subito: basta entrargli in casa per constatare la marea di oggetti inutili che conserva. Bada bene, non parliamo …
Pistantrofobia: unica regola, fidarsi solo di se stesso
Hai difficoltà a fidarti del prossimo? Potresti soffrire di pistantrofobia o pisantrofobia. Questo termine è troppo giovane per figurare su wikipedia, ma se provi …
Il labile confine tra amore e guerra nella dipendenza affettiva
Persino un bambino riconosce istintivamente la differenza tra amore e guerra, perché si tratta di due opposti fondamentali, archetipici, che definiscono polarità emotive e modalità di relazione da cui dipende la sopravvivenza dell’essere umano. L’amore è riconoscimento, protezione, dedizione; è dialogo, contatto, spontaneità, cooperazione e complementarietà dinamica. La guerra è disconoscimento, sopraffazione, sfruttamento; è violenza, distacco, strategia, contrapposizione e simmetria rigida.
L’esatto opposto del narcisista: l’ecoista
Stando allo psicologo americano Craig Malkin, puoi immaginare il narcisismo come un continuum alle estremità del quale sono posti due aspetti estremi della percezione del …
Ansia: 10 rimedi naturali che aiutano davvero
Ansia, fobie ed attacchi di panico son disturbi che si manifestano sempre più frequentemente nella nostra società, troppo frenetica e concentrata sulle prestazioni e …
Gestione della rabbia
Conosciuta con vari nomi come ira, furia o collera, la rabbia è un sentimento che ci invade in diverse situazioni della nostra …
La dura vita del narcisista (e di chi gli sta accanto)
Chi è il narcisista? Sempre più spesso si leggono articoli su narcisisti, descritti come veri e propri vampiri, se ne parla talmente tanto che diventa difficile aggiungere altro. Eppure se è vero che causano profonda sofferenza a chi hanno accanto, e sono più spesso le loro vittime a venire a chiedere aiuto, è altrettanto vero che essi stessi non se la passano meglio. Non dimentichiamo che nella leggenda Greca, Narciso è condannato a non realizzare il suo amore e per questo ne muore.
Enneagramma: test e tipi psicologici
Si chiama ennegramma della personalità o semplicemente enneagramma. Questo termine pone le radici nelle parole greche ennéa (il cui significato è nove) e gramma (che significa disegnato / scritto). Non è …
Perché la convivenza spesso mette in crisi la coppia?
Il soggetto già prima della nascita, è in grado già all’interno della placenta, di entrare in contatto e sperimentare incontri sensoriali e avere così esperienze precocissime.
Per esempio dal sesto mese in poi, sembra essere in grado di semi-udire il timbro della voce materna, percepire a livello di moderate sensazioni visive, il chiaro scuro, di riconoscere l’alimentazione della madre che viene scannerizzata a livello di gusto e di composizione biochimica nelle sue particelle. Inoltre il feto entra in contatto sensoriale con alcuni movimenti cinestesici del corpo materno.